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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Di Maio apre le danze, ma il veto su Berlusconi non piace a Salvini: Governo lontano

Oggi il via alle consultazioni al Quirinale. Luigi Di Maio lancia la proposta di un contratto di governo programmatico, offrendolo indistintamente al centrodestra de-berlusconizzato e al Pd de-renzizzato. Matteo Salvini dice no a "veti e imposizioni"

La strada verso un Governo non è mai sembrata così in salita come nelle ultime ore. Una "minaccia spuntata"; un "tentativo di uscire dall'angolo per evitare il passo indietro cui sarà costretto".

Verso il nuovo Governo, le consultazioni in diretta

I vertici leghisti accolgono così l'uscita di Luigi Di Maio, che dai microfoni di "Di Martedì" lancia la proposta di un contratto di governo programmatico, offrendolo indistintamente al centrodestra de-berlusconizzato e al Pd de-renzizzato. Tanto che su questo si appunta il sarcasmo di Matteo Salvini, che sottolinea come "a differenza dei 5Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani".

Governo, Di Maio apre a Pd e Lega

La proposta Di Maio

"Faremo - aveva spiegato ieri Di Maio - ciò che abbiamo detto in campagna elettorale: proporremo un contratto di governo come si fa in Germania, si fa ciò che c'è scritto, quello che non c'è scritto non si fa".  "Sappiamo che oggi i numeri perchè una forza politica governi da sola non ci sono e dobbiamo trovare una soluzione. Non possiamo parlare di alleanze o coalizioni. Io voglio proporre un contratto di governo, tra forze politiche alternative. Decidiamo le cose da fare, firmiamo e si realizza il cambiamento" dice il capo politico del M5s, intervistato da DiMartedì su La7.

"I miei interlocutori sono un Pd che deve scegliere se continuare a seguire la linea irresponsabile di Renzi. Ci sono persone che hanno lavorato bene,io non ho mai detto che erano tutti uguali: Martina, Minniti, Franceschini, hanno lavorato bene. L'altro interlocutore è la Lega. Ma anche loro devono scegliere tra la rivoluzione o la restaurazione. Se mollare Berlusconi e cambiare l'Italia o restare attaccato a Berlusconi e non cambiare nulla".

La Lega: "No veti"

Al primo giro di consultazioni, la posizione della Lega non cambierà: si va come centrodestra, anche se con delegazioni separate, perchè - ricorda Salvini - "la coalizione che ha preso più voti è quella di centrodestra e da questa si riparte". Certo, "dialogando anche con i 5Stelle ma senza subire veti o imposizioni", dice in difesa di Berlusconi e Fi. L'obiettivo neanche troppo nascosto è costringere al passo indietro Di Maio: "A Mattarella diremo che noi stiamo dimostrando responsabilità, dando la disponibilità al passo indietro di Salvini e avendo già fatto lo stesso per sbloccare la partita delle presidenze e far partire la legislatura. Auspichiamo - spiega un leghista autorevole - che il M5s, magari con la moral suasion del presidente, faccia lo stesso". Certo, "ci rendiamo conto che hanno una base a cui dover far digerire il passo indietro di Di Maio", ma proprio per questo l'annunciato incontro tra Di Maio e Salvini per ora non si terrà: "Forse tra il primo e il secondo round al Quirinale".

Consultazioni, giro di incontri di 48 ore: è rebus governo

Alla minaccia "spuntata" di fare il governo col Pd, Salvini risponde poi con un nuovo esplicito accenno al ritorno alle urne: "Col Presidente Mattarella parleremo di progetti, di lavoro, pensioni e sicurezza, pronti a governare ma senza escludere di tornare a votare in mancanza di accordi chiari, che ci permettano di far ripartire l'Italia. Se ci accorgessimo che qualcuno vuole tirare a campare, noi diremo no".

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Tutti i dubbi del Carroccio

Ma nelle conversazioni off the record, la posizione leghista è diversa: "Noi non possiamo tirarci indietro dalla responsabilità di governare. Ci siamo proposti come forza di governo, e i nostri non capirebbero se dicessimo ancora oggi che ci sfiliamo da ogni responsabilità". Il problema, per il Carroccio, è che "Berlusconi sta sabotando il dialogo con M5s: chiede la riabilitazione, va al Colle... Ma se continua così mezza Fi viene con noi".

Ed ecco il secondo destinatario del messaggio di Salvini, quel "no al Pd" ribadito a chiare lettere: "Berlusconi crede ancora alla possibilità di tirare dentro i Dem, su un nome come Tajani. Ma come possiamo andare al governo con il Pd quando per noi le prime cose da fare sono cancellare le cose che hanno fatto loro?". Insomma, l'unica possibilità per evitare il ritorno alle urne, nell'ottica leghista, è concretizzare il dialogo con i Cinque Stelle. Servirà però ancora tempo, dovrà proseguire la guerra di posizione per stabilire i rapporti di forza nella possibile alleanza. Che nella Lega immaginano con i due leader vicepremier di una figura terza. Ma appunto, si deve passare per il passo indietro di Di Maio.

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