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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Toh, chi si rivede: "Berlusconi pronto a candidarsi alla guida del Paese"

Le difficoltà della trattativa di governo tra Salvini e Di Maio rafforzano il profilo critico di Forza Italia. Dopo la riabilitazione, Berlusconi rimane alla finestra (senza chiedere poltrone). Ma se l'intesa "legastellata" dovesse fallire...

Il M5s lavora al contratto di governo con la Lega e punta a chiudere il programma entro giovedì. Lega e 5 Stelle sono "a buon punto e siamo fiduciosi si possa partire al più presto", ha detto la capogruppo del M5s alla Camera Giulia Grillo, parlando in sala stampa a Montecitorio. Sulle parole di Matteo Salvini, ieri durissimo circa l'intesa per arrivare a un governo insieme, dallo staff della comunicazione gettano acqua sul fuoco: "Bluffa per tenersi buono Berlusconi". Già, Berlusconi.

Qual è il ruolo dell'ex premier in questo marasma post voto? E soprattutto, cosa ha in mente il leader di Forza Italia per il prossimo futuro? Renato Brunetta, ex capogruppo azzurro alla Camera, non ha dubbi: "Con la riabilitazione di Berlusconi cambia tutto. Il centrodestra nei sondaggi è già al 40%, Forza Italia è avanti e Berlusconi è pronto a candidarsi alla guida del Paese. Non abbiamo paura delle elezioni, non ne abbiamo mai avuta, ma non credo che elezioni continue siano un bene per l'Italia".

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Berlusconi alla finestra, ma non "fa l'uccello del malaugurio"

Dopo più di 70 giorni di stallo post urne, nel centrodestra c'è pessimismo sulla riuscita dell'intesa governativa "giallo-verde". Troppi i nodi da sciogliere, da quello del premier al programma condiviso. Silvio Berlusconi preferisce stare alla finestra: ieri il Cav, assicurano fonti azzurre, non ha visto il leader della Lega, ma è sempre rimasto in contatto con lui telefonicamente, e attende gli ultimi sviluppi della situazione senza ''fare l'uccello del malaugurio'', come dice la sua fedelissima Licia Ronzulli, che spiega: ''La nostra scelta è stata onesta e leale secondo i principi di responsabilità e trasparenza nei confronti degli alleati".

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"Elezioni anticipate? C'è un solo candidato: Silvio Berlusconi"

Tra gli azzurri, però - anche se non in maniera esplicita - alcuni scommettono che alla fine tutto fallirà, perché le distanze tra il Carroccio e i grillini sui temi fondamentali come l'immigrazione, la giustizia e l'Ue sembrano incolmabili. C'è chi ri-agita lo spettro delle elezioni anticipate. "Sono quasi inevitabili - sentenzia Gianfranco Rotondi, segretario di Rivoluzione cristiana -. E per Forza Italia, Rivoluzione cristiana e l'Udc c'è un solo candidato premier e si chiama Silvio Berlusconi. Lo dice uno come me che osserva con interesse e ammirazione il lavoro di Salvini. Ma una volta che Silvio è tornato candidabile, per noi e per milioni di italiani c'è un solo presidente e si chiama Berlusconi. Su questo punto -aggiunge - faremo la più radicale delle nostre campagne elettorali".

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Nei giorni scorsi, Silvio Berlusconi ha ottenuto la "riabilitazione" dal tribunale di sorveglianza di Milano (che ha di fatto cancellato le conseguenze della condanna per frode fiscale del 2013 legata al processo sul diritti Mediaset che aveva fatto scattare l'incandidabilità per l'ex premier prevista dalla cosiddetta legge Severino). Tornerà quindi ad essere candidabile dalle prossime elezioni.

Una cosa, nell'immediato, è evidente: Forza Italia sta rafforzando il suo profilo critico, e se i leader della Lega e M5s riusciranno a varare l'esecutivo la linea resta di farlo partire, ma senza sconti. Berlusconi e i suoi non voteranno la fiducia, ma non chiederanno poltrone "per marcare le distanze e avere le mani libere", scrive Il Giornale, quotidiano sempre ben informato sulle vicende di Berlusconi e Forza Italia. Se invece Salvini e Di Maio dovessero fallire (e non è fantapolitica), il Cav sarebbe pronto a riapparire in scena da protagonista, a fare la voce grossa per riprendersi lo scettro del centrodestra a scapito di Salvini e riportare al suo partito molti dei voti che si sono spostati sulla Lega. I sondaggisti non hanno dubbi: il ritorno alla candidabilità di Berlusconi produrrebbe effetti positivi per il partito azzurro in caso di nuove elezioni.

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