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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Letta e Napolitano: "Nervi saldi". Centrodestra in piazza (senza ministri) per Berlusconi

Palazzo Chigi e Quirinale sulla stessa lunghezza d'onda: evitare la crisi di governo è ancora possibile. La diplomazia è al lavoro. La data del 27-28 ottobre ventilata dal Pdl per un eventuale voto anticipato vorrebbe dire tornare a votare con il porcellum

Evitare una crisi di governo, dopo la condanna di Silvio Berlusconi e la reazione dai più ritenuta "scomposta" del Pdl, è ancora possibile, secondo Enrico Letta e soprattutto secondo Giorgio Napolitano. Il Quirinale non ha avuto problemi ad utilizzare anche parole dure nella la veemente reazione che ha bollato ieri come "irresponsabile" l'uscita di Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, che agita lo spauracchio di una "guerra civile" se non verra' garantita "l'agibilità politica" di Silvio Berlusconi.

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LETTA INSOFFERENTE - Tra Quirinale e Palzzo Chigi c'è piena sintonia. Letta viene descritto come "insofferente" per i tentativi del Pdl di coinvolgere il capo dello Stato: "Si tenga fuori il Quirinale e la si smetta di tirarlo in ballo in modo improprio e ricattatorio", avverte il premier, che aggiunge: "Ascoltero' con attenzione i contenuti e i toni dei discorsi di domani alla manifestazione" del Pdl. Traduzione: niente ulteriori provocazioni, non alzate ancora i toni o la corda potrebbe spezzarsi.

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DIPLOMAZIA AL LAVORO - La strategia, scrive l'Ansa, è stata concordata al telefono da Napolitano e Letta. La sensazione è che servirà comunque molto sangue freddo. "In questa fase serve calma e gesso, anche perche' per ora al di la' delle parole, non ci sono stati strappi", spiegano dal Quirinale. Per questa ragione presidente della Repubblica e capo del governo evitano di incontrarsi. L'idea di un colloquio al Colle, reso possibile dal rientro di Napolitano dalla montagna, viene accantonata proprio per evitare di dare l'impressione di un clima "emergenziale". La stessa ragione che spinge il capo del governo a non cambiare agenda: parte per Pisa per il fine settimana e conferma gli impegni di lunedi': incontro con Visco e Saccomanni e visita istituzionale a Bolzano.

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LA VERA PARTITA - La diplomazia è al lavoro. Letta da Epifani ha ricevuto l'assicurazione sul fatto che il Pd non reagira' in modo scomposto alle provocazioni del Pdl. Da Alfano la garanzia che oggi alla manifestazione di solidarieta' all'ex premier organizzata davanti a palazzo Grazioli non parteciperanno esponenti di governo. Berlusconi secondo gli osservatori più attenti non ha deciso di staccare la spina al governo. La vera partita non è sulla grazia (a oggi impossibile) bensì sulle condizioni a cui sara' costretto Berlusconi durante il periodo in cui scontera' la condanna. Il centrodestra punta a che la libertà personale, ma anche di azione politica, dell'ex premier sia molto ampia. Solo cosi' potrebbe restare leader della nascitura Forza Italia.

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PDL OGGI IN PIAZZA - Sono centinaia i pullman che sono attesi oggi da varie parti d'Italia nella Capitale per la manifestazione organizzata dal Pdl a sostegno di Silvio Berlusconi, dopo la sentenza della corte di Cassazione che ha confermato la condanna a quattro anni per frode fiscale. Il sit-in si svolgera' in via del Plebiscito e i pullman con a bordo i manifestanti giungeranno negli snodi di trasporto principali di Roma. Il Pdl scrive in una nota: "Si stanno intensificando tentativi di disinformazione per cercare di sminuire la portata della manifestazione prevista domani in via del Plebiscito a Roma, alle ore 18, fino al punto da definirla sit-in o semplice presidio davanti all'abitazione del presidente Berlusconi. Niente di piu' falso. Si tratta di una manifestazione che prevede l'arrivo a Roma di 500 pullman, perche' migliaia e migliaia sono le richieste di adesione di cittadini elettori e militanti che chiedono di poter esprimere la loro solidarieta' al presidente Silvio Berlusconi, rivendicando il diritto della liberta' e il ripristino della democrazia".

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ALTRI SCENARI - La data del 27-28 ottobre ventilata dal Pdl per un eventuale voto anticipato vorrebbe dire tornare a votare con il porcellum. Scenario che non piace quasi a nessuno, al punto che è facile ipotizzare che si attenderà in ogni caso il varo di una nuova legge elettorale che farebbe slittare il voto alla prossima primavera. Anche nel centrosinistra si pensa al 2014. Alcuni lettiani valutano un'eventuale candidatura di Letta alla premiership, che considererebbero naturale dopo l'esperienza di questi mesi e che dovrebbe comunque passare dalle primarie con Matteo Renzi avversario.

UN LETTA BIS? - Trova meno riscontri l'ipotesi di un governo Letta bis sotto la regia del Colle, ma non è da escludere un tentativo di creare un governo  che abbia come obiettivo superare l'autunno, e quindi rispettare le scadenze legate alla legge di stabilita', per poi cercare in Parlamento i voti necessari a riformare la legge elettorale.

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