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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Decreto Sicurezza, dissidenti M5s non votano la fiducia: "Ora rischiano l'espulsione"

Sono otto i voti che sono mancati alla maggioranza nell'appello nominale per la fiducia al Senato sul decreto sicurezza, rispetto all'unico precedente dello scorso 5 giugno. Nel Movimento si apre il "processo" ai dissidenti Nugnes, De Falco, Mantero, Fattori e La Mura

Il Senato ha concesso la fiducia al governo approvando il decreto sicurezza. A fronte di 288 senatori presenti, i votanti sono stati 241. I sì sono stati 163, i no 59, gli astenuti 19. Sono otto i voti che sono mancati alla maggioranza nell'appello nominale per la fiducia al Senato sul decreto sicurezza, rispetto all'unico precedente in questa legislatura: il voto del 5 giugno per l'insediamento del governo Conte. Il capogruppo M5S Stefano Patuanelli ha annunciato, poco dopo l'esito del voto, di aver segnalato il caso ai probiviri del movimento "che hanno avviato un'istruttoria".

A quanto apprende l'Adnkronos dai vertici pentastellati, i senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura -sui quali è stata avviata un'istruttoria dai probiviri del Movimento- rischierebbero di fatto il 'cartellino rosso' con l'espulsione dal 5stelle.

Non ha partecipato al voto di fiducia la senatrice M5s Paola Nugnes: "Sono uscita dall'aula nel rispetto dei miei valori". Non sono mancate le reazioni degli haters pentastellati che accusano Nugnes di essersi comportata come Ponzio Pilato.

Insieme alla senatrice campana altri tre senatori pentastellati avevano manifestato la propria contrarietà al decreto sicurezzaGregorio De FalcoMatteo Mantero ed Elena Fattori. A loro si è aggiunta anche Virginia La Mura: "Sono uscita dall’aula perché io ho fiducia nell’azione di questo governo, ma non potevo dare il mio voto al decreto Sicurezza. E se mi si vuole costringere a votare un decreto attraverso la fiducia non posso far altro che uscire dall’aula".

"Questo decreto non mi appartiene, va contro i miei principi e ritengo che vada anche contro i principi del M5S stesso. Non possiamo permettere che si renda ancora più aspra la vita degli ultimi. Stiamo perdendo una grossa opportunità: quella di fornire gli strumenti per l’inclusione sociale di persone che hanno avuto una vita travagliata per la sola sfortuna di esser nati in un posto diverso dal nostro. Si, perché questo decreto che chiamiamo “sicurezza” in realtà crea repressione da un lato e maggiori rischi sociali dall’altro: con l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari avremo migliaia di nuovi migranti irregolari senza alcuna tutela e senza alcuna possibilità di integrazione. E non essendo possibili i rimpatri, cosa faranno queste persone senza diritti? Avremmo potuto fare altro, avremmo potuto modificare il decreto, ma non è stato possibile".

L'unica sicurezza è la distanza tra m5s&lega

Ma perché è così importante il voto sul decreto sicurezza così voluto dal ministro dell'interno Matteo Salvini? Il disegno di legge di conversione del decreto legge ora passa all'esame della Camera ma è stato sufficiente l'inizio di una discussione a Palazzo Madama per far esplodere il dissenso tra le correnti pentastellate con i distinguo che vengono dall'anima più garantista che fa capo al presidente della Camera Roberto Fico.

"I miei emendamenti al decreto sicurezza avevano l’obiettivo correggere l’Art2 e 12 ove si passa l’accoglienza totalmente nelle mani dei privati - si giustifica la senatrice Elena Fabbri che attacca la Lega per gli emendamenti al disegno di legge anticorruzione, il noto "spazzacorrotti".

"Smontano i pilastri e cancellano anche quelle norme che regolano l’erogazione di soldi ai partiti. Sospendendo il giudizio sulla correlazione tra le due vicende mi chiedo chi sia il vero dissidente"

Come avevamo già spiegato resta infatti una distanza siderale tra Lega M5s sulla riforma della prescrizione contenuta nel disegno di legge anticorruzione che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado a prescindere che la sentenza sia di assoluzione o condanna.

Il vertice tra Giuseppe Conte e i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, per sciogliere il nodo della prescrizione slitta ancora. Avrebbe dovuto tenersi ieri sera alle 21, ma per ora non ce n'è traccia in agenda. "La commissione Giustizia - anticipano fonti di governo 5 Stelle all'Adnkronos - ha approvato il calendario dei lavori. Quindi si procede positivamente". Ma l'accordo sulla prescrizione "al momento non c'è". Il vertice tra i tre, riferiscono autorevoli fonti di governo, "si terrà tra stasera e domani. Non c'è fretta".

Perché m5s e lega litigano sulla prescrizione

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Tornando ai conti del voto odierno tra gli assenti, una senatrice del M5S che ha problemi di salute, e il senatore Mario Giarrusso, che risulta in congedo in base ai tabulati di palazzo Madama. L'ottavo voto venuto meno è quello di Martelli: l'ex M5S, a differenza del suo collega Buccarella che ha confermato la fiducia, si è astenuto.

Da registrare anche in giornata l'annunciata astensione del gruppo di Fratelli d'Italia. Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, ha spiegato che se non fosse stato posta la fiducia i senatori azzurri avrebbero votato il provvedimento.

"Ci è stato impedito da un governo costretto a mettere la fiducia per nascondere sotto il tappeto l'evidente crisi di rapporti sia fra i contraenti del contratto, sia all'interno dei 5Stelle. Una decisione grave, che ha chiuso la bocca alle opposizioni, impedendo a Forza Italia di poter dare il suo contributo a migliorare il testo. Per questo abbiamo deciso di non partecipare al voto, perché noi continueremo a dire sempre forte e chiaro: sì alla sicurezza, no al governo gialloverde", conclude.

Quando Taverna diceva: "Fiducia fa schifo"

"Non fa più così schifo la fiducia, vero Taverna? Ma quanto siete ipocriti voi del M5s?". Lo scrive su twitter la deputata Pd Alessia Morani, che posta un video della senatrice 5 stelle. Sopra l'immagine del video la scritta 'quando la Taverna definiva la fiducia una merda'

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