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Venerdì, 29 Marzo 2024
POLITICA

Berlusconi contro Monti: il Pdl si spacca

"Recessione senza fine: valuteremo se mantenere la fiducia al Governo". Dopo l'attacco del Cavaliere, nel partito è il caos tra chi non vedeva l'ora di tornare 'destra' e chi, 'moderato', è pronto a dire addio.

Una conferenza-show per mettere i paletti nei quali si dovrà muovere il futuro centrodestra. Sabato, un Berlusconi all'angolo per la condanna nel processo Mediaset, ha deciso di non difendersi ma di contrattaccare.

E lo affatto scegliendo come nemico la persona - oggi - 'più odiata' dagli italiani che si sentono vessati da tasse e manovra: il premier Mario Monti

Per Berlusconi, l'Italia di Monti "è un paese dove si sta tutti male". Quindi "basta tasse e basta seguire i diktat della Germania". E se da un lato il Cavaliere ha confermato sia l'obiettivo finale - "facilitare l'alleanza di tutti i moderati" - che il mezzo per raggiungerlo - "Non mi presenterò come candidato premier" - di fatto, con il suo attacco a Monti - "decideremo se mantenere la fiducia al Governo" - ha, come suo solito, sparigliato le carte in tavola.

E così, oggi, troviamo nel Pdl chi si sente 'berlusconiano' fino in fondo - l'ala destra del partito con Daniela Santanché in testa- e quindi vuole giocarsi la carta dell'antimontismo e chi, 'moderato' e soprattutto 'filo-montiano', non ci sta a staccare la spina al governo dei professori. E qui l'elenco è lungo. Un elenco che si allarga anche oltre le fila del Pdl andando a toccare anche chi, dal centro, si era compiaciuto per la decisione di pochi giorni fa del premier.

FRATTINI. Nel ruolo di 'pompiere', Franco Frattini in un'intervista al Mattino spiega che "Berlusconi non ha nessuna intenzione di staccare la spina a Monti". Per l'ex ministro degli Esteri, Berlusconi "è coinvolto da sentimenti forti molto negativi ma sono sicuro che non ignorerà i due eventuali effetti devastanti" di un'eventuale sfiducia al governo. Far cadere Monti "vanificherebbe agli occhi del paese e della comunità internazionale il gesto di responsabilità che Berlusconi ha fatto lasciando Palazzo Chigi".

E poi "sa bene che non è questo il bene dell'Italia". Per Frattini, quindi, l'obiettivo non cambia: "Favorire la Casa dei Moderati". In questo senso, il Pdl 'moderato' annuncia di "continuare i nostri sforzi di dialogo con Montezemolo, con Casini e con quanti si riconoscono nel popolarismo europeo".

ALTRI POMPIERI. Anche Fabrizio Cicchitto e Osvaldo Napoli provano a smorzare i toni dell'intervento dell'ex premier e invitano a fare le dovute valutazioni, sia sulla crisi in atto che sull'aggregazione di tutti i moderati. "Quello che dice su Monti - spiega Napoli - è lo sfogo di uno statista che ha dovuto mandare giù qualche rospo".

Quanto a Daniela Santanché, che si è detta in tutto e per tutto dalla parte di Berlusconi ed ha chiesto "le dimissioni del segretario Alfano", Napoli non esita a definire la 'pasionaria' una "traditrice della prima ora", entrata ed uscita dal Pdl "come da una porta girevole".

OLTRE IL PDL. Fuori dal partito, proprio tra quei moderati che il Cavaliere vorrebbe vedere uniti, è però chiusura. "Altro che unione dei moderati nel nome del Ppe!", dichiara Gianfranco Fini. Le parole del Cavaliere costituiscono "il manifesto politico del populismo antieuropeo e autoritario". Per Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera, "è evidente che la costruzione di un centro riformatore per consentire una scelta di continuità col buon governo di Monti è urgente". 

Sulla stessa linea anche il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa: "Su queste basi incontrerà ben pochi moderati e ogni appello al Ppe diventa insultante". 

"Questo signore dovrebbe essere colui che aggrega i moderati? Auguri!": scrive Anna Finocchiaro su Twitter.

Il presidente del Pd, Rosy Bindi, definisce l'intervento "preoccupante" e oltre ''al benservito'' al Governo Monti sottolinea come abbia teso anche a "delegittimarlo con una contro-narrazione dei fatti". 

L'ALLARME DELL'AVVENIRE. Significativa, poi, la presa di posizione del quotidiano dei vescovi che collega l'attacco dell'ex premier al Governo alla manifestazione 'No Monti Day' di sabato a Roma: "Assistere, ieri, alla duplice contemporanea 'manifestazione' contro il governo guidato da Mario Monti di Silvio Berlusconi (a parole) e dei centri sociali di sinistra (in piazza) mi ha confermato nell'idea che a 'tenaglie' di questo tipo bisogna proprio sottrarsi una volta per tutte se vogliamo bene al Paese e a noi stessi".  E' quanto scrive oggi il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, nella rubrica delle risposte ai lettori.

Il direttore del giornale dei vescovi giudica anche "ormai semplicemente inimmaginabile" l'ipotesi "Berlusconi presidente della Repubblica".  "So che l'ex premier - osserva - medita di 'restare in campo per riformare la giustizia' (senza rendersi conto che è anche per il suo stare in campo che la giustizia italiana per 18 lunghi anni nessuno è riuscito a riformarla)".  "Ma so pure - aggiunge Tarquinio - che la politica è arte del possibile, non dell'impossibile. Per chiunque".

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