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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Italia

Lobby e fondazioni, l'anticorruzione chiede al nuovo Parlamento più chiarezza sui finanziamenti

Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, pone l'accento sulle lobby "diventate uno strumento dietro il quale si nascondono interessi strani" e sulla necessità di una legge che regolamenti i finanziamenti privati che finiscono ai partiti

Un paese migliore, ma come? "Le democrazie che funzionano sono le democrazie in cui i cittadini controllano" spiega Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione che incoraggia il nuovo parlamento a non uscire dal solco tracciato nella passata legislatura ma - avverte il magistrato - a consolidare le riforme e non smantellarle "come dice già qualcuno che vorrebbe meno controlli sugli appalti e gare libere col rischio di tornare alle risate de L’Aquila la famosa sera del terremoto".

Come è possibile evitare che si ripetano storie come questa, o come quella di Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino, unica vittima della 'ndrangheta in Nord Italia "colpevole" di aver disvelato la rete della criminalità organizzata in Piemonte? O come quella di Giovanni Tizian, giornalista calabrese emigrato a Bologna dopo l'omicidio del padre, un funzionario di banca che non si era piegato alle volontà delle mafie, ora costretto a vivere sotto scorta per aver denunciato le infiltrazioni mafiose tra le aziende emiliane?

Sì perché le mafie non sono una "cosa del Sud", episodi di corruzione riguardano da anni ormai l'intero territorio nazionale, quand'anche gli affari delle cosche "emigrano" all'estero come ha dimostrato solo recentemente il caso delle infiltrazioni criminali in Slovacchia. In Italia tanto si è fatto ma tanto resta da fare, come afferma lo stesso magistrato Raffaele Cantone intervenuto al festival dell'impegno civile in corso al teatro India a Roma. 

Dottor Cantone, quali sono le prime cose da fare per debellare la corruzione dal paese?

"È necessario fare quanto meno due leggi - spiega il presidente dell'Anac -  una legge sulle lobby e una legge sul finanziamento delle fondazioni, le associazioniche hanno sostituito i partiti politici".

"Abbiamo assolutamente bisogno di una legge sulle lobby perché le lobby sono diventate una cattiva parola in questo paese quando invece sono strumenti di pressione che possono essere utili. Da noi non lo sono affatto e l'abbiamo visto in qualche occasione quando le lobby diventano uno strumento dietro il quale si nascondono interessi strani".

Leggi anche: le lobby in Italia, la trasparenza è un flop

"Una seconda legge di cui l'Italia ha bisogno - spiega Cantone - è una normativa che regolamenti i finanziamenti a quei gruppi che hanno sostituito i partiti politici: le fondazioni, le associazioni che vivono di finanziamenti pubblici ma anche di finanziamenti privati spesso di imprenditori dietro i quali a volte si nascondono fatti strani, bisognerebbe capire dove arrivano i soldi e come vengono utilizzati. Cose che succedono in tutte le democrazie e da noi non succede". 

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"Tutto sommato due leggi a costo zero ma che possono cambiare la cultura senza utilizzare sempre le sanzioni penali ma che possono essere utilissime per la lotta alla corruzione. Le faranno? Ho dei dubbi" chiosa il presidente dell'Autorità anticorruzione.

Cosa possono fare i cittadini quando si trovano di fronte ad episodi di corruzione?

"In Italia c'è un problema culturale e di sottovalutazione e di scarsa comprensione. Il cittadino comune pensa 'ma cosa interessa a me se chi vince l'appalto per una strada lo fa corrompendo o in maniera regolare, l'importante che fanno la strada'. Ovviamente - ragiona Cantone - se ci sono le buche qualcuno le domande se le dovrebbe fare".

"Il tema vero è che spesso non si riescono a comprendere gli effetti della corruzione sul sistema: un sistema dove vince chi non ha meriti, non permette investimenti perché i soldi se ne vanno in tangenti, comporta la fuga dei cervelli, università che funzionano meno bene, una sanità che funziona ancora peggio. Tutto questo non viene spesso capito e questa sottovalutazione fa sì che le persone si girino dall'altra parte".

Però qualcosa è stato fatto? Siamo sulla strada giusta?

"Fra le leggi che sono state approvate da questo Parlamento ce ne è una che riguarda il cosiddetto whistleblower. È il segnale che vogliamo dare, di chi non si gira dall'altra parte, di chi diventa connivente e complice perché chi fa finta di non vedere si sta comportando male come i protagonisti della corruzione". 

"Ovviamente - ammonisce Cantone - bisogna consentire a chi fa questi atti coraggiosi di non pagare un prezzo troppo alto. Troppo spesso chi denuncia si trova solo. Chi denuncia in un sistema pubblico spesso viene non solo isolato, ma anche mobbizzato o anche mandato a casa. Ecco, occorre che tutti comprendano che girare la testa dall'altra parte equivale ad essere complici"

Dottor Cantone, cosa si può ancora fare?

"Gli ultimi governi hanno fatto molto in opera di prevenzione: l'Autorità nazionale anticorruzione stessa è una novità, la legge sugli eco reati, l'auto riciclaggio, il falso in bilancio. Ovviamente queste riforme vanno consolidate e non vanno smantellate. Si sente qualcuno che già dice troppi controlli, torniamo alle gare libere. Il rischio di tornare alle risate dell'Aquila la famosa sera del terremoto. 

"Credo si debba lavorare moltissimo per la trasparenza - spiega ancora Cantone - Abbiamo la migliore legge al mondo ma l'attuazione fa fatica. Il tema dei temi è la necessità che chi sbaglia deve pagare: quando andiamo a vedere cosa succede dopo i fatti giudiziari troviamo che i professionisti coinvolti in casi di corruzione continuano a fare il loro lavoro, gli imprenditori non vengono cacciati dagli appalti e dalle associazioni. Se un professionista sbaglia e continua a fare la sua attività non stiamo dando un grande segnale. Ricordo un avvocato condannato per mafia a Palermo ma che si iscrisse dopo essere radiato dall'ordine, in un altro foro in Calabria e ha continuato a fare l'avvocato a Palermo. 

Qual è l'antidoto contro la corruzione?

"L'inefficienza è il maggior aiuto alla corruzione. Molti casi di corruttele nascono proprio dall'esigenza di dover trovare una soluzione. L'efficienza è proprio il contrario della corruzione". 

Cantone: "Pubblica amministrazione inefficiente, fare nuovi concorsi"

"Non è vero che una amministrazione molto burocratica è un'amministrazione che non è corrotta, a volte è il contrario. Ovviamente - spiega Cantone - c’è da capire perché un'amministrazione non è efficiente, in qualche caso per malafede, in altri per incompetenza. Il vero grande problema della nostra amministrazione pubblica non è la corruzione che è minore di quello che si può ritenere, ma c'è una scarsissima conoscenza delle procedure, c'è una scarsissima cultura perché i nostri funzionari, i nostri dirigenti pubblici - che hanno un'età molto avanzata perché da anni non vengono svolti concorsi pubblici - non hanno fatto nessun tipo di aggiornamento".

"Ad esempio - ricorda Cantone - quando è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti, non lo aveva studiato nessuno, non si è pensato di fare formazione dei nostri funzionari pubblici, non si è pensato di mandare loro i libri. Bisogna operare ed investire per l'efficienza dell'amministrazione e fare dei concorsi, creare le condizioni perché l'amministrazione sia un po' più giovane ed entusiasta. Io sono convinto che l'entusiasmo sia un grande antidoto alla corruzione".

Cosa possono fare i comuni cittadini?

"Le democrazie che funzionano sono le democrazie in cui i cittadini controllano -  spiega Raffaele Cantone - e la corruzione non è un reato perfetto perché lascia sempre traccia."

"Noi abbiamo gli strumenti della cosiddetta "amministrazione trasparente" che ci consentono di sapere cosa fanno i nostri enti pubblici: possiamo controllare come Comuni, Province e Regioni fanno gli appalti, quanto pagano, quante varianti ci sono, se guarda caso si usano sempre procedura fuori regola, le cosiddette procedure negoziate, se a vincere le gare sono sempre gli stessi soggetti. Serve un comitato civico che faccia da sentinella per vedere come funziona l'amministrazione. Forse al massimo si viene scambiati per rompiscatole quando si va a chiedere ragione, ma rappresenta il vero e grande strumento di controllo che si può fare nel pubblico. Si chiama controllo civico che è il vero controllo che funziona nelle democrazie". 

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