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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Elezioni Lazio: tutto da rifare

Il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar: il provvedimento imponeva alla governatrice Polverini di fissare la data delle elezioni entro venerdì 16

ROMA - Punto e a capo. Tutto da rifare nel Lazio, perché il consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Renata Polverini.

I giudici hanno quindi dato via libera alla domanda di provvedimento cautelare monocratico presentata dalla Regione Lazio e hanno così sospeso "provvisoriamente l'efficacia della sentenza" del Tar. La sentenza del tribunale amministrativo, contro la quale si era appellata la Regione, aveva infatti disposto che le elezioni nel Lazio venissero indette entro 5 giorni dallo scorso 12 novembre e cioè entro questa settimana.

La decisione del Consiglio di Stato è stata presa vista "l'estrema gravità ed urgenza" della materia, "tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio". I giudici di palazzo Spada hanno fissato, per la discussione, la camera di consiglio del 27 novembre.

Tutto ancora da decidere dunque: il Lazio potrebbe addirittura stabilire di andare alle urne in una data diversa da quelle fissate per Lombardia e Molise lo scorso martedì 13 novembre, quando il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri aveva annunciato di aver invitato i prefetti di Milano e Campobasso a convocare i comizi per il voto - previsto per il 10 e 11 febbraio - e informato della decisione la governatrice del Lazio.

Nel provvedimento di sospensione il consiglio di Stato spiega che "nelle more della decisione collegiale della domanda cautelare, la necessaria esecuzione della sentenza impugnata da parte della presidente della Regione ovvero del commissario ad acta in via sostitutiva arrecherebbe all'appellante Regione un pregiudizio di estrema gravità quanto ai termini per l'esercizio del potere di indizione delle elezioni e ai contenuti che - a suo avviso - il provvedimento potrebbe avere".

Per i giudici quindi "ricorre un caso di estrema gravità e urgenza, in relazione al fine di evitare che la pronuncia collegiale sulla domanda cautelare intervenga quando le situazioni soggettive dedotte in giudizio sono state pregiudicate ed anche all'esigenza che il procedimento elettorale abbia inizio con un provvedimento dotato di stabilità".

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