rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Berlusconi: si ritorna a Forza Italia. I colonnelli lo stoppano: "No alle dinastie" | IL PUNTO

Il Cavaliere ha un piano: un Pdl svuotato non serve più. Per questo sta pensando al vecchio ridipinto di nuovo, con sua figlia Marina al vertice. Ma i colonnelli non ci stanno: "No a scelte oligarchiche"

Il 18 novembre del 2007, Silvio Berlusconi, in piazza San Babila, nella sua Milano, circondato da taccuini, flash, telecamere, immerso tra la sua gente, salì sul predellino della sua auto e annunciò la nascita di un nuovo soggetto politico, il Popolo della libertà. Lo fece da capo supremo del centro-destra, senza consultarsi troppo con i suoi. Tanto che da lì a qualche mese ruppe prima con Casini, poi con Fini (e i cocci della frattura, per altro sono, ancora per terra). Sono passati quasi sei anni da quel giorno e l’esperimento, almeno per Silvio, comincia a saper di vecchio. Per questo il Cavaliere è pronto a scendere da quel predellino per tornare alle origini. Berlusconi, infatti, da qualche tempo ha in mente l’ennesima svolta, tornare lì da dove tutto è cominciato: Forza Italia. Il perché sta nelle cose della politica. C’è molta tattica e poco cuore. Forza Italia, non v’è dubbio, è stato il primo amore politico di Silvio. E il primo amore, sì sa, non si scorda mai.

PDL – La faccenda tuttavia cominciò ad essere ingombrante a metà della prima decade del nuovo millennio, quando dall’altra parte della frontiera, a sinistra si cominciò a parlare di Partito democratico. Un grande contenitore politico in grado di raccogliere tutte le spinte progressiste del Paese. Un unico soggetto politico a trazione maggioritaria. Il leader del centrodestra all’epoca capì la portata della svolta a sinistra, tanto che nel breve, per non essere sorpassato dalla storia, quindi messo all’angolo, e un po’ stufo dei continui tentennamenti degli alleati, si lanciò in questa sfida: creare un polo unico che unisse conservatori e liberisti. In quegli anni, visti i due blocchi contrapposti, qualcuno si spinse fino a parlare di maggioritario adulto. Purtroppo senza far i conti con le correnti o i partitini che senza simbolo né etichette continuavano a vegetare all’interno dei confini allargati. Un giochino più di destra che di sinistra. Tanto che Berlusconi, dopo la vittoria fragorosa alle politiche del 2008, nel dicembre del 2011, nonostante uno Scilipoti infaticabile, è stato costretto a cedere il passo a Mario Monti. Lì, forse, ha compreso il fallimento del Pdl: un contenitore più che un partito, per altro troppo grande, e quindi vuoto, per le nuove dinamiche elettorali.

PROGETTO FORZA ITALIA – Questo il conosciuto, da qui in poi si tratta del ‘che fare’. Una nuova svolta, come detto, verso una nuova Forza Italia. Un partito, anche perché l’Italia fa ancora fatica a ragionare spaccata in due (Grillo docet), verticistico ma rinverdito e indissolubilmente legato alla famiglia Berlusconi. Attenzione, non a Silvio però, ma a sua figlia, Marina (giovane e donna) da mandare alla battaglia contro Matteo Renzi. Tutti d’accordo tra i ‘berluscones’? Mica tanto. L’idea piace a Daniela Santanché, non a Renato Brunetta che vorrebbe che la discussione sul post Berlusconi fosse più strutturata, e a cui non piacciono “le dinastie”.

Critico anche Fabrizio Cicchitto. Non tanto sul merito, il ritorno a Forza Italia, ma sul metodo: “Sul ritorno al nome di Forza Italia c’è un consenso molto vasto. Sulle caratteristiche che il partito dovrà assumere però la discussione è aperta e non può essere certo risolta a colpi di editti da parte di chicchessia”. E ancora, entrando nello specifico: “Questo chicchessia poi distribuisce a proprio arbitrio e convenienza le responsabilità dei recenti risultati elettorali negativi alle amministrative con i quali tutta la classe dirigente del Pdl dovrebbe fare i conti e misurarsi senza cercare capri espiatori e usare cliché vecchi di alcuni lustri”.

SCONTRO? - Che si sia riferito al Capo? Forse sì, anche perché il terzo virgolettato è ancora più preciso: “Condividiamo invece ciò che rispetto al merito ha detto Renato Brunetta indipendentemente dal riferimento a Marina Berlusconi che da taluni è stata indebitamente e irrispettosamente chiamata in causa. Considerando il fatto che a nostro avviso il partito del centrodestra dovrà condurre una grande battaglia politica ideale non solo sui temi economici ma anche su esigenze di libertà, di garantismo e di tutela dello stato di diritto, il criterio del merito e il metodo della democrazia dovranno costituire l’essenza del nuovo partito, perché non si può essere liberali nella società e fare scelte oligarchiche e illiberali per ciò che riguarda la struttura e l'organizzazione del partito”. Il Pdl rientrerà probabilmente nella pancia di Forza Italia. Da lì in poi si aprirà la partita vera del centro-destra: tra la voglia di dinastia e la levata dei colonnelli.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Berlusconi: si ritorna a Forza Italia. I colonnelli lo stoppano: "No alle dinastie" | IL PUNTO

Today è in caricamento