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Martedì, 23 Aprile 2024
TRATTATIVA STATO-MAFIA

Ingroia in Guatemala: "Sono un bersaglio da anni"

Il pm al centro delle polemiche sulla trattativa Stato-mafia ha accettato un incarico annuale per conto dell'Onu. "Se i magistrati fossero più ascoltati in Italia, forse avrebbero meno voglia di andare all'estero". E sulle tensioni con il Quirinale: "C'è un clima che non giova alle istituzioni"

Antonio Ingroia ha deciso di accettare la proposta delle Nazioni Unite e andrà in Guatemala, per un incarico annuale. Nel pieno delle polemiche che lo hanno investito in merito alla trattativa Stato-mafia e sulle intercettazioni indirette del capo dello Stato, Ingroia ha rilasciato un'intervista a Rainews24. Perché ha accettato l'incarico in America Centrale? "L'esperienza italiana in materia di lotta alla mafia è un modello ricercato altrove - dice il pm - ma se i magistrati fossero più ascoltati in Italia forse avrebbero meno voglia di andare all'estero".

"NON NASCONDO L'AMAREZZA" - Alla domanda se si è sentito isolato e se questo ha influito sulla sua scelta, il procuratore aggiunto della Dda di Palermo ha replicato: "No, non è questa la motivazione decisiva, però non posso nascondere una certa amarezza per essere bersaglio da anni. Fa venire voglia di andare lì dove magari si è apprezzati pienamente".

"ATMOSFERA CHE NON AIUTA" - Secondo Antonio Ingroia "non pesa sul lavoro" il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale per le intercettazioni indirette del presidente Napolitano con l'ex ministro Nicola Mancino, indagato nell'inchiesta palermitana sulla trattativa Stato-mafia. "Ma - ha aggiunto il magistrato - devo dire con estrema sincerità che però c'è un clima, un'atmosfera in Italia che non giova alle istituzioni e all'autorevolezza di tutte le istituzioni".

"Sono il primo a fare autocritica - ha spiegato - io credo che in questo clima ci sia un inasprimento del riconoscimento delle prerogative di ciascun potere, di ciascuna funzione che va a volte a discapito della coesione. Dobbiamo ricostruire un tessuto di dialogo e anche di rispetto e di confidenza reciproca, nel senso del contrario della diffidenza".

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