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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Italia

Referendum, D'Alema vara la controriforma e accusa Renzi: "Sta con i poteri forti"

"Dal fronte del Sì clima intimidatorio". Massimo D'Alema torna all'attacco di Matteo Renzi e presenta la sua proposta: "Tagliare il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, mantenendo il bicameralismo perfetto"

Vincere, con l'affermazione del No, la sfida del referendum e poi aprire subito una nuova stagione di riforme che prevedano il taglio del numero dei deputati e dei senatori, mantenendo il bicameralismo perfetto. Gaetano Quagliariello e Massimo D'Alema hanno presentato la controriforma organizzata dalle fondazioni Magna Charta e ItalianiEuropei.  "L'idea iniziale di questa legislatura, fissare regole comuni e dividersi sui principi e sulle soluzioni dei problemi del Paese, è stata tradita"

La proposta: tagliare il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200. "L'auspicabile vittoria del No non porterebbe alla catastrofe - ha sottolineato D'Alema - e avrebbe come effetto la necessaria revisione della legge elettorale". Al contrario di quanto accadrebbe con la vittoria del Si' che, per l'ex presidente del Consiglio, porterebbe a una crisi politica a causa della "tentazione plebiscitaria" che eserciterebbe su chi oggi governa il Paese.

L'ex premier ha criticato il "cosiddetto partito della nazione, che coincide con la maggioranza di governo" e che è "sostenuto da alcuni dei cosiddetti poteri forti, anche con toni un po' minacciosi". "Capita di dover subire insulti che non dovrebbero appartenere al confronto come quello nel quale siamo impegnati - Ha aggiunto D'Alema - Uno schieramento politico talmente minaccioso che ha avviato questa campagna elettorale minacciando la rovina del paese in caso di vittoria del No. Un clima di paura e intimidazione, chi non condivide si deve sentire colpevole di spingere il paese verso il baratro".

PARTERE TRASVERSALE - Accanto all'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, sedeva Stefano Rodotà, più in disparte i deputati della minoranza Pd Davide Zoggia e Danilo Leva. In piedi, in un angolo della sala, il capogruppo della Lega alla Camera, Massimo Fedriga e il deputato del Carroccio Giancarlo Giorgetti. E, ancora: Pippo Civati di Possibile, Renato Brunetta e Paolo Romani di Forza Italia.

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