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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Decadenza, ecco la difesa del Cavaliere

Berlusconi ha chiesto le dimissioni di alcuni membri della Giunta del Senato che deve decidere sulla sua decadenza. Il leader del Pdl non parteciperà alla seduta: "Solo una sceneggiata, copione già scritto"

ROMA - Si avvicina il giorno del giudizio, quello in cui la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari dirà la sua sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, dopo la condanna definitiva a 4 anni per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset.

Una battaglia politica e giudiziaria che negli ultimi mesi ha fatto più volte traballare il governo di larghe intese e che promette ancora scintille da qui a venerdì 4 ottobre, il giorno della seduta. E mentre i fedelissimi del Cavaliere occuperanno Roma al grido di "Siamo tutti decaduti", il leader del Pdl ha presentato questa mattina la sua memoria difensiva alla Giunta.

Una difesa messa nero su bianco nella convinzione che la decisione sulla decadenza comprometta di fatto la sua agibilità politica. Nel testo, Berlusconi chiede le dimissioni dei senatori che in Giunta hanno già espresso una posizione sul suo conto e, in subordine, la sospensione del giudizio e la loro ricusazione. E poi annuncia che non si difenderà durante la seduta: "Nessuna utilità vi potrebbe essere nel partecipare a un giudizio del quale si sia già previamente conosciuta la sua conclusione". Ed ecco la richiesta finale: la giunta delle immunità "sospenda il giudizio in attesa della decisione della Corte Europea" presso la quale è stato presentato un ricorso contro la legge Severino e che dovrebbe decidere "in tempi assai ravvicinati, ovvero nell'ordine di pochi mesi".

Né lui né i suoi avvocati, quindi, parteciperanno all'udienza pubblica, perché "la presenza delle parti, dell'interessato e di un avvocato non sarebbe che una mera sceneggiata in un copione già ampiamente scritto". Guerra aperta, dunque.

ECCO IL TESTO DELLA MEMORIA DIFENSIVA DI BERLUSCONI (PDF)

I membri di cui il leader di Forza Italia chiede le dimissioni sono dieci. Il senatore Casson, scrive Berlusconi nella memoria difensiva, "non solo già anticipava che voterà per la decadenza, ma negava il ruolo di terzietà della giunta affermando testualmente che trattasi di 'organismo politicò con ciò vanificandone ogni ragion d'essere" "Addirittura - prosegue - l'M5s ha prospettato più volte una posizione comune di tutto il gruppo a favore dell'immediata decadenza, sottolineando quindi trattarsi di una decisone politica. Anche la senatrice Pezzopane e il senatore Pagliaro più volte hanno espresso pubblicamente di aver già deciso di votare per la decadenza". 

Si osservi, nota, "che in linea astratta il principio della terzietà è vulnerato anche nel caso in cui il componente, al di fuori del procedimento, si esprime a favore dell'interessato. Vorranno quindi i componenti di codesta Giunta che hanno già espresso il proprio convincimento, in particolare i senatori Stefano (Dario, presidente della Giunta in quota Sel, ndr), Pezzopane, Buccarella, Casson, Crimi, Cucca, Fuksia, Giarrusso, Pagliari, Moscardelli, dimettersi per consentire la formazione di un collegio giudicante quantomeno apparentemente imparziale". In sostanza, il Cav ne salva solo tre. Fuori dalla "black list" sono rimaste le democratiche Isabella De Monte, Rosanna Filippin e Doris Lo Moro. 

Ma non finisce qui. Nella memoria, inoltre, si riproporrebbero anche le questioni preliminari che, esposte dal relatore Pdl, sono state bocciate dalla stessa Giunta nei giorni scorsi, scatenando la protesta dei senatori del Pdl e della Lega che hanno lasciato la seduta prima della votazione. Si ribadirebbe cioè l'incostituzionalità della legge Severino e la necessità di portarla davanti alla Consulta, così come si sosterrebbe la necessità di una pronuncia della Corte di Lussemburgo. Punto e daccapo, insomma. Sarà il colpo di grazia per il governissimo?

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