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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nasce la fronda 5 stelle anti Salvini: così il decreto sicurezza spacca il Movimento

Dopo le tensioni al Senato che hanno visto 5 esponenti del movimento 5 stelle non votare la fiducia al decreto sicurezza e immigrazione voluto dal ministro dell'Interno, ora alla Camera la fronda si allarga e rischia di spaccare il M5s

Il decreto sicurezza e immigrazione targato Matteo Salvini rischia di spaccare il Movimento 5 Stelle anche alla Camera. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti parlamentari, una ventina di deputati del Movimento 5 stelle hanno inviato una mail al capogruppo pentastellato Francesco D'Uva per rivendicare la possibilità di apportare modifiche al testo del decreto licenziato dal Senato lo scorso 7 novembre.

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La missiva, racconta una fonte, sarebbe stata sottoscritta da 19 parlamentari, per lo più alla prima legislatura. "Nella mail - spiega all'Adnkronos un deputato - si chiede di presentare emendamenti al dl sicurezza" ma soprattutto "di aprire un tavolo di confronto interno". Una richiesta di attenzione e considerazione da parte del direttivo, quella che arriva dai 19 deputati grillini.

Di Maio: "Mi aspetto lealtà"

"Le persone che hanno firmato quella lettera riconoscono l'importanza per il governo del decreto sicurezza. Credo che vogliano fare un'azione di testimonianza con quegli emendamenti, ma mi aspetto lealtà al governo e alla maggioranza. Il governo va avanti finché è autonomo e la maggioranza vota i suoi provvedimenti". Così il vicepremier Luigi Di Maio ha risposto, nel corso della conferenza stampa a Caserta sui rifiuti, a una domanda sui deputati M5S che hanno chiesto di poter discutere il contenuto del decreto.

"Il provvedimento è alla seconda lettura, è chiaro che il Parlamento è sovrano ma mandarlo con un'altra modifica al Senato fa sì che il decreto decade".

Alla Camera - dove sono in corso le audizioni, in Commissione Affari Costituzionali, sul decreto sicurezza - rischia dunque di aprirsi un nuovo fronte dopo le tensioni al Senato che hanno visto protagonisti 5 esponenti M5S (Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Virginia La Mura, Matteo Mantero), i quali si sono rifiutati di partecipare al voto di fiducia al governo sul provvedimento e per questo motivo sono finiti sotto la lente di ingrandimento del collegio dei probiviri.

Il decreto rappresenta una priorità per il governo e in particolare per il ministro dell'Interno Salvini. Anche per questo motivo, il testo viene considerato 'chiuso'. Non ci sarebbero i tempi per rimandarlo a Palazzo Madama, in caso di modifiche. E la questione di fiducia viene considerata quasi scontata.

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