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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Caso Lusi

Caso Lusi: il Senato vota sull'arresto

L'ex tesoriere della Margherita, accusato di appropriazione indebita per oltre 20 milioni, ieri ha scritto ai senatori chiedendo di non concedere il via libera al carcere. Follini: "Non c'è fumus persecutionis"

Oggi pomeriggio il Senato voterà sulla richiesta di arresto a carico del senatore Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, accusasto di aver sottratto alle casse del partito oltre 20 milioni di euro.

Dalle "previsioni", si scommette sul fatto che il voto sarà allineato a quello della Giunta per le immunità parlamentari, che si è espressa a favore dell'arresto del senatore.

E sarà proprio il prresidente della Giunta, Marco Follini, a illustrare le ragioni per il "sì" all'arresto: "Nell'inchiesta a carico di Lusi - la linea di Follini - non vi è alcun fumus persecutionis. Non viene chiesto l'arresto perchè Lusi è vittima di un complotto giudiziario", ma semplicemente perchè "è reo-confesso di appropriazione indebita e accusato di associazione a delinquere" insieme alla moglie (già ai domiciliari) e aidue commercialisti.

Non solo: secondo la procura di Roma esistono gli estremi per il carcere, ravvedibili nel pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. Tutte tesi che Lusi ha respinto. Lo ha fatto anche ieri, inviando a tutti i colleghi il suo 'memoriale' difensivo, circa 500 pagine e una lettera nella quale spiega che solo lo status di parlamentare di cui gode "può giustificare l'unica possibile motivazione alla base di una ingiustificabile misura restrittiva adottata, peraltro, nella forma più gravosa".

Insomma, il suo arresto sarebbe "un inequivocabile significato discriminatorio, non collegato alle esigenze processuali rigidamente disciplinate dal codice, in quanto emblematico di un pregiudizio, probabilmente inconsapevole, ma reale, che finisce per negare persino l'oggettiva forza probatoria di fatti e situazioni incompatibili con la richiesta di custodia cautelare in carcere".

Per questo Lusi ha chiesto ai colleghi di fare "il proprio lavoro con serenità". Quello che l'ex tesoriere si augura, infatti, è che l'aula lo salvi dalle manette, come ha salvato la settimana scorsa Sergio De Gregorio, del Pdl. Ma per essere salvato, Lusi deve avere un aiuto tangibile da almeno 20 colleghi, ovvero la richiesta di voto segreto.

A raccogliere le firme ci ha provato il senatore del Pd Alberto Tedesco, uno che dalla roulette russa dell'aula è già passato, e pare abbia centrato il risultato. Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl al Senato, ha però chiesto ai suoi di ritirare la firma alla richiesta di voto segreto perchè "su questo voto dobbiamo metterci la faccia, evitando che nell'ombra qualcuno faccia cose strane".

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