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Venerdì, 29 Marzo 2024
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M5s-Pd, in Europa c'è già l'intesa: via libera al patto sui migranti

Il partito democratico ha sostenuto un testo presentato al Parlamento Europeo dal Movimento 5 stelle volto ad introdurre misure per velocizzare le procedure per le domande di asilo

Un accordo tra 5 stelle e Partito Democratico? In Europa c'è già, e ha portato ad un primo risultato su un tema spinoso, quello dei migranti.  Come riferisce Europa Today il Partito Democratico ha voltato insieme al Movimento 5 stelle la proposta di modifica del regolamento europeo sulle richieste d'asilo.

Il testo presentato in commissione Libertà civili del Parlamento europeo dalla relatrice Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 stelle, ha ottenuto l'appoggio, tra gli altri, del gruppo del Pd. La Lega invece ha votato contro

"Massimo sei mesi per valutare una domanda di protezione internazionale, riduzione del carico burocratico per i paesi di primo ingresso e l'esclusione della Turchia e degli Stati che non rispettano la Convenzione di Ginevra dalla lista dei paesi di transito sicuri".

Sono queste le principali novità del regolamento che stabilisce una procedura comune di protezione internazionale nell’Unione. Un risultato storico per l’Italia spigano dal Movimento 5 stelle.

Oggi i richiedenti asili devono scontrarsi con la burocrazia europea che impone tempi lunghi e incerti (fino a 18 mesi) per ottenere un verdetto.

"Con questa riforma i tempi si accorciano, si snellisce la burocrazia e si assicura un giusto equilibro tra l’esigenza di garantire la protezione internazionale a chi ne ha diritto e una procedura veloce ed efficace”,  spiega la relatrice Laura Ferrara.

“Uno dei nostri obiettivi politici era quello di tagliare il cordone ombelicale che lega la criminalità organizzata con la gestione dei centri di accoglienza. Risultato raggiunto. Perché al termine dell’iter di approvazione il regolamento sarà direttamente applicabile negli Stati membri e abrogherà la precedente Direttiva Procedure e le relative leggi nazionali di attuazione, tra cui per esempio il decreto Minniti. Inoltre, procedure più veloci portano a un taglio dei costi crescenti che lo Stato italiano sta affrontando per i centri di accoglienza. Le prossime battaglie politiche saranno la lotta agli scafisti e ai trafficanti e il ricollocamento obbligatorio e automatico di tutti i migranti arrivati in Italia”, conclude Ferrara.

Il nodo del paese di transito

Il testo non ha mancato di sollevare polemiche, in particolare per la lista dei paesi di transito sicuri, ossia il paese da cui il migrante transita prima di arrivare in Europa e nel quale puo' essere rispedito qualora la sua richiesta di asilo non venga accettata. La destra chiedeva la “linea dura”: considerare il semplice transito come requisito per considerare sicuro il paese da cui si è passati. La sinistra ha detto no per ragioni diametralmente opposte.  Alla fine, si è raggiunto un compromesso che ha messo d'accordo la maggioranza, Pd compreso: “Abbiamo inserito come requisito non soltanto la formale ratifica, ma il rispetto sostanziale della convenzione di Ginevra perché un paese di transito possa dirsi sicuro”, spiega Ferrara. La Turchia è stata esclusa dai paesi di transito sicuri, nonostante via sia un programma di finanziamenti Ue da 6 miliardi proprio per la gestione dei rifugiati (e per fermare il flusso di migranti della rotta balcanica).

I prossimi passaggi

Adesso, il regolamento passerà per i negoziati con la Commissione e gli Stati membri, il cosiddetto trilogo. Solo al termine di questi negoziati le nuove norme potranno entrare in vigore. 

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