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Martedì, 16 Aprile 2024
Giustizia

Processo Ruby, Berlusconi condannato a 7 anni

Durissima la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano nei confronti dell'ex premier. La richiesta era stata di sei anni. Disposta anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici

I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno condannato l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, imputato nel processo Ruby, a sette anni di carcere. L'ex premier è stato riconosciuto colpevole per il reato di concussione per costrizione e per il reato di prostituzione minorile. Berlusconi era accusato di concussione, ma nel corso del dibattimento il reato è stato trasformato in induzione indebita per una modifica della legge anticorruzione varata dal governo Monti.

Fuori dal palazzo di Giustizia un piccolo gruppo, composto da una decina di manifestanti, radunato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, ha accolto con applausi e grida di esultanza la notizia della condanna di Silvio Berlusconi. Alcuni di loro, come riporta l'Ansa, hanno intonato l'inno d'Italia.

FALSE TESTIMONIANZE - I giudici di Milano, nel condannare Berlusconi, hanno anche disposto la trasmissione degli atti alla procura perché indaghi su presunte false testimonianze.

LA DIFESA - Lapidario ma durissimo il commento di Niccolò Ghedini, legale di Berlusconi: "E' una sentenza fuori dalla realtà ma purtroppo attesa".

"IO INNOCENTE, RESISTERO'" - "Non è soltanto una pagina di malagiustizia: è un'offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese". Così il leader del Pdl ha commentato la sentenza, spiegando che si è trattato di "una sentenza violenta, ero convinto che mi assolvessero. Ma io resisto alla persecuzione. Nei fatti non c'era davvero nessuna possibilità di condannarmi. E invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista nè sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese".

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POLEMICHE PER BRUTI LIBERATI IN AULA - "In un processo insolito, anomalo e assurdo, ugualmente insolita e assurda è la presenza oggi in aula, in toga, al fianco del pm Sangermano, del capo della procura di Milano, Bruti Liberati". Lo ha dichiarato Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario dei deputati del Pdl. "Scopriremo solo nelle prossime ore il senso dell'apparizione di Bruti Liberati nel momento in cui i giudici sono in Camera di Consiglio per decidere e quindi nell'imminenza della sentenza sul processo Ruby nei confronti del presidente Berlusconi", ha proseguito. "Abitualmente infatti il procuratore capo della Repubblica assiste alla lettura del dispositivo. Trattandosi, tuttavia, come è evidente a tutti da ciò che è emerso dalle testimonianze e dalle udienze, quanto sta accadendo è normale per l'anormalità stessa di tutta la vicenda giudiziaria".

SANTANCHE' IN AULA - L'esponente del Pdl, Daniela Santanchè è arrivata al Palazzo di Giustizia di Milano, dove è attesa la sentenza del processo Ruby. Santanchè è entrata dall'ingresso in via Manara, passando davanti a un piccolo gruppo di manifestanti favorevoli a una condanna di Silvio Berlusconi.

ORA ALTRI CINQUE GIUDIZI - Dopo la sentenza di oggi per il caso Ruby, Silvio Berlusconi dovrà far fronte ad altri cinque "scogli" giudiziari: l'appello per il caso Unipol, il Lodo Mondadori, la causa civile con l'ex moglie Veronica Lario, il processo in primo grado a Napoli per la presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi e la Cassazione (forse in autunno) per la condanna in appello per la vicenda Mediaset.

LODO MONDADORI - Mercoledì 26 giugno davanti alla terza sezione civile della Cassazione verrà esaminato il ricorso di Fininvest contro la sentenza di secondo grado con cui era stata condannata a versare oltre 560 milioni alla Cir per la vicenda del Lodo Mondadori.

COMPRAVENDITA SENATORI - Giovedì 27 giugno, il leader del Pdl dovrà affrontare l'udienza preliminare a Napoli dopo che la Procura, il 9 maggio scorso, ha chiesto il suo rinvio a giudizio con l'accusa di corruzione per avere versato in nero tre milioni di euro a Sergio De Gregorio, all'epoca senatore eletto nell'Idv, al fine di farlo passare nelle file del centrodestra. Oltre che per il Cavaliere, il rinvio a giudizio è stato chiesto per lo stesso De Gregorio e per l'ex direttore dell'Avanti Walter Lavitola.

UNIPOL - Lo scorso 7 marzo i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano lo hanno ritenuto colpevole, assieme al fratello Paolo, di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio per la fuga di notizie della famosa intercettazione Fassino-Consorte ("allora abbiamo una banca") ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl, pubblicata su 'Il Giornale' nel dicembre 2005.

SEPARAZIONE DA VERONICA LARIO - Il Tribunale a dicembre lo ha 'condannato' a versare 3 milioni al mese di alimenti alla ex moglie. I giudici di secondo grado hanno respinto, in sostanza, la richiesta del leader del Pdl di sospendere d'urgenza l'esecuzione provvisoria della sentenza, concedendo all'ex premier solo un piccolo 'sconto': dovrà versare l'assegno mensile non a partire da maggio 2010 bensì da settembre dello stesso anno.

MEDIASET - L'8 maggio scorso i giudici della seconda Corte d'Appello di Milano hanno confermato la condanna a 4 anni di reclusione, di cui tre coperti da indulto, per Silvio Berlusconi, accusato di frode fiscale nell'ambito del processo sulla compravendita dei diritti tv Mediaset. I giudici confermando la sentenza di primo grado hanno condannato Silvio Berlusconi a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.

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