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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Contratto di governo, leghisti al voto nei gazebo (ma dalla scheda spariscono i quesiti scomodi)

Dopo il via libera dei militanti M5s, oggi il programma sarà sottoposto al vaglio degli elettori della Lega

Dopo il via libera dei militanti dei 5 Stelle, oggi il contratto di governo sarà sottoposto al vaglio degli elettori della Lega. Non si voterà on line, ma nei gazebo: fatta salva questa differenza tutto lascia pensare che l'esito sarà lo stesso. 

Nella scheda sottoposta agli elettori del Carroccio spariscono però i punti più controversi, almeno in ottica leghista, ovvero quelli concordati con il M5s. Primo fra tutti il reddito di cittadinanza. 

Il quesito posto in cima alla scheda recita: "Se d'accordo sulla sottoscrizione di un contratto di governo con il M5S per perseguire e realizzare, tra gli altri i seguenti punti?".

Il voto (sì o no) va espresso sulla 'Eliminazione della legge Fornero', 'Immigrazione: blocco degli sbarchi e rimpatrio degli irregolari'; 'Introduzione della flat tax per famiglie e imprese, eliminazione della più vecchie accise sulla benzina, taglio della burocrazia con abolizione degli studi di settore'.

E ancora: 'pace fiscale con saldo e stralcio delle cartelle esattoriali per i piccoli contribuenti in difficoltà economica'; 'Sicurezza: forte potenziamento di risorse e personale per le forze dell'ordine; 'Garanzia del diritto alla legittima difesa; 'Dignità al lavoro, salario minimo e lotta al precariato'; 'Autonomia e maggiori risorse ad enti locali e regioni, taglio agli sprechi nella P.a.'; 'Ridiscussione di tutti i trattati europei e affermazione del principio di sovranità nazionale'; 'Asili nido gratuiti, Iva zero sui prodotti per l'infanzia e sostegno alla natalità, introduzione di un ministero specifico per i disabili'.

Continua il toto-premier

Intanto continua il toto-premier. I nomi più gettonati per palazzo Chigi restano quelli del giurista Giuseppe Conte, dell'economista Andrea Roventini, e dei pentastellati Alfonso Bonafede e Vincenzo Spadafora. In molti però pensano che a spuntarla alla fine potrebbe essere proprio Luigi Di Maio. 

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