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Venerdì, 29 Marzo 2024
Centrodestra

Lo strappo di Berlusconi, aria di scissione

Il Cavaliere vuole parlare ai suoi da senatore in carica. Per questo ha anticipato il Consiglio nazionale del Pdl al 16 novembre. Quel giorno tutti chiamati a scegliere: con Silvio o contro Silvio

La decisione, racconta chi era con lui in quel di Palazzo Grazioli, è stata sofferta. Alla fine però Silvio Berlusconi ha scelto di andare alla resa dei conti e ha convocato il Consiglio nazionale del Pdl per il 16 novembre

Adesso si vedrà chi è con me e chi è contro di me

E' questa la logica che ha guidato la decisione. Nel Cavaliere sarebbe infatti cresciuto il fastidio per la riunione di "corrente" degli alfaniani fino ad arrivare all'esplosione di rabbia leggendo le dichiarazioni di alcuni ministri. 

Sono lì grazie a me e adesso si mettono tutti a fare gli statisti

L'ex premier fa però ancora fatica a "metabolizzare" la rottura con Alfano: la avrebbe evitata volentieri e magari ancora spera che possa rientrare. A questo punto mette in conto l'addio, ma non vuole essere lui a cacciarlo: "Semmai è Angelino che decide di andarsene". 

La scelta di convocare il Consiglio nazionale in netto anticipo (la prima ipotesi era l'8 dicembre) gliel'ha comunicata con una telefonata. A cose fatte.

Formalmente si tratta solo dell'assise che dovrà ufficializzare il ritorno a Forza Italia, di fatto è diventato il terreno simbolico di scontro tra le due anime del partito. Perchè quel passaggio comporta l'azzeramento di tutte le cariche attuali, compresa quella di segretario di Angelino Alfano, e il ritorno dei pieni poteri nelle mani di Silvio Berlusconi.

Il Cavaliere ha deciso di uscire così da quella che considerava una "trappola" costruita per "fregarlo". Ossia, quell'incastro di date, una via l'altra: voto sulla legge di stabilità il 18 novembre e decadenza il 27

La mossa della convocazione del Consiglio nazionale, dunque, consente al Cavaliere di anticipare il voto che lo estrometterà dal Parlamento e presentarsi come un leader nei pieni poteri, l'unico a poter dettare la linea sulla manovra. E chi non ci sta, è fuori.

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