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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

"Ritiratevi tutti": la consigliera che scuote l'assemblea del Pd (senza Renzi)

Martina rassegna le dimissioni, l'ex premier è il grande assente. Chi sarà il nuovo segretario?

L'Assemblea nazionale dei mille delegati del Pd si è aperta all'Ergife di Roma con l'inno di Mameli. L'obiettivo è provare a dare nuova vita ad un partito tormentato, dopo la disfatta delle elezioni politiche del 4 marzo, e soprattutto eleggere il nuovo leader. I candidati sono cinque, al momento: Nicola Zingaretti, Francesco Boccia, Matteo Richetti, Cesare Damiano e Dario Corallo. Presenti anche Marco Minniti, candidato in pectore, e Maurizio Martina che, da segretario uscente, ha rassegnato ufficialmente le dimissioni, chiudendo la fase aperta dopo le dimissioni di Renzi. L'ex premier ha disertato l'incontro (voci della vigilia già prevedevano la sua assenza, come quella di molti renziani, perché non ci fosse il numero legale). L'assemblea di oggi è la prima tappa del percorso che porterà alle primarie

"Ritiratevi tutti. Liberate il Pd". A otto mesi dal tracollo elettorale del partito, Katia Tarasconi - consigliera regionale dell'Emilia Romagna - è la prima a prendere la parola dopo il discorso di dimissioni di Maurizio Martina. Con un intervento molto critico nei confronti dell'establishment democratico, la donna sferza così la platea dem come aveva gia fatto all'assemblea del 7 luglio (il video è in fondo all'articolo): "Lo scorso 7 luglio ho fatto a questa assemblea un discorso molto duro e sono rimasta sorpresa da quante persone hanno condiviso quel discorso. Il video è diventato virale ma quello che mi domando è quanti di voi del vertice si siano chiesti perché abbia riscosso cosi tanta empatia".

Tarasconi continua: "Siete ancora così accecati dalle vostre esigenze personali - incalza la delegata piacentina - da non capire che le nostre divisioni, correnti, la nostra presunzione non ci hanno fatto più capire dalla gente. Parlate di fuoco amico ma sono stati gli elettori a fare fuoco contro di noi. Fuori di qui a nessuno interessa chi sta e chi non sta con Renzi, Martina, Zingaretti, Minniti. Per una volta provate a essere una squadra. Basta con l'arroganza. Faccio una proposta: io dico ritiratevi tutti, fate un passo indietro e ripartiamo non dai nomi ma delle idee, riapriamo dal riscrivere lo Statuto e lo dobbiamo fare noi delegati in assemblea e non i vertici. Metodi nuovi, persone nuove e non riconducibili a nessuna corrente".

Assemblea Pd, la critica della delegata Katia Tarasconi: "Ritiratevi tutti" | Il video

Assemblea Pd, gli interventi di Orfini e Martina

"Non dobbiamo chiudere la nostra discussione congressuale sulle nostre discussioni interne", ha detto Orfini aprendo i lavori e dopo aver ringraziato Martina, che ha confermato le dimissioni, "per come ha guidato questa fase". "Non è giunta nessuna candidatura a segretario in Assemblea, quindi dichiaro aperto il percorso congressuale", ha poi aggiunto il presidente Orfini durante i lavori del parlamentino dem. "Io penso di potere dire che in questi mesi difficili, in cui nulla era scontato, siamo riusciti a impostare un lavoro di ricostruzione, ne sono orgoglioso e sono consapevole che è solo l'inizio di un impegno più radicale e forte nella fase nuova che si è aperta il 4 marzo", dice poi Martina. "Passi cruciali sono ancora da compiere, questo percorso ha solo cercato di dare alcuni segnali di premessa per un lavoro di ricostruzione"; come è stato con la manifestazione di piazza del Popolo, "la prima che ha dato un segnale di reazione e che ha dimostrato come questo partito sia essenziale per l'alternativa alla destra".

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Zingaretti vuole eliminare il contributo in denaro per votare

"Io farò di tutto per aprire una nuova stagione e una nuova speranza. Può farlo un partito aperto che sappia rifondare e rigenerare un campo nuovo". Così Nicola Zingaretti a margine dell'Assemblea del Pd. Per il candidato, infatti, "non si deve tornare indietro commettendo gli errori del passato ma nemmeno stare fermi. Dobbiamo costruire una nuova strada che chiami la parte migliore a combattere. C’è la possiamo fare, mi auguro che le regole punteranno alla massima partecipazione di persone al Congresso". Zingaretti ha lanciato poi un appello "a tutti quelli che vogliono il cambiamento: segnatevi in agenda la data delle primarie e venite a votare. Facciamo partecipare tutti - ha poi aggiunto il Governatore del Lazio -, eliminando anche quell'euro, quei due euro previsti per poter votare perché per votare non bisogna pagare ma basta fare una sottoscrizione - ha sottolineato -. Se diamo il messaggio che insieme cambiamo pagina ci sarà una straordinaria risposta anche da chi si è sentito tradito da M5s e Lega".

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Con l'assemblea si apre ufficialmente il congresso del Pd: non è escluso che il tema dei tempi possa essere uno degli argomenti di discussione. C'è chi vorrebbe accelerare. Ma l'orientamento sembra quello di confermare l'ipotesi di primarie tra fine febbraio e primi di marzo. Di questa idea è anche Zingaretti, il candidato 'forte' al momento in campo. Ma anche l'area renziana è di questo avviso. La data preferibile sarebbe quella dell'ultima domenica di febbraio; anche perché non è scontato che dai gazebo esca un vincitore e nel caso nessuno superi il 50% dovrà essere convocata l'assemblea e lì eleggere il segretario. Un'ipotesi che Zingaretti respinge: "Il congresso si fa per scegliere il segretario, io sono fiducioso e mi batterò perché sia cosi. Sono ottimista".

In attesa della candidatura ufficiale di Minniti - si parla di un ticket con la 'renzianissima' Teresa Bellanova (un modo per tenere unita l'area, vista la freddezza da parte di alcuni esponenti dem molto vicini a Renzi sul nome di Minniti) - Antonello Giacomelli ironizza: "Non so se sarà davvero così, in quel caso immagino che almeno il coordinatore della campagna sarà una persona che proviene dalla sinistra. Così, giusto per una rappresentazione equilibrata della piattaforma congressuale...". Dalla prossima settimana inizia poi la raccolta firme tra i gruppi di Camera e Senato. Con Minniti-Bellanova dovrebbe schierarsi "oltre il 60%" dei parlamentari", è la previsione dei renziani. "Ci mancherebbe - dice Paola De Micheli, punto di riferimento in Parlamento per la candidatura di Zingaretti - le liste le ha fatte Renzi... noi stiamo seguendo un'altra impostazione, tutta sul territorio. Siamo ormai a 500 amministratori locali per Zingaretti" e di questi sono "oltre 230 i sindaci".

Qui sotto, l'intervento di Katia Tarasconi all'Assemblea nazionale del Partito democratico del 7 luglio scorso

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