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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Tappatevi la bocca, è l'ultimo avviso": Salvini sfida il M5s, ma Di Maio non ci sta

Nessuno poteva immaginare che l'indagine che riguarda il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, e la richiesta di dimissioni da parte dei 5 stelle, diventassero per quasi un mese argomento di scontro quotidiano all'interno del governo

Il governo non rischia sul caso Siri "a meno che non sia la Lega a chiedere una crisi di governo dopo un eventuale voto in Consiglio dei Ministri". Così Luigi Di Maio apre la settimana decisiva per il sottosegretario. Ma sono ore concitate.

Sarà ricordata, probabilmente, come la "campagna elettorale del caso Siri". Nessuno poteva immaginare che l'indagine che riguarda il sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione, e la richiesta di dimissioni da parte dei 5 stelle, diventassero per quasi un mese argomento di scontro quotidiano all'interno del governo e tema politico principale delle settimane che precedono il voto europeo del 26 maggio. Tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini la tensione resta palpabile. Che il governo non cadrà sullo scoglio-Siri è risaputo, e tra gli alleati di governo ormai manca soltanto l'insulto.

Matteo Salvini, "ultimo avviso" al M5s sul caso Siri

Vicepremier contro. "Stufo di insulti da alleati, io non rispondo. Questo governo andrà avanti cinque anni basta che la smettano di chiacchierare, perché le parole hanno un peso" afferma Matteo Salvini domenica sera nel corso di un incontro a Roma."In Italia si sta superando il limite: a sinistra coltivano un odio pericoloso. Ma dalle opposizioni le critiche sono ovvie, da qualcuno che dovrebbe essere alleato no. E io sono stufo". "La mia parola è una sola – dice Salvini -: questo governo va avanti cinque anni, ma le parole hanno un peso. A me dicono di tirare fuori le palle. Il ministro dell'Interno, però, riceve buste con proiettili per l'impegno contro la mafia con fatti". E aggiunge "io dico a tutti a destra e a sinistra: un conto è il confronto, un conto il tiro al bersaglio. Tappatevi la bocca, lavorate e smettetela di rompere le scatole e di insultare e minacciare il prossimo, questo è l'ultimo avviso".

Siri, Di Maio: "Con la corruzione non ci si tappa la bocca"

A stretto giro di posta arriva la replica di Luigi Di Maio, in un'intervista a 'Non è l'Arena': "Con la corruzione non ci si tappa la bocca, si parla e si chiede alle persone di mettersi in panchina" dice il vicepremier. "Il Movimento 5 Stelle rimane un presidio di legalità". 

"Il tema è semplice: questa persona poteva fare un passo indietro. Ora si faccia fare un passo indietro a questa persona prima del Cdm" di mercoledì, sottolinea Di Maio. "Il M5S ha la maggioranza assoluta in Cdm", ricorda. E chiede: "Ma perché dobbiamo arrivare a questo punto?". Sul caso Siri "non mollo per coerenza, chi getta un'ombra su governo si deve mettere in panchina". Con Salvini "lavoriamo bene quando lavoriamo su cose concrete" mentre "la tensione in questi giorni" è legata all'inchiesta sulla corruzione e al caso del sottosegretario leghista.

"Governo non a rischio a meno che non sia la Lega a chiedere crisi"

Lunedì mattina Di Maio non arretra. Il governo non rischia sul caso Siri "a meno che non sia la Lega a chiedere una crisi di governo dopo un eventuale voto in Consiglio dei Ministri". Lo afferma il vicepremier Luigi Di Maio nel corso di un'intervista al GR1. Per il leader del M5S "è importante rimuovere quel sottosegretario che secondo me getta ombre su tutto il governo. Per farlo spero non si debba arrivare in Consiglio dei Ministri, lì noi abbiamo la maggioranza assoluta ma spero che la Lega non sia così irresponsabile". "Non credo si debba arrivare al voto ma in ogni caso la spaccatura è già evidente sul caso Siri che vede sulla corruzione delle sensibilità diverse" prosegue ricordando che "il contratto di governo ha ancora da attuare un sacco di leggi importanti" e "per me bisogna continuare per cambiare questo paese". Di Maio smentisce che ci sia un cambio di strategia del Movimento nei confronti dell'alleato di governo: "Nessun cambio di strategia, il tema Siri riguarda la corruzione e addirittura si parla di mafia e su questo non possiamo transigere".

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Il primo attacco era arrivato domenica mattina dal 'Blog delle Stelle'. In un post si leggeva che "sulla questione morale il M5S non fa passi indietro e alla Lega chiediamo di non cambiare sempre discorso, ma di tirare fuori le palle su Siri e farlo dimettere”.  Di Maio ospite di Rai3 aveva poi detto che per Salvini "è facile fare il forte coi deboli, questo è il momento del coraggio, in cui ci si assume le responsabilità dimostrando ai cittadini che siamo come i cittadini”. Aggiungendo che “mi aspetto dalla Lega e da Salvini una posizione intransigente, come ce l'ha sulla sicurezza e sui migranti, anche quando si recluta la classe politica devi stare attento". Sottolineando poi che per i 5 Stelle il caso Siri "è talmente dirimente che abbiamo chiesto di farlo decadere" e che il Cdm sulla questione "dovrebbe esserci mercoledì, al 99%".

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Patuanelli (M5s): "Andiamo fino in fondo, Salvini non lo ha capito"

"Salvini non ha capito che sulle dimissioni di Siri noi andiamo fino in fondo. Il sottosegretario è indagato per corruzione, non può restare sospeso in queste condizioni". Lo afferma il capogruppo 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, in un'intervista al Corriere della Sera.

Sulla possibile conta al consiglio dei ministri di mercoledì prossimo, Patuanelli comemnta: "Se la Lega vuole arrivarci, i ministri del M5S voteranno compattamente per le dimissioni. Ma speriamo che Siri si dimetta prima, così da non doverci arrivare. Non sarebbe positivo per continuare serenamente assieme".

governo conte ansa-3

Giancarlo Giorgetti, secondo retroscena riportati dalla Stampa, ripete a tutti gli interlocutori con i quali ha avuto modo di parlare di recente: "Se avessimo rotto sulla Tav, avrebbe avuto un senso, la Lega avrebbe preso il 40 per cento. Il problema non è Siri. Ma al prossimo giro Salvini rompe davvero su un terreno che gli conviene. Ha imparato la lezione della Tav".  

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