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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Messina

Sicilia, arrestato il deputato regionale De Luca (Udc): "Evasione fiscale"

Era stato appena eletto nello schieramento di centrodestra che sostiene Nello Musumeci. Aveva annunciato subito dopo il voto di domenica di volersi candidare a sindaco di Messina

Appena eletto nello schieramento di centrodestra che sostiene Nello Musumeci, è stato arrestato (ai domiciliari) per evasione fiscale il neo-deputato regionale Cateno De Luca (Udc).

Dopo il trionfo di domenica alle elezioni regionali, in cui aveva preso più di 5mila voti, Cateno De Luca aveva annunciato di volersi candidare a sindaco di Messina.

Arrestato Cateno De Luca (Udc)

De Luca è stato arrestato, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Messina a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della Compagnia Carabinieri di Messina Sud. Il parlamentare è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Con lui ai domiciliari anche Carmelo Satta. I due sono finiti agli arresti, "in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro", si legge in una nota della Gdf.

"Sofisticato sistema di fatturazioni fittizie"

Nel dettaglio, grazie alle indagini è stato individuato "un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società CAF FE.NA.PI. s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Saitta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette", sostengono gli inquirenti.

De Luca si difende e chiede scusa su Facebook

Dagli arresti domiciliari, De Luca si è difeso pubblicando un post su Facebook accompagnato da una sua foto mentre beve un bicchiere di caffè. “Sapevo già che mi avrebbero arrestato, perché già certi ambienti mi avevano avvertito – ha detto -. Oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici, archiviati o con sentenza di assoluzione. Chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per ciò che subiranno nei prossimi giorni. Dedico questa ulteriore battaglia ai perseguitati dell’ingiustizia che non hanno avuto la forza ed i mezzi per ottenere giustizia. State sereni, io non mollo”.

Otto persone denunciate

In pratica, lo schema evasivo emerso prevedeva secondo gli inquirenti l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf fenapi s.r.l., "individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta". Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini I.V.A. che delle Imposte sui redditi delle società). Sono state denunciate altre 8 persone nell'ambito della stessa indagine. Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l., nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

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