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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Perché la decisione sul processo a Salvini segna "un prima e un dopo" nella storia M5s

C'è una spaccatura nettissima sul caso Diciotti in casa M5s: il voto sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini segnerà un prima e un dopo nella decennale storia del Movimento. La linea ufficiale ancora non c'è: "È una brutta situazione"

I tempi potrebbero essere più rapidi del previsto. Ma l'esito resta non incerto, bensì incertissimo. La Giunta delle immunità del Senato è convocata per domani, giovedì 7 febbraio, alle ore 8.30, per esaminare la domanda di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro degli Interni, Matteo Salvini, chiesta dalla magistratura di Catania, sul caso della nave Diciotti. Non sarà domani però il giorno giusto per tirare le somme. Si tratta infatti della seconda riunione della Giunta sul tema. Il voto sulla relazione del presidente, Maurizio Gasparri (anche relatore del dossier), è prevista entro il 23 febbraio, ma non si esclude la possibilità di chiudere con qualche giorno di anticipo. Poi la palla passerà al parlamento. L'accusa nei confronti di Matteo Salvini è di "sequestro di persona aggravato". Il titolare del Viminale ha però deciso che non si presenterà di persona ma farà pervenire una memoria scritta. Previsto un suo intervento in aula ma solo quando sarà stato esaminato il caso. 

Caso Diciotti, perché un passaggio storico per il M5s

La sensazione è che il Movimento 5 stelle stia affrontando un passaggio delicatissimo nella propria storia. Nell'assemblea dei senatori pentastellati di ieri non è emersa una linea comune, e pare difficile che la memoria difensiva che Salvini presenterà alla Giunta possa chiarire le idee. Sì, i senatori pentastellati assicurano che esamineranno e valuteranno la documentazione con grande attenzione. Ma già è risaputo che il titolare del Viminale dirà che la scelta sulla Diciotti è stata "assunta collegialmente dal governo"; il M5s ha sempre votato sì alle autorizzazioni a procedere, e in casa pentastellata è stato sempre ritenuto sacro e intoccabile il principio legalitario secondo cui i politici, tutti e senza distinzioni, devono sempre sottoporsi ai processi, proprio come i comuni cittadini. Ma votare contro l'alleato di governo, esponendolo a una vicenda giudiziaria lunga e "sgradevole", con ipotetica pena massima di 15 anni di reclusione, metterebbe a rischio la tenuta dell'esecutivo a lungo termine.

La linea rigorista è chiara: "Non si può distinguere caso per caso, perché altrimenti si entra nel merito delle situazioni e non è questo quello che bisogna fare. Ci si difende nel processo e non fuori dal processo. E respingere la richiesta di procedere del tribunale dei ministri smentirebbe la storia della nostra opposizione parlamentare ed extra parlamentare". Ma per Salvini si farà un eccezione, probabilmente.

Sembra tramontare l'ipotesi di risolvere la questione con un referendum tra gli iscritti è soltanto un'ipotesi ancora prematura. La linea ufficiale del M5s, ma i rumors sanno quasi per scontato il no all'autorizzazione: "E' una brutta situazione ma ci tocca salvare Salvini, non possiamo fare altrimenti", avrebbe detto un esponente del M5s allargando le braccia e lontano dai taccuini, secondo Askanews. "Superato questo scoglio però - è la previsione - il governo dura anche se M5s subirà una flessione alle elezioni europee".

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Movimento 5 stelle spaccato sul caso Diciotti

Tra i senatori M5s tuttavia c'è chi non ne vuole sapere di cedere alle logiche di realpolitik: "La questione sul votare a favore o meno al processo al ministro dell'Interno mi sembra assolutamente ovvia. Nessuno può evitare un processo grazie al Parlamento e io non potrei mai acconsentire a una cosa del genere che è palesemente contraria ai miei principi e a quelli del M5S. E non se ne dovrebbe affatto discutere", scriveva sabato su Facebook Virginia La Mura. E anche Matteo Mantero dice che voterebbe sì al processo di Salvini.

Secondo il quotidiano più vicino al M5s c'è una spaccatura netta, nettissima sul caso Diciotti: "Mezzo M5s parla come Berlusconi 'Il governo non si processa'. Morra è isolato sulla linea Di Maio-Fico". Ci sarebbe quindi una "netta spaccatura nel gruppo al Senato. La vecchia guardia difende i 'nostri principi', ma la maggior parte dei nuovi eletti punta a salvare il vicepremier. Una linea benedetta dal premier Conte".

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Il voto del M5s decisivo già in giunta

Non ci sarà bisogno di aspettare il voto dell'Aula, perché prima che la questione investa il parlamento già dalla proposta che la Giunta dovrà avanzare all'aula del Senato i Cinque Stelle sono più che mai decisivi. Nell'organo di Palazzo Madama i pentastellati hanno sette membri, la Lega quattro come Forza Italia e Partito Democratico. I pentastellati devono quindi decidere entro pochi giorni quale linea assumere. Quei 7 voti segneranno un prima e un dopo nella decennale storia del Movimento. Salvare l'alleato di governo che sta "asfaltando" nei sondaggi il M5s, oppure votare contro, nel rispetto della propria storia, ma rischiando di incrinare i delicati equilibri che riguardano Lega e M5s ogni qual volta si affronti un tema non presente nel contratto di governo?

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Caso Diciotti, Salvini: "Dormo tranquillo"

Non sembra preoccupato per il processo sul caso Diciotti Matteo Salvini: "Dormo tranquillo, faccio colazione tranquillo, andrò in Senato a testa alta: ho difeso gli interessi, i confini e la sicurezza del mio paese. Il Senato deciderà con coscienza e rispetterò le decisioni". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini, a margine della visita all`azienda agricola "Suvignano", in provincia di Siena, bene confiscato alla criminalità organizzata. "Non leggo i retroscena, in tre casi su quattro sono più attendibili i Topolino. Porterò uno scritto - ha anticipato - siccome ci sono passaggi importanti è meglio siano letti e non ascoltati. Spero di perdere meno tempo possibile a far memorie legali, ho tanto altro da fare". "È giusto decidere dopo aver letto le carte: mi auguro che tutti i senatori leggano le carte, se uno legge le carte si rende conto che bloccare gli sbarchi per difendere il diritto a entrare legalmente nel nostro Paese è un principio che applichiamo dal primo giorno di governo", ha concluso.

"E' molto complicato per la storia del Movimento 5 Stelle non firmare un'autorizzazione a procedere. Ma quella decisione va presa in comune". Di certo, "non è giusto processare Salvini" diceva qualche giorno fa Alessandro Di Battista. A breve dovranno prendere una decisione. Piegarsi alle naturali logiche della strategia politica o preservare la propria presunta eccezionalità sul tema giustizia? Staremo a vedere.

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