rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Udine

"Serracchiani segretario del Pd": la strategia dei renziani per riprendere la guida del partito

Il Partito Democratico pensa a un candidato segretario donna. Circola un nome preciso: Debora Serracchiani. Sarebbe la strategia dei renziani per riprendere la guida del partito dopo la reggenza Martina e per unire le varie anime del partito

Voci insistenti. Il Partito Democratico pensa a un candidato segretario donna. C'è un nome preciso: Debora Serracchiani. Sarebbe la strategia dei renziani per riprendere la guida del partito dopo la reggenza Martina. L'assemblea per la scelta del nuovo segretario potrebbe slittare fino a giugno, i dem sono divisi come mai in passato (e di divisioni ce ne sono sempre state, sin dal 2008). La linea dettata dall'ex segretario Matteo Renzi è quella dell'opposizione a oltranza e a tutti i costi, "senza se e senza ma". Non la pensano così altre correnti cje si stanno già muovendo. I renziani secondo il Corriere della Sera vorrebbero un cambio ai vertici che parta da una "rivoluzione rosa". Per migliorare l'immagine all'esterno, ma anche per spiazzare gli avversari all'interno.

Pd, idea Serracchiani 

La candidatura forte sarebbe proprio quella di Debora Serracchiani, ex vice segretaria del Pd ed ex presidente Regione Friuli Venezia Giulia, ora deputata Pd. Serracchiani potrebbe rappresentare il jolly, la carta adatta, per far convergere i renziani puri (quelli che negano un qualsiasi dialogo con il M5s al grido di "#senzadinoi - #senzadime") e l'ala più a sinistra del partito che non lo escluderebbe a priori per il bene del Paese . A contendere a Serracchiani la segreteria del secondo partito più grande d'Italia oltre a Martina ci sarebbero Matteo Richetti e il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino.

"E' in gioco il nostro futuro"

Due giorni fa l'ex governatrice del Friuli ha reso pubblica una sua lunga riflessione politica sul particolare momento che sta attraversando il suo Pd. Questa la sintesi del suo intervento: "Adesso è in gioco il nostro futuro, oltre che la nostra storia. Noi dobbiamo perciò trovare le nuove ragioni da porre alla base del nostro agire politico. Prendiamo atto che il richiamo a parole d'ordine di grande spessore storico e ideale, come riformismo, sinistra, socialismo, non sono più sufficienti. Non basta che ci definiamo "di sinistra" o "popolari" per essere riconosciuti tali. È un dato di fatto che milioni di elettori, che già ci avevano votato, si sono sentiti meglio garantiti da altri".

"Dem" all'opposizione

Non è pensabile "tradire la fiducia di coloro i quali, votandoci, hanno ritenuto comunque di affidarci un mandato - continua - Penso che nessuno ci abbia votato con l'idea di mandarci a fare l'opposizione, ma perché attuassimo nelle istituzioni repubblicane il programma con cui ci siamo candidati. Posto però che adesso il PD è oggettivamente un partito di opposizione rispetto alle forze che hanno ottenuto la grande maggioranza dei voti, bisogna chiarire a noi e agli italiani cosa vogliamo fare adesso, giorno dopo giorno e in prospettiva. Il "no" ad accordi con M5S o con la destra non è pregiudiziale, è la logica conseguenza di una visione diversa del Paese. Quindi nessun Aventino, ma partecipazione diretta al dibattito politico per affermare, dall'opposizione, un'alternativa possibile [...] Non si riparte disputando su questo o quel rituale interno del partito, né alimentando i soliti conflitti sterili. Il PD torna a nascere andando di nuovo a mescolarsi con la gente, magari prendendosi gli insulti davanti ai supermercati. Per chi vorrà farlo, ci aspetta un lungo e doloroso viaggio, alla ricerca di un'identità perduta, di una ragione ideale e di uno spazio politico".
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Serracchiani segretario del Pd": la strategia dei renziani per riprendere la guida del partito

Today è in caricamento