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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Italia

Dignità, Di Maio manda in pensione il Jobs act. Confindustria: meno precari? No, meno lavoro

Come cambia il mondo del lavoro con il decreto Dignità? La presentazione delle misure sul lavoro e sul gioco d'azzardo decise dal governo. Di Maio: "Colpo mortale al precariato"

Come cambia il mondo del lavoro con il decreto Dignità? Il governo lo spiega in una conferenza stampa in cui il premier Conte ha introdotto il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio. Le nuove norme, spiega Conte "non eliminano la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato ma vogliono dare un segnale ben preciso che non costituiscono la regola del mercato del lavoro".

Il decreto Dignità riscrive il Jobs act: 4 proroghe per i precari e più tasse alle imprese 

"Ieri sera si è svolto un Consiglio dei ministri che ha deliberato l'emanazione di alcuni decreti, sono particolarmente lieto come presidente del governo che il primo decreto legge che ha un contenuto e caratterizza il nostro indirizzo politico in materia economica e sociale sia intitolato al recupero della dignità dei lavoratori, degli imprenditori e dei cittadini". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Tuttavia critiche per il decreto dignità le sollevano anche gli industriali italiani. Per Confindustria "il Governo innesta la retromarcia rispetto ad alcune innovazioni che hanno contribuito a quella crescita"

Le nuove regole saranno poco utili rispetto all'obiettivo dichiarato, contrastare la precarietà, perché l'incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è, in Italia, in linea con la media europea. Il risultato sarà di avere meno lavoro, non meno precarietà".

Che cosa dice il decreto dignità

Il decreto Dignità "dà un colpo mortale al precariato, licenziando il Jobbs act". Così Luigi Di Maio, illustrando in conferenza stampa a Palazzo Chigi il decreto Dignità. "Vita breve per i contratti a termine: si passa dalla durata di 36 mesi a 12 mesi senza causale" ha annunciato il ministro.

La precarietà "è una piaga che sta danneggiando le famiglia e la nascita di nuove. Contrastarla è un modo per permettere la crescita demografica, combatterla vuol dire consentire ai giovani di farsi una famiglia, vuol dire meno stress e depressione, in un paese dove abbiamo tra i più alti usi di antidepressivi" e la "precarietà incide tantissimo".

Tregua sullo spesometro, ultimo adempimento a febbraio e poi scompare; disattivazione del redditometro e abolizione dello split payment per le partite Iva. Sono le misure fiscali inserite nel decreto Dignità.Un decreto che restituisce "diritti" e combatte la "precarietà, la burocrazia, l'azzardo e la delocalizzazione", dice il ministro del lavoro e dello Sviluppo economico.

Il governo giallo verde è stato "prima accusato di essere di destra, poi di sinistra" ma "qui non si tratta di essere di sinistra o di destra, ma di dare voci alle persone ignorate finora, e noi continueremo a farlo sempre più uniti e compatti, come in questo primo mese" dice Di Maio rivendicando come sia "cambiato l'atteggiamento nei confronti del nostro paese".

Lo stop alla pubblicità del gioco d'azzardo introdotto nel decreto Dignità non "non prevede coperture" per la parte restante del 2018, "perché limitando la pubblicità del gioco d'azzardo vi sarà meno gettito dal gioco d'azzardo nelle casse dello Stato" ha spiegato il ministro del Lavoro.

Quanto al 2019 e 2020 "in collaborazione con l'Agenzia dei monopoli avviamo un piano di contrasto del gioco d'azzardo illegale". Le casse dello Stato "erano drogate" dal gettito del gioco d'azzardo, "noi cambiamo paradigma, combattiamo il gioco illegale" e "aboliamo la pubblicità di quello legale". "Siamo il primo paese in Ue che fa una cosa del genere", spiega Di Maio.

"Non riconosco come positivi i dati dell'Istat di ieri, quei dati segnavano solo una cosa nuova: un record del precariato", ha infine osservato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. "La strada maestra per la stabilità dei contratti è ridurne il costo" e "per questo stiamo lavorando ad un abbassamento del costo lavoro selettivo" per i lavori di quei settori che "possono avere grande valore come il Made in Italy e la tecnologia".

Il decreto dignità in breve

Vita breve per i contratti a termine: si passa dalla durata di 36 mesi a 12 mesi senza causale.

La precarietà spiega Di Maio "è una piaga che sta danneggiando le famiglia e la nascita di nuove. Contrastarla è un modo per permettere la crescita demografica, combatterla vuol dire consentire ai giovani di farsi una famiglia, vuol dire meno stress e depressione, in un paese dove abbiamo tra i più alti usi di antidepressivi".

In caso di licenziamento ingiusto il lavoratore può chiedere un indennizzo fino a 36 mensilità.

Tregua sullo spesometro, ultimo adempimento a febbraio e poi scompare; disattivazione del redditometro e abolizione dello split payment per le partite Iva. Sono le misure fiscali inserite nel decreto Dignità illustrate dal ministro del Lavoro Di Maio.

Niente coperture per il taglio al gioco d'azzardo

Per lo stop alla pubblicità del gioco d'azzardo introdotto nel decreto Dignità non "prevede coperture" per la parte restante del 2018, "perché limitando la pubblicità del gioco d'azzardo vi sarà meno gettito dal gioco d'azzardo nelle casse dello Stato" spiega il ministro del Lavoro Luigi Di Maio.

Quanto al 2019 e 2020 "in collaborazione con l'Agenzia dei monopoli avviamo un piano di contrasto del gioco d'azzardo illegale". Le casse dello Stato "erano drogate" dal gettito del gioco d'azzardo, "noi cambiamo paradigma, combattiamo il gioco illegale" e "aboliamo la pubblicità di quello legale". "Siamo il primo paese in Ue che fa una cosa del genere", spiega Di Maio.

 "Per me il settore dei giochi si è allargato un po' troppo a discapito della spesa sanitaria e della dignitaàdelle persone. Ora lo ridimensioniamo. Mi dispiace, ma questi erano punti previsti nei programmi elettorali, siamo stati votati anche per un giro di vite su questo settore"

Di Maio alle imprese: "Sgravi per assunzioni"

"Non avete nulla di cui preoccuparvi se non avete abusato e sfruttato i giovani in questo Paese". Lo ha detto il ministro del Lavoro Luigi Di Maio commentando, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, le riserve espresse dalle associazioni datoriali sul decreto dignità. "Nelle nostre proiezioni" ha aggiunto "fare contratti stabili fa bene all'economia sana di questo Paese". Per le imprese, ha concluso, "ci metteremo sempre di più al lavoro sulle semplificazioni, per sgravare dei costi della burocrazia le imprese italiane".

Intanto il vicepremier... si fa un tuffo

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Cosa vuole fare il governo con il decreto dignità

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.

Il provvedimento mira, in particolare:

  • limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo indeterminato. Si riduce in tal modo il lavoro precario, riservando la contrattazione a termine ai casi di reale necessità da parte del datore di lavoro. A questo scopo, si prevede che, fatta salva la possibilità di libera stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l’eventuale rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate. In presenza di una di queste condizioni già a partire dal primo contratto sarà possibile apporre un termine comunque non superiore a 24 mesi. Al fine di indirizzare i datori di lavoro verso l’utilizzo di forme contrattuali stabili, inoltre, si prevede l’aumento dello 0,5% del contributo addizionale – attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione;
  • salvaguardare i livelli occupazionali e contrastare la delocalizzazione delle aziende che abbiano ottenuto aiuti dallo Stato per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche in Italia;
  • contrastare il grave fenomeno della ludopatia, vietando la pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro;
  • a introdurre misure in materia di semplificazione fiscale, attraverso la revisione dell’istituto del cosiddetto “redditometro” in chiave di contrasto all’economia sommersa, il rinvio della prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (cosiddetto “spesometro”), nonché l’abolizione dello split payment  per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto. Le nuove norme prevedono, innanzitutto, che il decreto ministeriale che elenca gli elementi indicativi di capacità contributiva attualmente vigente (redditometro) non ha più effetto per i controlli ancora da effettuare sull’anno di imposta 2016 e successivi. Inoltre, si prevede che il Ministero dell’economia e delle finanze possa emanare un nuovo decreto in merito dopo aver sentito l’ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori. Con specifico riferimento alle comunicazioni dei dati di fatturazione relativi al terzo trimestre del 2018, infine, si interviene prevedendo che gli stessi possono essere trasmessi telematicamente all’Agenzia delle entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché entro il secondo mese successivo al trimestre.

Come cambia il mondo del lavoro in Italia

''La concertazione è la strada migliore per arrivare ad una soluzione'' spiega il vicepremier e ministro dello sviluppo e del lavoro, Luigi Di Maio, rilancia dal palco della conferenza dei servizi della Cisl, il dialogo sociale. E ripercorrendo la trattativa avviata ieri tra aziende, sindacati, lavoratori e governo ribadisce:'' Potremo fare un buon lavoro insieme- prosegue- Lo ribadiamo a tutti e speriamo poterlo ribadire il prima possibile anche alle altre confederazioni''. "Voi avete l'esperienza della contrattazione e dello status dei lavoratori noi come ministero ci mettiamo tutto l'entusiasmo per portare in questo paese un aumento dell'occupazione grazie a nuovi lavori attraverso investimenti", prosegue Di Maio.

In mezzo, aggiunge, "ci sono tante persone che non si sentono rappresentate né dalla politica le dai sindacati che noi dobbiamo coinvolgere aumentando le tutele. Quando vedranno che la concertazione funziona cominceranno a credere sia nelle istituzioni che nelle organizzazioni di rappresentanza".

''I lavori stanno cambiando e nei prossimi 6-7 anni circa il 60% dei lavori sarà interessato da trasformazioni: se saremo bravi a investire nei settori giusti, ad abbassare il costo del lavoro in maniera selettiva nei vari settori che sono competitivi potremo creare circa 13 milioni di posti di lavoro intorno alle nuove professioni''. Cosi il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, dal palco della conferenza dei servizi della Cisl. Una considerazione e non un annuncio, mette subito le mani avanti il ministro: ''Ovviamente non sto qui a dire che creeremo 13 milioni di posti di lavoro perché è già andata male a chi ha detto che ne avrebbe creato 1 milione di posti di lavoro figuriamoci 13 che porta pure male come numero.'', spiega. E ribadisce: ''Non sono venuto qui a dire questo, sto solo dicendo che tutto si sta trasformando e dobbiamo tener sempre presente la dignità della persona'', conclude.

''I cittadini italiani, quelli di Lampedusa per esempio, meriterebbero un premio per la pazienza e la solidarietà dimostrata in tutti questi anni. Ma ci teniamo a dire agli altri paesi: è finita l'epoca in cui ci sobbarchiamo il peso dei loro egoismi e ipocrisie'' . Così il vicepremier e ministro dello sviluppo e del lavoro, Luigi Di Maio, rivendica il nuovo atteggiamento del Paese vero la questione migranti. Una platea quella del sindacato che ha tributato un lungo e caloroso applauso al passaggio dedicato a Lampedusa.

''In Italia c'è sempre stata una convinzione: che gli altri paesi potessero permettersi il lusso di essere sempre un po più egoisti di noi. Tanto noi eravamo sempre disposti al massimo dei sacrifici su ogni ambito anche sull immigrazione'', prosegue Di Maio. Chiarendo: ''Quello che oggi stiamo cercando di cambiare come atteggiamento non è relativo alla diminuzione dello spirito di solidarietà dell'Italia'', conclude.

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