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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il punto: Quattro mesi dopo è ancora Bersani contro Grillo

L'ex segretario nega di aver cercato un'alleanza con il leader 5 Stelle. Il blogger: "Altrimenti avrebbe rifiutato i rimborsi elettorali, dimezzato gli stipendi dei suoi parlamentari, approvato con noi l'ineleggibilità di Berlusconi"

Un paio di settimane fa l’ex segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera che ha fatto discutere. Non tutti, a dir la verità i suoi, o i suoi ex. In quell’esclusiva, infatti, l’ex candidato premier (ed è strano come, quando la politica sorpassa o accantona le carriere, tutto si contorni della locuzione ‘ex’), pareva puntasse ancora ad una fase di cambiamento, nonostante, con ordine, il governo Letta, il Napolitano bis, i franchi tiratori, e i ceffoni presi a quell’idea del governo di minoranza. Parole che, lette in chiave congressuale, erano apparse come la stroncatura delle larghe intese. Come dire al Pd, dai fedelissimi ai nemici giurati, è necessario trovare nuove strade. Parole che hanno rimbombato a sinistra, fino al chiarimento, arrivato il 5 luglio dal palco della Festa dell’Unità di Cremona: “Se la destra pensa di ribaltare il governo per andare a votare, io gli dico, un momento, attenzione, se ribaltate il governo non è detto che torniamo a votare, quindi io li ho invitati a pensarci quattro volte”. Ennesima svolta verso Grillo? No, anzi, un avvertimento, per “aiutare la stabilità del governo”.

BERSANI – Anche perché se si parla di Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, Bersani, ha un sussulto e racconta, a mani libere, uno spezzone di quella che fu la trattativa pro-governo durante quei giorni difficili. “Alle ultime elezioni – ha sottolineato Bersani – noi abbiamo incrociato il picco del grillismo e ci abbiamo perso 4-5 punti, la questione è tutta lì. Non c’è mai stato un movimento che al primo colpo abbia preso il 25% dei voti. Io durante l’incontro con i grillini – al tempo delle consultazioni Bersani, quando il faccia, faccia andò in diretta streaming – ho mostrato umiltà, rispetto e ho provato a dirgli attenzione, arriverà il momento degli avremmo potuto. Credo che questo sia stato utile per la maturazione di qualche riflessione anche in casa loro, che non ci sarebbe stata se noi in quelle ore li avessimo presi a schiaffoni”.

Un tira e molla, durato più di un mese, logorante “anche per un po’ di fuoco amico” e la mente di Bersani corre a quel “perdiamo tempo” del sindaco di Firenze Matteo Renzi (che tuttavia non nomina). “Non è che perdessi tempo io, c’era di mezzo l’elezione del Presidente della Repubblica”. E qui Bersani si lascia andare ad una ricostruzione nuova: “Io non volevo fare l’alleanza con Grillo, non son mica matto. La mia proposta ruotava attorno a otto punti di cambiamento per far partire la legislatura, e non era diretta solo a loro ma a tutti, al Senato, un gesto tecnico”.

GRILLO – Il video comincia a fare il giro del web, fino a che non lo ‘pesca’ Beppe Grillo. Che lo guarda e attacca a testa bassa: “Ma chi è che non lo sapeva? Altrimenti il pdmenoelle avrebbe rifiutato i rimborsi elettorali, dimezzato gli stipendi dei suoi parlamentari, approvato con noi l’ineleggibilità di Berlusconi e infine votato Rodotà presidente della Repubblica. Ma Gargamella non è mica matto, con Berlusconi, Brunetta e Alfano al governo si trovano benissimo. Come prima, più di prima". Il video poi è stato rilanciato con sarcasmo da molti parlamentari 5 Stelle sui diversi social network. Su Twitter, tra gli altri, Luigi Di Maio, vicepresidente grillino della Camera, ha scritto: “Io non ho parole. Siamo stati fin troppo svegli!”.

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