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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca giudiziaria / Palermo

Estorsione a Berlusconi: indagato Dell'Utri

L'ex premier sarà ascoltato dai pm di Palermo come testimone per riferire su alcuni "prestiti infruttiferi" a Marcello Dell'Utri. Il colloquio, previsto per il 16 luglio, è saltato per "impegni già assunti in precedenza".

Marcello Dell'Utri è indagato per estorsione nei confronti di Silvio Berlusconi. Lo si apprende da fonti della procura di Palermo, che nei giorni scorsi hanno iscritto nel registro degli indagati il senatore del Pdl.

Lunedì scorso, il 16 luglio, i pm hanno convocato l'ex premier come testimone, come riferiscono oggi alcuni quotidiani. Ma l'incontro con i magistrati di Palermo è stato rinviato a data da destinarsi per impegni precedenti di Berlusconi.

L'ex presidente del consiglio era stato convocato come testimone nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. I magistrati che indagano sulla trattativa vogliono risalire al ruolo ricoperto da Marcello Dell'Utri, verificando il quadro di alcune spese fatte da Berlusconi per conto del senatore del Pdl, tra le quali l'acquisto, per 20 milioni, di una villa.

Secondo la procura di Palermo Dell'Utri sarebbe diventato il referente di Cosa nostra dopo l'omicidio di Salvo Lima nel marzo del 1992. Le indagini sulla presunta trattativa tra stato e mafia vedono indagati anche l'ex presidente del Senato Nicola Mancino, il senatore Calogero Mannino e gli ufficiali dell'Arma Mario Mori e Antonio Subranni.

Arrivato al palazzo di Giustizia per la riapertura del processo per associazione mafiosa dopo l'annullamento della sentenza di condanna a 7 anni dalla Corte di Cassazione, Dell'Utri ha commentato in maniera ironica l'apertura di una nuova inchiesta a suo carico: "Io dovevo fare il pm. Ne ho la stoffa. Anzi, se vado in galera studierò per fare il magistrato...".

E ai giornalisti che chiedevano un commento sul susseguirsi di inchieste a suo carico, Dell'Utri ha risposto - in merito al processo per associazione mafiosa, che "questo è un processo politico. Questa è la verità".

GELMINI: "RIPARTE GUERRA CONTRO BERLUSCONI" - "Indignata", l'ex ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, difende il 'suo' presidente attaccando le opposizioni: "Appena ieri alla sinistra moderata l'idea che, dopo il conflitto con il Colle, si ponesse mano finalmente al tema delle intercettazioni telefoniche pareva una proposta estensiva rispetto al conflitto di attribuzione sollevato dal Presidente Napolitano. Ma oggi l'orologeria della Procura di Palermo conferma che è ricominciata la guerra tra una parte, per fortuna minoritaria, della magistratura inquirente, che considera normale prendere la parola ai congressi di partito, e i difensori di una costituzione e di una civilta' liberale nemica di ogni idea di Stato etico, ieri fascista oggi orfano del comunismo. Qui e ora - aggiunge - si misura il coraggio e la responsabilità della classe politica soprattutto nella prospettiva di mesi ancora difficili per il nostro paese. La scelta è tra il coraggio di rompere finalmente questi legami con le minoranze militanti di un ordine che si vorrebbe indipendente o ricevere da queste, come in passato, oltre che un comodo argomento di campagna elettorale anche la linea politica".

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