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Sabato, 20 Aprile 2024
Crisi economica

Il governo conferma l'aumento dell'Iva: "Non ci sono soldi"

Saccomanni (Economia): "Togliere Iva e Imu costa 8 miliardi e ora non ci sono". La strada è ad un bivio: rispettare le promesse, spiega Zanonato (Sviluppo Economico) comporterebbe "interventi di estrema severità"

L'eliminazione dell'Imu e lo stop all'aumento dell'Iva costerebbero complessivamente 8 miliardi di euro, risorse che "al momento non sono rinvenibili". Lo ha ribadito ieri il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, nel corso del question time al Senato. Un intervento netto, che mette le carte sul tavolo del governo: se l'Imu "dovesse essere eliminata - ha spiegato il ministro - comporterebbe un onere di finanziamento di 4 miliardi l'anno che, se si aggiungono ai 4 miliardi per l'Iva, fanno ipotizzare la necessità di interventi di tipo compensativo di estrema severità che al momento attuale non sono rinvenibili".

Saccomanni ha poi spiegato che sull'aumento dell'Iva che scatterà a luglio il governo sta lavorando per eliminare l'incremento o in alternativa per rinviare per un periodo di tre mesi. "Tra le alternative allo studio - ha riferito - ci sono l'eliminazione di 1 punto di aumento che implica la necessità di trovare 2 miliardi di euro e un finanziamento di 4 miliardi per ciascuno degli anni successivi. Sono all'esame anche possibilità di rinviarla di 3 mesi o di un periodo di tempo più lungo che consenta di guardare con più chiarezza all'evoluzione della situazione economica".

ZANONATO: "STOP AUMENTO IVA SOLO SE CI SONO SOLDI"

E se il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha provato a rassicurare tutti che "sull'Iva la maggioranza resterà unita", spiccano le parole del 'titolare' dell'Ambiente, Andrea Orlando, che ad Omnibus, su La 7, ha spiegato: "Il punto di partenza di Saccomanni è oggettivo perché c'è una situazione di difficoltà. Però credo che tutti gli sforzi che si possono compiere per scongiurare l'aumento dell'Iva vadano fatti". Detto ciò, resta il dato che "l'aumento dell'Iva non sarebbe una scelta di questo Governo ma un automatismo deciso da quello precedente. Ora si tratta di andare a individuare ulteriori risorse. Ma il punto di Saccomanni è quello di partenza, si tratta di vedere se riusciamo a costruire un punto di arrivo".

DAMIANO (PD). "Tutti siamo d'accordo che l'Iva non andrebbe aumentata e che la tassa sulla prima casa dovrebbe essere modulata diversamente, esentando le famiglie a reddito medio basso. Ma, come ci ricorda il ministro Saccomanni, queste operazioni non sono a costo zero per i conti dello Stato: servirebbero, secondo le ultime stime, almeno otto miliardi". Lo afferma Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera, sottolineando che "è necessario, dunque, poiché le risorse sono limitate, operare interventi selettivi e mirati per affrontare e risolvere questa pluralità di problemi". Damiano quindi ricorda che "non siamo ancora usciti dalla crisi, purtroppo" e che dunque "resta fondamentale saper scegliere le priorità". E, come ha più volte detto anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, "il lavoro è il tema numero uno per questo paese: dobbiamo ridurre il cuneo fiscale per agevolare le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani e degli ultra cinquantenni, e migliorare le normative del mercato del lavoro".

LA PROPOSTA DEL PD E LA RISPOSTA DEL PDL - Stoppare l'Iva per sei mesi (il costo è 2 miliardi) e tagliare l'Imu solo alle fasce deboli (altri 2 miliardi). I "falchi" del Pdl però non ci stanno - "non è abbastanza" - e hanno incalzato Saccomanni a trovare le risorse per tutto in un dibattito che rientra anche nel braccio di ferro interno al partito con l'ala governativa. Il ministro ha comunque indicato che per coprire queste nuove spese si opererà "essenzialmente attraverso una revisione strutturale dei meccanismi di spesa ed attaccando il capitolo delle agevolazioni di carattere fiscale". Cioè verrà ripreso il Rapporto della Commissione guidata da Vieri Ceriani che ha censito circa 720 diversi tipi di detrazioni fiscali, che comportano una riduzione del prelievo di 254 miliardi. Tra esse ci sono agevolazioni che riguardano le famiglie e sono quindi intangibili, ma l'intenzione è trovare quelle che possono oggi essere considerate superate e dalle quali trovare altri miliardi.

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