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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Salerno

Angelo Vassallo, lo sfogo del fratello in una lettera: "Non tornare, ti ucciderebbero ancora"

A sette anni dall'omicidio del "sindaco pescatore" - la cui morte è ancora oggi oggetto di indagini da parte della magistratura - il fratello Dario si scaglia contro i politici campani che "hanno venduto il tuo sogno"

"Sia pure a malincuore e sapendo che è impossibile voglio darti un consiglio: non tornare, ti ucciderebbero un'altra volta", scrive Dario Vassallo, rivolgendosi idealmente al fratello Angelo, il "sindaco pescatore" di Pollica (Salerno) ucciso sette anni fa in un agguato ancora oggi senza colpevoli.

Nove colpi di pistola, era il 5 settembre 2010: Vassallo venne assassinato in auto mentre stava rincasando. Un delitto irrisolto, ancora oggetto di indagini da parte della magistratura che cerca di trovare il colpevole attraverso il test del Dna su 94 persone, fra gli abitanti di Acciaroli - frazione di Pollica famosa per la bellezza del mare e la dieta mediterranea -, conoscenti del primo cittadino e altri, compreso chi ha posseduto, anche legalmente, una pistola compatibile con la calibro 9 "Baby Tanfoglio" utilizzata per l'omicidio e mai ritrovata.

I pm ipotizzano l’omicidio con l’aggravante camorristica. Angelo Vassallo, che militava nel Pd, si era battuto contro il mercato della droga ad Acciaroli, arrivando ad affrontare in prima persona gli spacciatori presenti sul molo. L’unico indagato noto, l’italo-brasiliano Bruno Humberto Damiani, considerato un frequentatore degli ambienti dello spaccio nella movida cilentana, è risultato negativo all’esame del Dna.

In ricordo del "sindaco della legalità", il fratello Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo,  ha deciso di scrivere una lettera aperta indirizzata idealmente proprio ad Angelo. L'uomo, che ha lasciato il Cilento per trasferirsi a Roma, lancia un durissimo atto di accusa nei confronti della politica campana e di alcuni amministratori locali.

"Caro Angelo, sono già  trascorsi 7 anni da quando ti hanno ucciso e in questi 7 anni il Cilento e questo nostro Paese sono precipitati sempre più in basso. Se tu tornassi non riconosceresti la tua Pollica e tantomeno Acciaroli, lì dove noi siamo cresciuti e diventati uomini è diventato tutto artificiale, come un parco divertimenti, suoni, rumori, cemento, tanto. Troppo cemento, puzza di fritture, soldi, alcool, droga costellano l’estate e “altri” la fanno da padrone".

C'è rabbia e delusione nella lettera pubblicata in versione integrale da infocilento.it. Dario Vassallo parla di un "Cilento precipitato sempre più in basso". E di una politica che "non si è mai posta la domanda del perché tu sia stato ucciso".

"Dove tu con la tua opera hai fatto conoscere a tutti noi la bellezza, non c’è più nulla di concreto, di solido; tutto  è diventato effimero e commerciale e l’unica bellezza, che la maggior parte dei tuoi paesani riconosce, è la bellezza dei soldi e, come avevo previsto dopo la tua morte, in pochi anni da proprietari molti sono diventati garzoni. Pensa che da quando non ci sei più nel Cilento e nel Vallo di Diano ci sono stati 46 suicidi e 27 tentati suicidi, quasi tutti ragazzi, la politica locale, scarsa, ma molto scarsa, non si è mai posta il perché di queste morti, come non si è mai posta la domanda del perché tu sia stato ucciso, un Sindaco, lo Stato. Questi politici Cilentani (non tutti) si affannano a rimanere sempre a galla; adesso il loro principale impegno non è pensare ai problemi del popolo ma è come accaparrasi una agognata candidatura per le prossime elezioni, bisogna capirli, ma non giustificarli e ti prometto che ci adopereremo affinché "qualcuno" non venga eletto. C’è, nel tuo Cilento, una crisi sociale che fa scappare i giovani i quali vanno via per non perdere la propria dignità e per non genuflettersi davanti alla politica feudale di chi ha distrutto questo angolo di paradiso solo al fine di far fare carriera politica ai propri figli. In un territorio che vive su un giacimento d’acqua da 1 miliardo di metri cubi, in molti comuni questo bene essenziale non c’è neanche per cuocere la pasta, con te ce ne era per lavare le strade, per innaffiare gli alberi e per lavare  gli yacht".

Sono durissime le accuse nei confronti dei politici locali.

"Il tuo sogno è stato venduto ad altri per un piatto di lenticchie, la tua Dieta Mediterranea viene trattata come una puttana che si dà a tutti e che fa gli interessi di pochi e sempre gli stessi. Sembra che molti dei tuoi paesani vivano in un reality e che tu non sia stato ucciso, ma andato via per una gita. Pensa che l’anno scorso a Milano si è tenuta Milano Expo, una rassegna mondiale sul cibo e l’alimentazione  dove lo slogan, (ed è rimasto solo uno slogan), era "Nutriamo il Pianeta". Sono arrivati  espositori da tutti il mondo e tu, che sei stato colui che si è adoperato affinché la Dieta Mediterranea fosse riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, non sei stato neanche nominato da quello che era il tuo vice sindaco e, se l’ha fatto, nessuno se ne è accorto. Gli unici che in quella sede hanno parlato di te sono stati gli amici siciliani, del GAL dei Nebrodi".

E durissimo è l'attacco a Vincenzo De Luca e Franco Alfieri, attuale capo segreteria del presidente della Regione. 

"Senza parlare poi del 5 settembre, lo stesso giorno che sei stato trucidato, il tuo comune e il suo sindaco, per due anni consecutivi (2014 e 2015) hanno fatto la sagra del pesce, con infinite libagioni e infinite fritture e c’è anche chi ha detto che tu ne saresti stato contento. Sciagurati. Sono stati sciagurati quando la “tua” Oasi del Giglio marino è stata distrutta e sono stati complici di coloro che nel Cilento hanno tentano di cancellare la tua vita da sindaco, da uomo dello Stato. Qua ormai le fritture sono di moda, pensa che il tuo “amico” Franco Alfieri ex sindaco di Agropoli ed ex Assessore ai Lavori Pubblici alla Provincia di Salerno, lo ricordi? Continua a dire di non aver visto le tue denunce inerenti le “Strade Fantasma” ed è lo stesso che è stato imputato nel processo “Due Torri bis”, da dove è uscito indenne per prescrizione dei termini. Volevo ricordati che sia il tuo ex partito, il PD, sia il sindaco di Pollica, Stefano Pisani, non si sono costituiti parte civile nei processi, gli unici siamo stati noi con la Fondazione a te dedicata. Ebbene Alfieri da Agropoli è stato nominato da pochi mesi capo segreteria di De Luca che a sua volta in questi 7 anni ha lavorato “benissimo” fino a diventare Presidente della Regione Campania. Eh non ci credi? E’ cosi!".

Infine l'amara e toccante conclusione:

"Come vedi qui le cose stanno messe veramente male, ma mentre noi abbiamo scritto per te un libro, realizzato una fiction e fatto una piece teatrale con Ettore Bassi, nel Cilento non si può parlare di te. Sai, dai ancora fastidio, troppo, ma tranquillo io e Massimo non ci arrendiamo, anzi adesso siamo in tanti e presenti in tutta Italia, sembriamo un esercito e oggi ti ricorderemo in tante città del nostro Paese [...]. Mai fermi, mai domi. Ci piacerebbe averti qui con noi, adesso, e magari andare a pescare come doveva essere quella maledetta  domenica che ti hanno ucciso. Sarebbe bello poter uscire da questo incubo che è la politica italiana, così io e Massimo, e le nostre rispettive famiglie, potremmo ritornare alla nostra precedente vita. Lo so che questo è impossibile, però, questa volta e a malincuore, voglio essere io a darti un consiglio. Non tornare. Ti ucciderebbero un’altra volta". 
 

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