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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Dietrofront Silvio: "Su Forza Italia sono stato frainteso"

Berlusconi prima annuncia alla Bild che il Pdl "tornerà al vecchio nome di Forza Italia". Quindi, in piena bufera con gli ex An in prima linea, la rettifica. Ma ormai nel Pdl è tutti contro tutti

"Nell'intervista apparsa sul giornale Bild, l'idea del cambio di nome dal Popolo delle Libertà a Forza Italia è stata equivocata trattandosi, com'è logico ed evidente, non già di una decisione assunta, ma solo di un'idea, di una proposta, da discutere e da verificare nelle sedi proprie".

E' quanto ha dichiarato in una nota il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, precisando le dichiarazioni rilasciate al quotidiano tedesco Bild.

A caso esploso, il leader del Pdl prova a riportare la calma tra i suoi, ma ormai è troppo tardi.

Il sasso è stato lanciato nello stagno del centrodestra e le acque si sono agitate all'inversimile. E se ad Alemanno è già stato attribuito il ruolo di nuovo leader degli ex Alleanza Nazionale, la questione del "ritorno alle origini" sta monopolizzando la giornata politica.

DELL'UTRI - Il tentativo di Marcello Dell'Utri, tra gli ideatori-fondatori di Forza Italia - è quello di non rompere con gli ex An. Per questo prova a spiegare che il vero obiettivo dell'ex premier è di fare una "Rifondazione Forza Italia: per rifondare e rivedere". E per questo gli ex An "sono tutti in fila. Conoscono il Cavaliere e lo seguiranno. Del resto Berlusconi li apprezza molto e li tirerà dentro. Si farà ancora squadra e si marcerà a testa di testuggine".

ALFANO - Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, segue la stessa strategia dell'ideatore di Forza Italia: "Il Popolo della Libertà è un progetto nato da una straordinaria intuizione che ha consentito di raccogliere i voti di milioni di italiani. A quel progetto siamo affezionati. Non è un problema di nomi, ma di sostanza sulla quale dovranno pronunciarsi i più alti organismi previsti nello statuto del Pdl".

Nonostante i tentativi di Dell'Utri e Alfano, gli ex An sono ormai 'sui materassi' e pronti a scontrarsi con gli ex forzisti.

MELONI - Poche, lapidarie parole per bocciare - via twitter - l'idea di un ritorno alle origini. Giorgia Meloni, ex ministro della Gioventù nell'ultimo governo Berlusconi, spiega chiaramente che "in Forza Italia non ci vado. Alleati sì, sottomessi a Berlusconi mai". Più chiaro di così...

GASPARRI - Nessuna scomposizione per il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che si dice "pronto a sostenere la candidatura di Berlusconi con lealtà, ma giudico negativamente ipotesi di scomposizioni del Pdl o ritorni a sigle del passato. Abbiamo costruito il progetto unitario del centrodestra con Berlusconi e Alfano e lo sosterremo nel dibattito ed in eventuali congressi".

AUGELLO - Promotore di un progetto di legge sulle primarie, il senatore Andrea Augello non ci sta all'idea di un ritorno a Forza Italia. Per lui, nome storico di An, "l'idea che sia  in corso una tentata ricostituzione di Forza Italia può essere valutata geniale o stravagante, a seconda dei punti di vista. Qui e ora mi limito a sottolineare che è del tutto irricevibile sul piano del metodo e dello stile politico che questo tipo di messaggi giunga ai dirigenti del Pdl e alla nostra base a mezzo stampa straniera e senza alcun dibattito preventivo. Irricevibile significa, che qualunque scelta di questo genere non potrà che essere contrastata nel modo più intransigente, già per il semplice fatto di essere stata presentata in questo modo''.

MATTEOLI - Tra i più imbufaliti, Altero Matteoli che "ai miei amici ex An" dice "che non sono disponibile a dar vita ad altri partiti. Vengo dall'esperienza del Msi, sono passato ad An, contribuendo a farla nascere e poi sono entrato convintamente nel Pdl. Non intendo assolutamente dar vita ad altri partiti. Intendo far funzionare questo partito a prescindere da come si chiamerà". Quanto a un eventuale ritorno a Forza Italia, Matteoli spiega di non riuscire "a scaldarm al nome del partito. A me interessano i contenuti, il programma, gli obiettivi".

RAMPELLI - Per Fabio Rampelli, deputato ex An già all'opposizione interna a causa del sostegno del Pdl al governo "delle banche e dei tecnocrati", l'uscita di Berlusconi è inaccettabile. "Eraclito, filosofo greco, ci diceva saggiamente che 'nello stesso fiume non si può entrare due volte'. Il presidente Berlusconi ha certamente chiara la profondità del concetto e saprà distinguere la nostalgia dall'azione politica e dagli strumenti che devono veicolarla. Per le tante persone di centrodestra che non sono mai state nostalgiche del passato e non intendono iniziare a esserlo oggi, giunge il momento di guardare con orgoglio al futuro''. Quanto al futuro, per Rampelli ''l'Italia di domani chiede un partito di centrodestra vero, ispirato al popolarismo europeo, al gollismo, al conservatorismo, alle tradizioni nazionali, all'ecologismo sano e pragmatico, ma aperto alla società e ai suoi nuovi bisogni, radicato sul territorio, partecipato, che faccia le primarie per scegliere il suo candidato alla presidenza del consiglio e non voti in Parlamento leggi elettorali che non restituiscono ai cittadini il potere di scegliere tutto, come democrazia impone: premier, partito, coalizione, parlamentare".

CATANOSO - "Tornare al 1994 avrebbe un senso solo dal punto di vista dello spirito e della capacita' di interpretare le esigenze degli italiani, non certo per riproporre nomi e simboli che, pur gloriosi e affettivamente importanti, appartengono alla storia". Per Basilio Catanoso, parlamentare del Pdl e presidente dell'associazione Meridiana, tornare al 'brand' Forza Italia sarebbe "un grosso errore politico". "Abbiamo, tutti insieme, attraversato il deserto per non dover piu' fare distinguo fra 'ex' Forza Italia o Alleanza Nazionale - ricorda - per costruire una forza politica che riuscisse a mettere insieme l'anima liberale, quella cattolica e quella nazionale in un unico grande contenitore, nel segno del bipolarismo, della logica dell'alternanza e di un reale cambiamento. Tutto questo per allineare l'Italia alle grandi democrazie europee dove l'identita' si gioca all'interno di grandi poli che si confrontano e si scontrano nel momento elettorale".

Quello che emerge da questo puzzle di dichiarazioni, è come - a prescindere dalle indiscrezioni di stampa - lo scontro nel Pdl tra "ex An" ed "ex Forza Italia" sia quantomai aperto. E in questo scontro sembra che i ruoli siano invertiti. Riprendendo quanto dichiarato da Massimo Corsaro, vicecapogruppo Pdl alla Camera proveniente da An, "chi come me ha deciso di costruire il Pdl arrivando da destra lo ha fatto credendoci più degli altri. Era più facile passare da Forza Italia al Pdl che da An. Se il tentativo è quello di tornare indietro, io dico che non spingerò per il ritorno ad An, io credo nel Pdl".

 

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