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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

"Lavoro nero nell'azienda del padre", Di Maio: "Consegnerò i documenti"

Il caso nato da una denuncia di un ex dipendente dell'impresa del padre del vicepremier a Le Iene. Lui replica: "Faremo tutte le verifiche che servono" e incassa anche la solidarietà di Renzi ("Rivedo il fango gettato addosso a mio padre")

"Consegnerò a Filippo Roma i documenti su questa vicenda". Replica così Luigi di Maio su Facebook alla vicenda sollevata dal servizio de Le Iene sulla denuncia fatta da un operaio che ha raccontato di aver lavorato in nero per la ditta edile di suo padre. "Faremo tutte le verifiche che servono su quanto raccontato da Salvatore", dice il vicepremier. "Avrete visto il servizio delle Iene. E avrete visto anche la mia intervista. Come sapete, in tutti questi anni, alle Iene abbiamo sempre dato il massimo della disponibilità - prosegue Di Maio -, non abbiamo chiesto di non mandare in onda servizi, a differenza di altri; non abbiamo mai chiesto alcun trattamento di favore e quando ci hanno rivelato qualcosa di importante li abbiamo ringraziati". 

Stavolta il caso "riguarda un lavoratore che 8 anni fa ha lavorato in nero per mio padre - prosegue il ministro -. Sono contento che Salvatore - l'operaio - abbia trovato il coraggio di denunciare pubblicamente dopo 8 anni. Ho letto dei commenti che lo attaccano per averlo detto pubblicamente solo ora, personalmente non credo lo si debba aggredire, inoltre credo che Salvatore Pizzo abbia anche votato il Movimento alle ultime elezioni, visto che ha aderito alla nostra campagna di maggio 'Il mio voto conta'". 

L'inchiesta de Le Iene

Nel servizio, Salvatore Pizzo di Pomigliano d'Arco sostiene di aver "lavorato due anni in nero, mi pagava Antonio Di Maio". Non solo: quando Pizzo si infortunò ad un dito, il padre del vicepremier avrebbe chiesto al suo operaio "di non dire che mi ero fatto male nel suo cantiere. Mi consigliò di dire che mi ero fatto male in casa". I fatti, precisano Le Iene, risalgono a "un periodo antecedente di due anni a quando Luigi Di Maio è diventato proprietario al 50% dell'azienda di famiglia", impresa in cui lo stesso attuale vicepremier ha lavorato per un periodo come operaio. Incalzato dall'inviato Filippo Roma, Di Maio aveva assicurato l'intenzione di fare luce su quanto denunciato da Salvatore Pizzo: "Io non gestisco direttamente l'azienda. E tra il 2009 e il 2010 non ero socio. A me questa cosa non risulta ma il fatto è grave, verificherò".

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Tra Luigi Di Maio e il padre, emerge dall'intervista alle 'Iene', i rapporti non sono sempre stati idilliaci: "Io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati. Non c'è stato un bel rapporto per anni, adesso è migliorato un po'. Non sapevo di lavoratori in nero. A me non risulta ma il fatto è grave, non mi ricordo di questo operaio ma ce ne sono stati tanti. A quell'epoca avevo 24-25 anni, io nell'azienda di famiglia ho aiutato mio padre come operaio ma non gestivo le cose di famiglia. Devo verificare questa cosa, verifichiamo tutto assolutamente". "Se è andata cosi mi dispiace per quella persona. Sono sempre andato avanti nella convinzione che nella mia famiglia si rispettassero le regole, se è successo qualcosa sul luogo di lavoro con mio padre questa persona ha il dovere di dirlo, non solo a voi ma lo faccia presente a tutte le autorità. Gli chiederò spiegazioni e vi farò sapere", era stata l'assicurazione data dal vicepremier.

(Il servizio andato in onda su Italia 1)

Su Facebook, Di Maio ora spiega: "All’epoca dei fatti si è rivolto al Sindacato CGIL che gli consigliò di trovare un accordo con mio padre per farsi assumere, e infatti poi ha ottenuto un contratto regolare. Successivamente gli fu corrisposto anche un indennizzo. Otto anni fa, come avrete visto dal servizio io non ero né socio dell’azienda, né mai mi sono occupato delle questioni di mio padre". 

"Mio padre ha fatto degli errori nella sua vita, e da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre. E capirete anche che sia improbabile che un padre racconti al figlio 24enne un accaduto del genere. A maggior ragione - aggiunge il vicepremier - se, come ho detto nel servizio, abbiamo anche avuto un rapporto difficile, che sono contento sia migliorato negli ultimi anni. Come sempre, manterrò gli impegni presi e domani (lunedì, ndr) consegnerò a Filippo Roma i documenti su questa vicenda in particolare, che intanto ho chiesto di procurare a mio padre, e faremo tutte le verifiche che servono su quanto raccontato da Salvatore nel servizio".

La solidarietà di Matteo Renzi

Di Maio incassa la solidarietà a sorpresa dell'ex premier Matteo Renzi. "Sono convinto che la presunta 'onestà'  dei Cinque stelle sia una grande fakenews, una bufala come dimostrano  tante vicende personali, dall'evasore Beppe Grillo in giù. Ma sono  anche convinto che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli e questo lo dico da sempre, a differenza di Di Maio che se ne è accorto  adesso", scrive infatti Renzi su Facebook. "Rivedo il fango gettato addosso a mio padre. Rivedo la sua vita  distrutta dalla campagna d'odio dei 5 Stelle e della Lega", scrive tra le altre cose il senatore del Pd spiegando: "La vita di mio padre è  cambiata, per sempre. Non è un mio problema dunque sapere se il padre  di Di Maio sia responsabile o no di lavori in nero, evasione fiscale,  abusi edilizi. Non m'interessa davvero. Sono però certo che Di Maio  figlio sia il capo del partito che è il principale responsabile dello  sdoganamento dell'odio. Hanno educato, stimolato e spronato a  detestare chi provava sinceramente a fare qualcosa di utile. Hanno  ucciso la civiltà del confronto. Hanno insegnato a odiare".

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"Non dobbiamo ripagarli con la stessa moneta. Ma prima di fare post  contriti su Facebook chiedano almeno perdono alla mia famiglia per  tutta la violenza verbale di questi anni. Se Di Maio vuole essere  credibile nelle sue spiegazioni prima di tutto si scusi con mio padre  e con le persone che ha contribuito a rovinare. Troverà il coraggio di farlo?", conclude Renzi.

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