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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'addio del senatùr

Trent'anni di Umberto Bossi, dall'ebbrezza allo sconforto

Il senatùr abbandona la segreteria della Lega Nord tra le lacrime. Dopo tre decenni, per il popolo padano è arrivato il momento di voltare pagina

“Ebbro” e “Sconforto”. Questi i titoli delle due canzoni incise su un 45 giri nei primi anni '60 dall'allora giovane Umberto Bossi sotto il nome d'arte “Donato”. Un improbabile tentativo canoro che, ad oggi, giovedì 5 aprile 2012, può essere utile per capire l'ebbrezza dei successi ottenuti dal Senatùr in 30 anni di carriera politica e l'amarezza per le sconfitte più cocenti, da ultima il “Belsito Gate” e la resa sotto forma di dimissioni dalla carica di segretario federale.

TEMI - Il guerriero di Cassano Magnago conosce perfettamente il senso di ebbrezza dato dal vento del successo politico che ti accarezza i capelli: volenti e nolenti, Bossi ha saputo essere precursore di temi e problemi che, a lungo, hanno disorientato gli avversari ed eroso consensi agli alleati: temi come quelli del federalismo, dell'immigrazione e della sicurezza erano già stati posti nel programma di quell'embrione di partito qual era nel 1982 la Lega Autonomista Lombarda, “battezzata” ufficialmente davanti a un notaio due anni dopo. Temi che 20 anni dopo hanno mantenuto la loro pregnanza nel dibattito politico a qualsiasi livello costringendo il centrosinistra a un'eterna rincorsa e gli alleati del Pdl (o Fi e An) ad accodarsi, ma con risultati poco credibili vista la propensione al “condono” o alla “sanatoria”, cose queste che hanno sempre incontrato il “giammai” del Carroccio. Il fatto di sapere cavalcare la tigre dell'attualità, poi, ha permesso al demiurgo e alla sua creatura padana di raggiungere risultati impensabili per chi non ha a disposizione apparati mediatici alla pari dei suoi diretti competitor di centrodestra e centrosinistra.

Umberto Bossi

IMMAGINE – Sarebbe riduttivo e anche ingeneroso liquidare la vita politica di Bossi come un agglomerato di insulti, minacce o “sparate folkloristiche”. Calza a pennello il ritratto delineato dall'unico intellettuale padano, il compianto Gianfranco Miglio: il leader della Lega deve essere capace di “percepire ed esprimere le convinzioni e le aspirazioni dei ceti popolari della sua terra”, gente “abituata a tagliare corto con le analisi sofisticate e optare per diagnosi semplici e per i valori elementari”. Immediata quindi la “rispondenza” fra i seguaci e il leader, figura ammantata da un velo di sacralità a cui votarsi con “fedeltà”, quest'ultima un'arma a doppio taglio.

SCONFORTO - Il “Semper fidelis” a lungo è servito per mantenere coesione e compattezza nelle battaglie (“Lo ha detto Bossi”, così si fa. Punto), sforando nel fanatismo che si traduce in una visione fortemente acritica del sostenitore-militante verso il leader. Un caso che gli esponenti “maroniani” del partito accusino quelli del “Cerchio magico” (la coorte di politici leghisti più vicina al Senatùr) di avere consigliato male Bossi stesso negli ultimi anni, quelli post ictus dell'11 marzo 2004. Umberto, in sostanza, ha commesso lo stesso errore che sta portando al capolinea il Pdl: privilegiare le “conoscenze” (certo non culturali), alle “competenze”, ha preferito circondarsi di una pletora di “yesmen”, rinunciando alla ricerca di personalità spigolose ma dotate di acume e di un autorevolezza tale da poter dire “Ti stai sbagliando” (Di Gianfranco Miglio ce n'è stato uno solo ed è scomparso ormai nel 2001). Il caso Belsito non suggella la procedura di messa in liquidazione di un partito, ma anche il fallimento di un'area geografica del nostro Paese: come riportato il gennaio scorso dal blogger Riccardo Caselli di “Finanza&Lambrusco”, il partito del nord ha fallito e quindi il nord ha fallito nel farsi rappresentare nelle sedi istituzionali. Ed è qui che ritorna lo “Sconforto” del 45 giri di Donato: “Piangerò sulla vita passata e il mio amore piangerò griderò nella notte infinita “. Con le dimissioni da segretario federale, Umberto Bossi ha scritto la parola "fine". Ora sta ad altri vedere se questo libro verde lungo 30 anni avrà un sequel oppure no.

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