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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Roma, lo sfogo di Marino: "Cocaina in tasca pur di cacciarmi"

Alla fine ha ceduto: Ignazio Marino non è più il sindaco di Roma, anche se si riserva di ritirare le dimissioni entro i venti giorni previsti dal protocollo. Lo sfogo e la difesa: "Hanno fatto di tutto per incastrarmi"

ROMA - Ignazio Marino non ci sta e, dopo le dimissioni presentate ieri (con la "promessa" di un eventuale ripensamento), passa al contrattacco. Il sindaco dimissionario di Roma si sfoga in un'intervista concessa al quotidiano La Stampa. Il "chirurgo rimasto senza team" parla di "nemici" e si difende, rivendicando il lavoro fatto in Campidoglio. 

Ci avevano provato con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca.

LE SPESE E GLI SCONTRINI - Per quanto riguarda le spese di rappresentanza contestate, Marino ribadisce che "sono disposto a pagare di persona le mie spese di rappresentanza di questi due anni: 19.704,36 euro. Li regalo al Campidoglio, compresa la cena in onore del mecenate che poi ha staccato l'assegno da due milioni con cui stiamo rimettendo a posto la fontana di piazza del Quirinale, sette colonne del foro Traiano e la sala degli Orazi e Curiazi". Sulle note spese "io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi".

Piazza divisa in Campidoglio: manifestazioni pro e contro il sindaco Marino @ INFOPHOTO

IL RAPPORTO CON RENZI - A proposito dei rapporti con il premier, Marino afferma che "Renzi non ha avuto la possibilità di apprezzare i cambiamenti epocali che abbiamo fatto in questa città. Mi hanno espresso vicinanza in due. Il ministro Graziano Delrio e Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio superiore della magistratura. Erano entrambi molto avviliti per quanto accaduto". Invece per quanto riguarda Renzi "non avendo avuto l'opportunità di parlare col presidente del Consiglio, non ho potuto conoscere qual è il suo giudizio".

UN CHIRURGO SENZA TEAM - Nella sua lettera di dimissioni Marino ha ricordato che ha venti giorni di tempo per ripensarci ma, assicura, non è una minaccia: "Ma si figuri. Prendo atto che Pd e Sel, due partiti della maggioranza, hanno chiesto le mie dimissioni. E un chirurgo non può restare in sala operatoria senza il suo team". E comunque, conclude, "la decisione non è più nelle mie mani. E io sono l'ultima persona al mondo che vuole occupare una poltrona. Questo incarico meraviglioso mi ha procurato problemi familiari enormi, proiettili in busta e perdita della libertà personale".

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