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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Berlusconi e i "diritti umani negati": a Strasburgo il processo alla legge Severino

La Corte europea dei diritti umani ha avviato l'esame del ricorso presentato dall'ex premier: nel mirino l'applicazione retroattiva della legge sull'incandidabilità. Ma per il responso ci vorrà tempo

Era il settembre 2013 quando Silvio Berlusconi denunciò la sua "cacciata dal Parlamento" (avvenuta poi a novembre) dopo la condanna, nel maggio dello stesso anno, nel processo sui diritti Tv. Il ricorso alla Corte europea dei diritti umani aveva nel mirino la legge Severino: l'ex premier venne infatti dichiarato decaduto ed estromesso da Palazzo Madama in base alla legge entrata in vigore nel 2013 mentre i fatti contestati nel processo sui diritti tv a Berlusconi sono precedenti. 

Secondo i legali del Cavaliere con la sua decadenza venne violato l'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani che tutela il principio "nulla poena sine lege:" ossia che non ci può essere pena senza legge; e la legge Severino, per Berlusconi, fu invece applicata retroattivamente.  Non solo. Nel ricorso si denuncia la "ferita alla sovranità popolare" e la "sproporzione tra pena inflitta e le conseguenze politiche". 

Ora gli eurogiudici attendono la replica dello Stato italiano, attraverso l'Avvocatura: "sarà una procedura ancora lunga e farraginosa" spiega Francesco Cramer su Il Giornale "tanto che si sostiene ci vorrà almeno un anno per il prossimo step". 

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