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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Italia

"Salviamo la scuola, così i docenti perdono il loro status": intervista ad Alessandro Fusacchia

Il segretario di Movimenta, deputato eletto con +Europa, parla a Today.it di come migliorare la Buona Scuola. Ma avverte: "Di Maio e Salvini si sentono come Paperone, ma qui non è Paperopoli e nessuno ha la bacchetta magica"

Alessandro Fusacchia, 39 anni, alle elezioni del scorso 4 marzo è stato capolista di +Europa nella circoscrizione estera "Europa" dove il movimento che aveva Emma Bonino come candidato premier ha raccolto l'8 per cento dei consensi. 

Un successo costruito da quello che oggi è il segretario di Movimenta, l'associazione politica collegata a Bonino che aderisce ai Radicali italiani, frutto anche di un curriculum  costruito all'interno delle istituzioni europee e dietro le quinte dei ministeri italiani.

Oggi, deputato, Alessandro Fusacchia è iscritto al gruppo misto, e a Today.it ha raccontato perché ha scelto di occuparsi di cultura, scienza e istruzione come membro della settima commissione parlamentare. 

Lo abbiamo intervistato per voi

Onorevole, la Buona Scuola, l'ultima legge di riforma, è pronta per essere smantellata dal nuovo governo. Primo step l'abolizione della chiamata diretta. Partiamo con una provocazione, la "buona scuola" può essere migliorata?

"Qualsiasi riforma può essere migliorata. L'importante che ci sia merito e la possibilità di misurare la qualità di insegnamento. I singoli meccanismi possono essere rivisti, ma quello che sta succedendo nel paese è il ritorno di una certa resistenza a valutare quello che fanno i ragazzi tutti i giorni". 

L'ondata di violenza che ha visto docenti e professori scontrarsi sul tema dell'istruzione è un problema che si è manifestato con forza nella cronaca degli ultimi mesi.

"La violenza nella scuola è il sintomo di un fenomeno che vede il ruolo del docente perdere il suo status, il suo prestigio. La scuola non può funzionare per autorità ma per autorevolezza. I genitori devono fare i genitori, gli insegnanti devono fare gli insegnanti, non possiamo andare a confondere i ruoli altrimenti si perde il senso di missione della scuola. "

La vostra campagna elettorale puntava tutto sull'Europa. Le elezioni per i partiti europeisti sono andate male, nessuno escluso. Gli elettori non vi hanno capito o è l'Europa che è troppo lontano dall'Italia?

"L'Europa deve essere uno spazio unico di grande mobilità dove i cittadini italiani così come quelli di altre nazionalità possono spostarsi, cercare e crearsi le proprie opportunità.
L'abbraccio con il Pd è stata visto dai cittadini come una associazione di intenti molto più forte di quelle che erano in realtà le intenzioni. Un'alleanza che non ha pagato perché il Partito Democratico non è stato visto come una forza che potesse dare speranza e fiducia ai cittadini. 
Il Movimento 5 stelle e Lega hanno vinto le elezioni non sul web ma perchè stavano sui territori. Occorre fare un lavoro di lungo periodo di ingaggio territoriale e di comunità".
Ora occorre dare un modello di società alternativo a quello che sta proponendo Salvini, per semplificare. Il Governo sta proponendo di tutto e di più senza la minima idea di come si possa finanziare tutte le misure che si intendono adottare. Il rischio è di mettere in dubbio la tenuta dei conti e far esplodere il debito pubblico.
Se nessun presta più soldi allo Stato italiano andiamo in bancarotta, e a rimetterci saranno i più poveri che rischiano di non avere più uno stipendio. Altro che revisione della riforma Fornero, le pensioni non saranno pagate più a nessuno. Attenzione a dire che abbiamo la bacchetta magica e stampare moneta come fossimo Zio Paperone e Paperopoli". 

Tra i prossimi impegni dei Radicali il referendum sul trasporto pubblico a Roma dove si chiederà ai cittadini della Capitale di decidere il futuro dell'azienda municipalizzata, Atac, la grande malata tra le società capitoline. Era meglio fallisse?

"Quando le società falliscono ci sono sempre delle consueguenze molto importanti che prima di tutto hanno a che vedere con tante persone e tante famiglie. Le complessità richiedono soluzioni complesse, non esisto scorciatoie. Il bello del referendum è che i cittadini possano fare i cittadini e possano toccare con mano la responsabilità di decidere cosa è meglio per loro. Occorre affrontare di petto le conseguenze dell'innefficienza e decidere in che direzione far evolvere la città".

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