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Martedì, 16 Aprile 2024
Crisi economica / Roma

Confindustria contro il Governo: "Riforma del lavoro inutile"

Il neopresidente Squinzi, alla sua prima relazione all'assemblea degli industriali, attacca l'esecutivo di Monti e il sistema fisco, giudicato "zavorra intollerabile"

Giorgio Squinzi, neopresidente Confindustria, si scaglia contro il Governo Monti e contro il fisco. Lo fa nella sua prima relazione all'assemblea degli industriali. Lo fa bocciando la riforma del lavoro, giudicata "meno utile alle imprese di quanto avremmo voluto" e attaccando il Fisco italiano, giudicato "zavorra intollerabile".

"Chiediamo di aprire un confronto per una nuova politica industriale che consenta a questo Paese una vera prospettiva di crescita". E' questo l'appello che Giorgio Squinzi, ha lanciato al governo nella sua relazione nella quale ha anche bocciato la riforma del lavoro voluta dal ministro Fornero. Se la riforma delle pensioni è stata "severa, ma necessaria", quella sul mercato del lavoro "appare meno utile alla competitività del paese e delle imprese di quanto avremmo voluto".



"E' una riforma - ha detto Squinzi nella sua prima relazione all'assemblea annuale degli industriali - che modifica il sistema in più punti, ma a nostro giudizio non sempre in modo convincente".

Per Squinzi, governo e Parlamento "devono agire" su "quattro urgenze assolute": dalla riforma della Pubblica amministrazione, "la madre di tutte le riforme", ai "pagamenti della P.A.", fino ai "tagli alla spesa pubblica" per abbassare le tasse e rilanciare i consumi e al "credito alle imprese" perchè la restrizione di liquidità "sta soffocando il tessuto produttivo".



"Non pensiamo di avere la bacchetta magica - ha sottolineato Squinzi - ma abbiamo la determinazione e la voglia di contribuire a risolvere i problemi del nostro Paese". E questo perchè "noi crediamo in questo Paese, altrimenti non faremmo il mestiere che facciamo. Perchè pensiamo che le nostre imprese - ha concluso - sono il futuro di questo Paese, dei suoi giovani, dei nostri figli".



La crisi economica sta provocando una "emorragia" di posti di lavoro e imprese che falliscono. "Il nostro primo compito - ha detto Squinzi - è arrestare l'emorragia e restituire fiducia". Ma "non basta arrestare l'emorragia, risolvere l'emergenza il paese, - ha sottolineato - ha bisogno di basi solide per tornare a crescere".



Squinzi ha spiegato che "l'emorragia si misura con le decine di migliaia di imprese che non sono sopravvissute alla crisi" e "con gli oltre due milioni e 500mila che non trovano lavoro". L'emorragia "si misura con il senso di sgomento che attraversa il paese - ha aggiunto - dobbiamo fermare questa emorragia, dobbiamo ridare speranza".

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