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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Italia

Dignità, arriva il Decreto bis ma a firmarlo è la Lega

Approderà questa settimana in Commissione Lavoro della Camera una proposta di legge che rischia di diventare il nuovo casus belli tra Lega e Movimento 5 stelle perché promette di ammorbidire alcune norme contenute nel decreto Dignità

Una proposta di legge di quattordici articoli rischia di diventare nei prossimi giorni il nuovo casus belli tra Lega e Movimento 5 stelle. Approderà infatti in Commissione Lavoro della Camera dei deputati una pdl a firma della leghista Elena Murelli che potrebbe ammorbidire le norme contenute nel decreto Dignità.

Tra le "Disposizioni in materia di occupazione", come spiega il sottosegretario Durigon, vi sono norme che promettono di fare un tagliando al Decreto Dignità.

Il dispositivo della Lega promette di allentare le causali rese obbligatorie nei contratti a termine dopo i primi 12 mesi "liberi", una imposizione che ha determinato il boom del turn-over alla scadenza del primo anno di contratto.

I contratti collettivi potranno individuare "causali aggiuntive" rispetto a quelle previste dal dl Dignità come: "Esigenze temporanee ed oggettive, estranee all’attività, ovvero per esigenze sostitutive di altri lavoratori" ed "esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria".

Proprio per le rigidità della legge approvata nell’agosto 2018 sono stati molti i malumori provenienti dal mondo dell'impresa. Mentre il numero dei contratti a a tempo determinato trasformati in contratti a tempo indeterminato è cresciuto, in molti avevano notato il blocco del turnover generazionale in alcuni settori. Se la proposta di legge della Lega venisse approvata, sarà grazie ai contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali che si potranno introdurre nuove causali per un utilizzo più ampio.

Decreto dignità bis, che cosa cambia

Strizza l'occhio alle aziende anche la detassazione dei premi di risultato e gli incentivi alle imprese per nidi e doposcuola aziendali.

Nel Pdl si vogliono inoltre allargare i "confini" entro cui trovare lavoro ai beneficiari del reddito di cittadinanza, ma vi sono anche misure di stimolo per l'occupazione femminile con una decontribuzione per l'assunzione delle lavoratrici, ma anche la proroga a tutto il 2020 dei requisiti del prepensionamento con l'Opzione donna.

Di Maio: "Decreto dignità non cambia"

Dal canto suo il ministro del lavoro Luigi Di Maio esulta per gli ultimi dati istat sottolienando la crescita dell'occupazione.

"Il Decreto Dignità non si cambia nemmeno una virgola! Dopo i fallimenti del Pd, abbiamo messo in campo il primo provvedimento che finalmente sta creando lavoro! E di questo ne sono fortemente orgoglioso. Lo so bene, c'è ancora tanto da fare, ma siamo sulla strada giusta. Avanti così!".

Il costo della dignità: lavoro più caro, 53mila a casa

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