rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Il silenzio prima del governo, ma c'è lo spauracchio elezioni

Silenzio e riflessione prima del secondo round di consultazioni al Colle: Di Maio chiede tempo e l'intesa con Salvini stenta ad arrivare. Intanto il Pd si tira fuori: “Logica M5s irricevibile”

“Se ci stiamo mettendo un po' di tempo è perché vogliamo un governo fatto bene e non per tirare a campare, come è stato fatto negli ultimi anni”: le parole di Luigi di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, fanno trasparire quella che è la situazione attuale delle cose: uno stallo continuo, che si potrà sbloccare soltanto con l'intesa tra due o più forze politiche. Ma per raggiungere un accordo tra fazioni che fino al mese scorso 'esplodevano' soltanto all'idea di un 'gemellaggio' tra loro, non è semplice e richiede un fattore fondamentale: il tempo. Dopo un primo giro di consultazioni andato a vuoto, l'impressione è che il tempo per riflettere concesso da Sergio Mattarella abbia un termine e neanche troppo lontano. In vista della seconda tornata di consultazioni, il presidente della Repubblica vuole proposte concrete, soprattutto dai due vincitori delle elezioni, Salvini e Di Maio. Ma i due contendenti alla poltrona di premier dovranno meritarsi questo ulteriore tempo, dimostrando una trattativa di pace ben avviata. Tutto il contrario di quanto dimostrato negli ultimi giorni, in cui i leader di Lega e M5s hanno passato il tempo a lanciarsi frecciatine e a minacciare il ritorno al voto. Un'ipotesi che a poco più di un mese dalle elezioni del 4 marzo sembra folle, ma che potrebbe prendere piede se le parti in gioco non metteranno da parte l'ascia di guerra. 

Di Maio fiducioso

Il Movimento 5 Stelle non ha escluso la possibilità di un'intesa con la Lega, ma il problema di Di Maio e company è soltanto uno: Berlusconi. I pentastellati non vogliono avere niente a che fare con il leader di Forza Italia, motivo per cui, fino a quando il centrodestra si muoverà unito come un unico 'organismo', sarà difficile, se non impossibile, vedere i 5 stelle scendere a patti con Salvini e i suoi alleati. Nonostante questo, il candidato premier M5s si è detto fiducioso: “I partiti hanno bisogno di un po' di tempo, a quello che sto vedendo, sia nel centrodestra che nel Pd ci sono evoluzioni e discussioni che io rispetto. Noi siamo pronti, gli altri hanno bisogno di un po' di tempo e non saremo noi a metter fretta, l’obiettivo è fare un governo ben fatto non per tirare a campare”.

Di Maio ha parlato del secondo round di colloqui al Colle in un video messaggio dal Molise per sostenere il candidato alla Regione Andrea Greco: “Adesso ci sarà un altro giro di consultazioni con il Presidente della Repubblica noi saremo gli ultimi ad essere ascoltati anche questa volta, sarà l’occasione per poter dire al Presidente i passi avanti fatti rispetto all’ultima consultazione sulla formazione del governo”. In attesa di un incontro possibile pacificatore, ad irritare gli avversari sono i veti posti dai 5 stelle, come confermato dalle ultime parole del presidente dell'Europarlamento Tajani.

Tajani: “Basta arroganza”

In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha parlato dello stallo nelle consultazioni: “Il problema è rappresentato dal partito dei 5 Stelle: cercano poltrone e non conoscono le regole della democrazia”

“Di Maio vuole i nostri voti in Parlamento, peccato che Forza Italia è Berlusconi: abbiamo 170 parlamentari, siamo il secondo gruppo in Senato, in tanti devono rassegnarsi”, aggiunge. Salvini? “Io credo nell’indissolubilità del matrimonio del centrodestra. Non credo che nella testa del leader della Lega ci sia quello di tradire i nostri elettori”, “la lealtà è nel Dna del centrodestra”, sottolinea ribadendo che “di sicuro l’Italia ha bisogno di un governo serio, stabile, forte, credibile. E Forza Italia è un elemento di credibilità e garanzia internazionale. Ma non possiamo partecipare a nessun governo dove Forza Italia sia considerata di serie B o non sia messa in grado di scegliere i propri ministri”. 

C’è il rischio di tornare alle urne? “Tornare a votare – risponde – significherebbe sperperare nuovo denaro pubblico con il quale si potrebbero fare tante altre cose. Non credo che sia auspicabile”. “La nostra posizione non cambia. Occorre partire dalla nostra coalizione, poi si affronta una possibile sintesi con chi ci sta. Nessuno ha vinto le elezioni, tantomeno i 5 Stelle. In questo momento il vero cambiamento è fare le cose in fretta per l’Italia”, conclude. 

Spauracchio elezioni

Così come i 5 stelle restano rigidi nelle loro posizioni, lo stesso accade dal lato della Lega, con Salvini vorrebbe ottenere il ruolo di premier, minacciando un ritorno alle urne in caso contrario: “Sono pronto a fare il premier, ma il centrodestra da solo non ha i numeri. Abbiamo dimostrato generosità e responsabilità, ma non può essere sempre e solo la Lega a fare passi indietro. Se vanno avanti con i veti e con i no, o fanno un accordo Pd-5 stelle - e se si mettono d'accordo Renzi e Di Maio mi tolgo il cappello, perché evidentemente non ho capito il voto degli italiani - oppure si va a votare”. Un'ipotesi, quella delle nuove elezioni, avanzata nei giorni scorsi anche da Maroni, ma al momento scongiurata sia da Tajani che dal presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che è stata ospite alla trasmissione di Rai Uno 'Porta a Porta': “Tornare a nuove elezioni non porterebbe nulla di nuovo rispetto a oggi. Sarebbe un fallimento, una sconfitta di tutti e quindi porterebbe il paese in una situazione in cui noi riproporremmo che cosa? Non succederebbe niente, sono perplessa”. 

Pd defilato

E in tutto questo cosa fa il Pd? Nonostante i timidi tentativi di avvicinamento da parte dei 5 stelle, il Partito Democratico non sembra voler cambiare idea, rimanendo nella posizione di opposizione in qualsiasi caso e scongiurando un'alleanza, sia con il centrodestra che con i pentastellati. Una situazione espressa chiaramente dal segretario reggente del Pd Maurizio Martina: “Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio, la sua è una logica irricevibile. Pd e Lega non sono certo interscambiabili. Denunciare questo non significa essere indifferenti a quello che accade”.

“Dobbiamo interpretare – ha aggiunto – fino in fondo una posizione onesta e limpida, dicendo chiaramente che noi siamo parte di una iniziativa che si svilupperà per le vie parlamentari, senza stare alla finestra”, “non staremo sull’Aventino”. Il reggente ha poi aggiunto: “Seguiamo l’evoluzione dello scenario e continuiamo a confrontarci seguendo la linea che abbiamo costruito. Abbiamo il dovere di richiamare alla responsabilità chi è uscito vincitore dall’esito elettorale. Discutere e confrontarci senza per forza prenderci a stracci si può fare”. Ma se per Martina bisogna stare a guardare, non è della stessa opinione Dario Franceschini: “Io credo che non basti assistere a quello che avviene. Nessuno ha vinto in modo tale da poter governare il Paese e allora penso che non basti più soltanto assistere. La prima fase, con la direzione che ha dato la linea dell'opposizione, penso sia stata giusta, ma oggi dobbiamo prepararci a una seconda fase. Non sto proponendo un governo con M5s o di entrare in un governo Di Maio”. 

Salvini: "Come extrema ratio andiamo da soli"

Meglio soli che male accompagnati, recita un celebre proverbio. Mai parole furono più azzeccate se si fa riferimento alle intenzioni di Matteo Salvini. Il leader della Lega vuole guidare il nuovo governo, trovando ovviamente il muro di Di Maio, che a sua volta desidera diventare il prossimo presidente del Consiglio. Alla vigilia delle consultazioni bis, la possibile intesa tra Lega e M5s sembra lontana, tanto che il leader del Caroccio sembra avere intenzioni diverse: “Se non si trova un accordo per fare il governo a causa dei veti dei Cinquestelle le vie sono solo due: o le elezioni dove sentendo l’aria che tira vinciamo da soli o, come extrema ratio, ci facciamo carico di tutto noi”. 

“Farò il possibile per dare un governo serio, onesto e concreto all’Italia, io ascolto tutti ma non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno. Conto di tornare a Terni per festeggiare un sindaco in gamba e di tornarci da presidente del Consiglio”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini parlando a Terni, in diretta sulla sua pagina Facebook, in appoggio al candidato sindaco della Lega Leonardo Latini.

Consultazioni bis, il programma

Il secondo round di consultazioni si aprirà domani, giovedì 12 aprile. Ecco il programma:

  • Ore 10.00 - Gruppo “Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)” del Senato della Repubblica
  • Ore 10.30 - Gruppo Misto del Senato della Repubblica
  • Ore 11.00 - Gruppo Misto della Camera 
  • Ore 11.30 - Gruppo “Liberi e Uguali” della Camera dei deputati
  • Ore 16.30 – Partito Democratico
  • Ore 17.30 – Coalizione del centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia) del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.
  • Ore 18.30 -  Movimento 5 Stelle del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati

05-consultazioni-2

Venerdì 13 aprile Sergio Mattarella ha in programma alle ore 10.30 l'incontro con il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre alle 11.15 riceverà il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico e alle 12 il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il silenzio prima del governo, ma c'è lo spauracchio elezioni

Today è in caricamento