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Martedì, 19 Marzo 2024
CRISI DI GOVERNO

Pd, Renzi ringrazia Letta e accelera: "Ora un nuovo governo"

Il segretario: "Non c'è un derby con Enrico, nulla di personale. Ma c'è bisogno di un rilancio radicale. Vi propongo la strada più difficile, quella di un nuovo governo. E' una scelta azzardata ma può avere senso se l'obiettivo è il 2018 con riforme"

Da una parte del campo Renzi, dall’altra Letta. Stessa maglia, un uno contro uno per stabilire chi sarà l’allenatore dell’Italia. Sugli spalti, e non in campo, Napolitano, il presidente della Repubblica che, da arbitro interessato, si è messo in “notarile attesa”. Aspetta che uno prevalga sull’altro, poi farà quel che gli è comandato dalla Costituzione: affidare al vincitore la guida del Paese. “Sono sereno, sono un maestro zen”, ha detto ieri prima di presentare il suo ultimo tentativo di governo, ‘Impegno per l’Italia’. “Non darò le dimissioni perché – ha continuato – non ci si dimette per dicerie. Chi vuol venire al mio posto lo deve dire alla luce del sole; e deve dire cosa vuol fare per l’Italia”. Da qui in poi la palla passa alla Direzione Pd, al parlamentino dem del Nazareno. Scartata la via elettorale (Napolitano, ieri: “Elezioni? Non diciamo sciocchezze), restano due strade: il Renzi I o il Letta bis.

E se Renzi I sarà, cosa potrà accadere? Dipende dalla voglia di “chiarezza” di ‘Enrico’. Se Letta trascinerà la vicenda in Parlamento ponendo la questione di fiducia, il Pd e ‘Matteo’ dovranno pugnalarlo pubblicamente, sfiduciandolo. Che potrebbe voler dire strappi irrimediabili e decisivi tra i democratici. Eventualità che, inoltre, stopperebbe immediatamente il processo avviatosi sulle riforme. Se Letta si farà da parte, magari per un ministero – si parla degli Esteri o dell'Economia, voce rimbalzata tutta la mattinata come ultimo tentativo di convincimento, poi smentita – Renzi domenica sarà già ‘in carrozza’ alla testa del suo primo Governo. Sempre che Alfano non riceva l’ordine, da Berlusconi (si dice irritatissimo per quanto sta accadendo), di abbandonare la corrazzata fiorentina. A quel punto la questione si complicherebbe. Di nuovo. Ma adesso il Pd si gioca l’Italia. La finalissima. Fischio di inizio alle ore 15.

AGGIORNAMENTI

voto-sfiducia-direzione-pd-2SFIDUCIA – Poco dopo le 18 il Partito democratico approva il documento che nei fatti sfiducia il presidente del consiglio Enrico Letta: “136 favorevoli, contrari 16, astenuti 2, il documento è approvato a larga maggioranza”.

FORZA ITALIA – Forza Italia, a direzione Pd in corso, esce allo scoperto. Brunetta: “Napolitano parlamentarizzi la crisi”.

FASSINA – “Chiedo ad Enrico, che ci starà ascoltando, un ultimo atto di generosità: spero prenda atto della posizione del Pd e si dimetta prima del voto” in direzione.

ECCO LA LISTA DEI FEDELISSIMI, LA SQUADRA DI GOVERNO DI 'MATTEO'

LETTIANI VIA DAL NAZARENO – A dibattito in corso il grosso degli esponenti lettiani – tra gli altri, Paola De Micheli, Vito De Filippo, Anna Ascani e Lorenzo Basso – stanno lasciando la sala e non parteciperanno al voto sul documento che sfiducerà Letta.

ORE 17 – Prende la parola Realacci: “Ringrazio Letta per l’ottimo lavoro….”. Ultimo ringraziamento di una lunga serie. Tutti a dire che Letta ha fatto un gran bene al Paese. Tutti, gli stessi, che a fine direzione lo cacceranno da palazzo Chigi.

POESIA – Visto che i giochi sono fatti al Nazareno parte il festival della poesia, inaugurato da Renzi (due volte), poi Cuperlo, Civati, Concia. A ognuno i suoi poeti.

BETTINI – “Io credo che noi dovremmo allargare la nostra coalizione di governo. Almeno provarci”

16:45 – Lo stato maggiore di Ncd – Alfano, Lupi, Quagliariello e Lorenzin – dopo aver ascoltato l’intervento di Renzi, ha raggiunto Letta a palazzo Chigi.

CIVATI – Prende la parola Pippo Civati e si sgancia subito dal coro “Mi spiace per come si stia svolgendo questo dibattito. Questa non è una via obbligata, qui stiamo sfiduciando Enrico Letta. Potevamo farlo in modo diverso, più rispettosa per le persone”. E cita Dante: “il modo ancor m’offende”. Questo per quel che riguarda il metodo. Per il merito: “Sul piano politico ribadisco le mie grandi perplessità. Quelle che intercorrono tra fare il durare”. Da qui la vecchia esigenza di Civati, quella di ridare la parola agli elettori più che procedere con la staffetta, perché “credo che la crisi della governabilità sia legata alla crisi della rappresentanza”.

RENZI PREMIER? QUI LA LISTA DEI DESIDERI DI RENZO MATTEI

VOTO – L’ipotesi Cuperlo, il non voto in direzione, è stroncata nel nascere prima da Gentiloni poi da Burlando. Tanto che dal banco della presidenza si precisa: “Alla fine della discussione vi prego di non abbandonare la seduta. Il voto è previsto”.

CUPERLO – L’ex presidente del Pd, Gianni Cuperlo, indica una strada alternativa. “Aprire formalmente, assumere la linea indicata dal segretario chiedo che la direzione non venga chiamata ad esprimersi oggi con un voto, anche per evitare che si crei un precedente”. “L’introduzione di Matteo – ha continuato – ha indicato un percorso e chiesto un mandato. Non possiamo sottrarci dal dare una risposta. Ma arriviamo a questo passaggio con grande preoccupazione. Qui il segretario ha illustrato i motivi per cui ritiene che serva una discontinuità, il che è la richiesta di aprire una stagione nuova. Penso che sia giusto prenderne atto, ma è altrettanto doveroso farlo con la prudenza necessaria”. Soprattutto “entrando nel merito di un passaggio come questo, che ha in se' un elemento di ambizione ma anche di un elemento traumatico. Dalla palude spero che si esca non con un'accelerazione ulteriore ma con unità del partito”.

ORE 16, MATTEO CHIEDE IL MANDATO – Renzi chiude l’intervento e, di fatto, chiede al partito un’investitura politica per un nuovo esecutivo che governi una legislatura costituente da qui al 2018.

AMBIZIONE SMISURATA – "Dicono che io e il Pd abbiamo un’ambizione smisurata. E io non LO smentisco perché l’Italia non può vivere nella palude. L’Italia che immaginiamo, quella semplice coraggiosa. Se l’Italia chiede un cambiamento radicale, questo lo può fare solo il Pd. Vi chiedo di uscire dalla palude".

NESSUN RANCORE “CONTRO ENRICO”, MA RILANCIO RADICALE – “Il rilancio radicale che immaginiamo non suoni come polemica verso Letta né dal punto di vista personale nei confronti di Enrico né verso il governo che ha affrontato momenti di grande incertezza e turbolenza nell'ultimo anno”.

DELLE DUE IPOTESI UNA, IL NUOVO GOVERNO RENZI – “La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino, ma ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria". La strada avrebbe un “valore purificatore ma in questo momento non riuscirebbero a risolvere i problemi nel Paese. E allora, “vi propongo la strada più difficile, quella di un nuovo governo. E' una scelta azzardata ma può avere senso se l'obiettivo è il 2018 con riforme elettorali, costituzionali ed il tentativo di cambiare le regole a partire da una burocrazia opprimente”.

IL DOCUMENTO – "La direzione del Pd ringrazia il presidente del Consiglio per il notevole lavoro svolto alla guida del governo, un esecutivo di servizio nato in un momento delicato. E per il significativo apporto dato in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei". Il documento inizia con i ringraziamenti al premier, chiaro segnale di chi sta per farsi da parte.

DIMISSIONI II – Il segretario del Pd legge Renzi anticipa la lettura del documento della sfiducia. De Marchis, Repubblica.it: “Si punta sempre alle dimissioni di Letta prima di un voto”.

RENZI – “La direzione di oggi non sarà un processo al governo, non si tratta di dare colpe al governo per ciò che è accaduto, ma di capire se siamo in condizioni o meno di aprire una pagina nuova”. Detto questo il sindaco mette il partito di fronte a un “bivio”: o le elezioni e una legislatura costituente.

DIMISSIONI – Pippo Civati, al suo arrivo in Direzione, ipotizza le imminenti dimissioni del premier, attese “già nel pomeriggio”. Intanto il Corriere lancia un tweet del Financial Times che annuncia la cancellazione della visita di Letta nel Regno Unito. Un segnale che avvalora le dimissioni?

ORE 15:30 – Renzi prende la parola. Al suo arrivo al Nazareno è parso tesissimo. La 7 gli manda un sms, "Siamo in pubblictà, aspetta"

LETTA RIMANE A PALAZZO CHIGI – “Preferisco aspettare a palazzo Chigi le determinazioni che verranno prese - ha scritto il premier in un messaggio indirizzato al suo partito –, in modo che tutti si sentano liberi di esprimere valutazioni e di esplicitare le decisioni che ritengono opportune”.

CHIAMPARINO SI SMARCA – Il candidato del centrosinistra per le Regionali del Piemonte, già sindaco di Torino, esce allo scoperto su 'Un giorno da pecora' di Radio2 e spinge per il Letta Bis: “Renzi al governo? Al posto suo non lo farei. Quello che serve adesso è un bel gioco di squadra: trovare un bell'accordo di un anno e poi elezioni”.

IL TWEET DELLA CARFAGNA – “@EnricoLetta non va a direzione @pdnetwork . Costringerà @matteorenzi a sfiduciarlo in Parlamento. Futuro Italia appeso a lotte di potere Pd”.

GIACHETTI – Il vicepresidente della Camera, renziano di ferro cita ‘Ecce Bombo’ di Moretti sulla probabile assenza di Letta in Direzione: “Mmmmm, vengo? No, non vengo?

NAZARENO BLINDATO – A pochi minuti dall’inizio della Direzione le forze dell'ordine che bloccano il traffico su entrambi i lati. Nel frattempo, a pochi metri dall’ingresso della sede del Pd, in via Sant'Andrea delle Fratte, a Roma, è in corso una protesta di un gruppo di lavoratori campani degli appalti delle pulizie delle scuole.

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