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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Grazia a Berlusconi: attesa per la nota di Napolitano

Tra oggi e domani Napolitano scioglierà la "riserva" e dirà la sua sul braccio di ferro ingaggiato da Berlusconi che chiede un salvacondotto dopo la sentenza della Cassazione. Ma anche la grazia non impedirebbe al Pd di cacciare il Cavaliere dal Senato

C'e' una certa attesa nel mondo politico italiano per le mosse di Silvio Berlusconi. Secondo i suoi collaboratori l'indecisione regna sovrana ad Arcore in queste ore. In alcuni momenti il Cavaliere pare convinto di giocarsi la carta del "verdetto delle elezioni". Ma in altri momenti "confida in Napolitano e Letta per una soluzione".

E' comunque iniziata la campagna per il ritorno a Forza Italia. "La gente e' ancora con me. E' un segnale forte", avrebbe confidato. Di certo c'e' che Berlusconi vuole essere informato in prima persona dell'evolversi della campagna, vuole capire direttamente se l'operazione sta riuscendo.

Prima di fine agosto decine di aerei con striscioni pro-Cav voleranno sopra le spiagge di mezza Italia e si lavora ad "una grande manifestazione a Milano a settembre". Nel Pdl però non sono pochi i parlamentari che vogliono tenere aperti e saldi i canali di comunicazione con Palazzo Chigi e Colle. Invitano il Cavaliere a non lasciarsi andare a gesti improvvidi. Si tratta di un terreno minato, nel quale non possono esservi ne' promesse ne' rassicurazioni, ma i 'pontieri' non demordono. Dopo la prima reazione che ha ricompattato il partito subito dopo la sentenza della Cassazione, il partito inizia a mostrare qualche evidente segno di divisione al suo interno sul modo migliore di programmare il futuro. Il timore e' che dietro l'angolo ci sia una spaccatura definitiva.

PAROLA A NAPOLITANO - Tra oggi e domani Giorgio Napolitano scioglierà la "riserva" e dirà la sua sul braccio di ferro ingaggiato da Berlusconi per rivendicare un salvacondotto nonostante la sentenza della Cassazione. Il Capo dello Stato elencherà con ogni probabilità le possibilità formali di sua competenza sul caso, rispondendo così alla richiesta avanzata dal Pdl di un intervento diretto del Colle per "salvare" Berlusconi.

Dopo l'intervento di Napolitano (dal Quirinale arriverà probabilmente una nota ufficiale) si capirà se il Presidente della Repubblica sarebbe disposto a firmare un atto di clemenza, e in che termini, e a quali condizioni. Sarà un responso trasparente com’è nello stile di Napolitano.

Berlusconi non può essere sereno: sa benissimo che la grazia, se anche gli venisse concessa (possibilità remota allo stato attuale delle cose), non impedirebbe in ogni caso al Pd di cacciarlo dal Senato in base alla legge Severino. E poi per chiedere la grazia il Cavaliere dovrebbe chiederla lui personalmente. "Forse non basterebbe neppure una domanda dei suoi avvocati - analizza Ugo Magri sulla Stampa - In pratica, Berlusconi dovrebbe calarsi fino in fondo nei panni del condannato, accettare la sentenza che lo trasforma in pregiudicato, iniziare a scontare la pena e sperare nella benevolenza del Colle".

"La previsione quasi unanime - continua Magri - è che la crisi di governo sarà inevitabile, e la Repubblica vivrà momenti di grave sbandamento. A meno che Napolitano, con un colpo d’ala imprevedibile, non risparmi all’Italia questo destino".

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