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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Conti bloccati, panico Lega: "Se si applica la sentenza rischiamo la chiusura"

"Non esiste, 49 milioni è una cifra paurosa. Rispetto la sentenza, ma c'è un tema di esercizio della democrazia", dice il governatore del Veneto, Luca Zaia. Per l'Anm "evocare un possibile intervento del Quirinale è incostituzionale"

"Non esiste, 49 milioni è una cifra paurosa. Rispetto la sentenza, ma c'è un tema di esercizio della democrazia: se tutto fosse applicato alla lettera, stiamo parlando della chiusura di un partito". Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, commentando la sentenza della Cassazione sul sequestro dei fondi della Lega. "Non vorrei che i cittadini pensassero che i partiti navigano nell'oro, mentre questi si autofinanziano: paghiamo le tessere e facciamo i versamenti. Il messaggio che ne esce è sbagliato", ha insistito Zaia a margine della plenaria del Comitato Ue delle Regioni.

"Ricondurrei tutto a quelli che sono la verità e lo stato dell'arte su questa partita, che penso abbia avuto in ballo questioni contestabili, come la vicenda di Bossi e Belsito, ma mi fermerei lì - ha aggiunto il governatore del Veneto -. Pensare che da questo, per tutta un'architettura dell'accusa, si arrivi a una contabilità di 49 milioni di euro mal spesi o spariti la vedo molto dura".

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"Ne parlerò con il presidente della Repubblica, garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini". A dirlo, tornando sul tema del sequestro di 49 milioni di euro del partito, è il leader della Lega, Matteo Salvini. Il quale spiega che gli parlerà "del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa con cui io non c'entro nulla".

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"In merito al dibattito successivo alla sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione relativa al sequestro di somme di un movimento politico, l’Associazione Nazionale Magistrati ribadisce con forza che i magistrati non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia o alla Costituzione, né perseguono fini politici, ma emettono sentenze in nome del popolo italiano, seguendo principi e regole di diritto di cui danno conto nelle motivazioni". E' quanto spiega la Giunta Esecutiva Centrale dell'Anm in merito alla vicenda che coinvolge la Lega.

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"L’evocare un possibile intervento del capo dello Stato nella vicenda - prosegue l'Anm - risulta essere fuori dal perimetro costituzionale, così come le modalità con cui il dibattito si è alimentato creano confusione e rischiano di produrre effetti distorsivi sui precisi confini, fissati dalla Costituzione, tra la magistratura, autonoma e indipendente, e gli altri poteri dello Stato. L’Anm rigetta ogni tentativo di delegittimare la giurisdizione e di offuscare l’imparzialità dei magistrati, principio costituzionale a difesa del quale continuerà sempre a svolgere la propria azione, auspicando che chiunque eserciti funzioni pubbliche abbia a cuore gli stessi fondamentali principi".

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La Cassazione ha depositato martedì le motivazioni della sentenza che accoglie il ricorso della procura di Genova contro l'opposizione del Carroccio al sequestro dei fondi, provvedimento conseguente alla condanna pronunciata nel processo per truffa ai danni dello Stato nei confronti ell'ex leader Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito. Nelle motivazioni del pronunciamento della Cassazione sul sequestro dei fondi della Lega, i giudici della Suprema Corte fanno riferimento anche al sequestro dei futuri introiti del partito fino al raggiungimento della cifra di 49 milioni di euro, provento della truffa allo Stato.

L'avvocato Roberto Zingari, legale del Carroccio, spiega all'Adnkronos come si muoverà ora il partito. "La Cassazione ha rinviato al Riesame quindi - afferma - verrà fissata un'udienza e noi cercheremo di far valere le ragioni che avevano portato il Riesame precedente a darci ragione. Poi eventualmente se il provvedimento preso sarà negativo faremo ricorso. Con quanto affermato in via giuridica si blocca un partito e si legittima un sequestro di cose che non hanno nessun legame con il fatto di reato".

"Quello che noi avevamo sostenuto - prosegue il legale - era che non era legittimo neanche il sequestro che era stato fatto nel settembre scorso. Dopo quel sequestro, che ha azzerato i conti, le somme che entrano successivamente sono le contribuzioni degli eletti e i contributi dei cittadini. Quindi il legame con il profitto del reato non può esserci. Questo provvedimento in qualche modo - conclude -va anche contro quello che ha deciso il tribunale, nel merito, e che aveva stabilito non si potessero sequestrare beni futuri".
 

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