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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'ANALISI - La crisi è davvero finita?

Il ministro dell'Economia Saccomanni e il premier Letta vedono la luce in fondo al tunnel: "Recessione finita, Paese al sicuro". Ma i dati dicono altro: il Pil, per esempio, va giù ed è l'ottavo calo consecutivo. Slanci di ottimismo solo per salvaguardare le larghe intese? Il dubbio c'è

ROMA - Fabrizio Saccomanni, ministro dell'Economia: "La recessione è finita, credo che l'economia entrerà in ripresa, siamo a un punto di svolta del ciclo". Enrico Letta, presidente del Consiglio: "I segnali ci sono tutti e indicano che siamo a un passo dal possibile. A un passo, cioè, dall'inversione di rotta e dall'uscita dalla crisi più drammatica e buia che le attuali generazioni abbiano mai vissuto". Enrico Giovannini, ministro del Lavoro: "Nel secondo trimestre il Pil avrà ancora un segno meno, ma nel terzo e nel quarto si potrà avere un segno positivo. A quel punto potremmo dire che la recessione che ormai dura da due anni è finita".

Tre dichiarazioni forti, tre previsioni ottimistiche sul futuro dell'economia italiana. Ma è davvero così? Hanno ragione Saccomanni, Letta e Giovannini a intravedere la luce in fondo al tunnel della crisi che attanaglia il nostro Paese?

I DATI DELL'ISTAT - Lasciamo che a parlare siano i dati. Proprio ieri è arrivato l'ennesimo "bollettino nero" sullo stato economico del Paese. L'Istat ha reso noto che nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo italiano è diminuito di un altro 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2% nei confronti del secondo trimestre del 2012. Si tratta dell’ottavo calo trimestrale consecutivo, "una situazione mai verificatasi a partire dall’inizio delle serie storiche comparabili, nel primo trimestre del 1990".

IL PIL ITALIANO NON CRESCE DA DUE ANNI

"IMU E IVA, SOLDI NON CE NE SONO" - "E' una previsione troppo pessimistica e penso che il dato risentisse della stasi politica che ha caratterizzato l'economia fino alla fase precedente le misure di rilancio", ha detto Saccomanni. Intanto, però, "i soldi non ci sono. Abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse", ha ammesso il ministro dell'Economia spiegando che "bisogna accettare il peso politico di fare delle scelte di priorità". E i nodi Imu e Iva stanno arrivando al pettine. "Abbiamo reperito fondi per la sospensione della rata a giugno, stiamo lavorando per presentare la riforma complessiva entro il 31 agosto", dice Saccomanni parlando della tassa sulla casa. E su Tares e catasto? "Cerchiamo di allargare perimetro per soluzione complessiva".

VOLA LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: 39,1%

"COGLIERE I SEGNALI POSITIVI" - Speranzoso anche il premier Letta: "Il nostro impegno, a partire da oggi, è quello di cogliere fino in fondo questi segnali positivi, di mettercela davvero tutta affinché il possibile diventi realtà, di proseguire nel percorso tracciato in questi primi 100 giorni. L'Italia può farcela perché ha al proprio interno l'energia, la capacità, la voglia di cambiare e di cambiare in meglio".

BASTA UN FIGLIO PER ESSERE POVERI

L'ANALISI - Le dichiarazioni ottimistiche di esponenti del governo, dunque, sembrano stridere al cospetto di dati che non fanno certo intravedere un futuro roseo. I primi timidi segnali positivi dall'industria, con l'indice della produzione industriale che a giugno è aumentato dello 0,3% rispetto a maggio (anche se in termini tendenziali, cioè annuali, è diminuito del 2,1%), non giustificano il florilegio di atteggiamenti "fiduciosi". Soprattutto se il tasso di disoccupazione, e quello giovanile in primis, cresce di mese in mese. E allora bisogna abbandonarsi all'ansia del futuro e lanciare allarmi sugli anni cupi che, purtroppo, ancora ci aspettano all'orizzonte? No, basterebbe osservare la realtà con equilibrio e franchezza. Senza facilonerie ed entusiasmi ingiustificati. Sicuri che Letta, Saccomanni e Giovannini, con i loro slanci di ottimismo sui temi dell'economia, non vogliano soltanto salvaguardare il governo di larghe intese in bilico dopo il caso Berlusconi-Cassazione? "Tranquillizzare" i cittadini sulla recessione "che sta finendo" - con i dati che in realtà dicono altro - per rendere meno scivoloso questo lungo agosto politico. Il dubbio c'è.

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