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Giovedì, 28 Marzo 2024
PRIMARIE CENTROSINISTRA /3

IL PUNTO - Bersani e Vendola come Prodi e Bertinotti

Niente di nuovo sul fronte della sinistra. Il ticket tra il segretario del Pd e il leader di Sel ha il sapore di una nuova (vecchia) Unione. Ma il dado è tratto: Vendola sosterrà Bersani per scavalcare Renzi. E poi stringere la mano a Casini.

E ora Bersani è pronto ad andare all'incasso. A 'pagare' il prezzo del ticket elettorale sarà Nichi Vendola e, con lui, tutta Sel 'ufficiale'. Non c'è neanche bisogno di un corteggiamento.

L'accordo era questo fin dall'inizio: uno - Vendola - avrebbe fatto la voce di sinistra del futuro centrosinistra. L'altro - Bersani - ne sarebbe stato il leader. Uno - Vendola - avrebbe ingoiato alcuni bocconi amari, dalla partecipazione del Pd alla maggioranza che sostiene il governo Monti fino al fiscal compact votato da tutto il partito. L'altro - Bersani - avrebbe accettato di parlare (accennare) di temi come la lotta alla precarietà, l'ambientalismo, le necessità di rimettere mano alla riforma del Lavoro del ministro Fornero.

In poche parole: sostegno di Vendola a Bersani nella corsa alle primarie e, in cambio, ampia partecipazione di Sel nel futuro (eventuale) governo Bersani. Un ticket che ricorda - passo per passo - molto da vicino quello siglato da Fausto Bertinotti e Romano Prodi ai tempi de L'Unione. Ticket che portò l'allora leader di Rifondazione Comunista fino alla presidenza della Camera.

Ora non è dato sapere cosa accadrà dopo le elezioni, ma possiamo già delineare cosa sarà domenica 2 dicembre. Vendola, e con lui i vendoliani (più che i militanti di Sel), si recheranno ai seggi per votare Bersani. Il tutto, nonostante le tante, forse troppe contraddizioni che questo comporta. Ne scegliamo tre, per non dilungarci troppo.

La prima: il 'montismo'. Bersani sta provando in ogni modo a smarcarsi dal premier, ma una cosa è certa. Se Monti è primo ministro e se l'agenda Monti continua ad andare avanti, è solo e soltanto grazie al sostegno parlamentare del Partito Democratico. Dall'altra parte, Vendola sta provando in ogni modo a convincere la gente che lui è 'anti Monti'. Salvo poi schierarsi apertamente con chi ha votato ogni riforma, manovra, taglio del governo Monti.

La seconda: la 'questione europea'. Veniamo ai cosiddetti 'diktat' dell'Unione Europea che, dopo aver di fatto scaricato il governo Berlusconi, ha voluto dei professori alla guida dell'Italia. Vendola si pone come politico dalla linea 'anti Merkel'. Più volte - da amministratore locale qual è - ha ribadito il suo no al fiscal compact e all'inserimento del vincolo costituzionale del pareggio di bilancio. Vincolo che sta stringendo in una morsa mortale soprattutto le amministrazioni locali. Eppure quel fiscal compact che Vendola tanto dice di voler combattere e rivedere è stato votato dal partito di Pierluigi Bersani. Che Vendola ora sosterrà come suo candidato premier.

La terza: la questione 'precaria'. Qui si potrebbe tornare indietro di anni. Potremmo parlare, ad esempio, del pacchetto Treu o della Legge Biagi. Leggi volute e approvate da governi di centrosinistra. Leggi partorite da chi oggi è nel Pd in 'quota Bersani'. Ma parleremmo di preistoria politica. E allora è sufficiente andare indietro di poche settimane e parlare della riforma Fornero. Una riforma che Vendola ha definito - testualmente - "ammazzaprecari". Peccato, però, che anche questa riforma è stata votata dal Partito Democratico. Da Bersani.

Tre indizi fanno una prova, si dice. La prova che il sostegno vendoliano a Bersani puzza quantomeno di controsenso. Se non di accordicchio o, per dirla alla Bersani, di "bilancino". 

C'è poi un altro fattore. Come detto, i vendoliani non potranno esimersi dal votare Bersani. Ordine di scuderia. Ma gli elettori o i simpatizzanti di Sel, cioè di una sinistra teoricamente nuova, che fa della difesa delle nuove generazioni, dei diritti di genere, dell'ecologismo, della scuola e della ricerca la propria bandiera, difficilmente saranno attratti da chi queste parole d'ordine le pronuncia - al massimo - a mezza bocca. Per questi elettori votare Bersani non sarà facile. Anzi.

E allora le possibilità sono due. Non andare votare, riducendo la platea dei sostenitori di Bersani. #oppurerenzi. Senza dimenticare che poi ci sarà da affrontare la "questione Casini".

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