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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il discorso di Napolitano: "Non resterò a lungo, il mio mandato è limitato"

"Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto replicare nel discorso di fine anno anche alle critiche che gli sono state rivolte in questi ultimi giorni da alcune forze politiche dell'opposizione

"L'anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l'Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica" ma "l'anno che sta per iniziare può e deve essere diverso e migliore, per il Paese". Apre così il suo discorso di fine anno il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Il capo dello Stato quest'anno, per il suo ottavo discorso al Paese per la fine dell'anno, ha scelto di parlare seduto al suo tavolo da lavoro, non la solita scrivania dietro la quale lo abbiamo visto nei precedenti sette anni. Una scelta che risponde anche alla volontà di mostrarsi più vicino ai suoi interlocutori, gli italiani che lo ascoltano da casa. Il tavolo è quello al quale Napolitano siede per i suoi incontri di lavoro o per leggere le lettere e i documenti da firmare, un luogo insomma propriamente operativo. La politica deve condividere i sacrifici che tanti italiani stanno facendo a causa della crisi economica.

Giorgio Napolitano nel messaggio di fine anno legge e commenta alcune delle lettere che tanti cittadini gli inviano per sollecitare un suo intervento e tra queste quella di Vincenzo, un industriale marchigiano che oggi è disoccupato e che chiede: "non possiamo essere solo noi a fare sacrifici, che comincino anche i politici".

Un "proposito e un appello" che il capo dello Stato trova "giusto" e al quale "cercano di corrispondere le misure recenti all'esame del Parlamento in materia di province e di finanziamento pubblico ai partiti".

"Guardiamo al malessere diffuso, alla 'fatica sociale' cui dare risposte qui ed ora, nel 2014, ma lavoriamo in pari tempo a un disegno di sviluppo nazionale e di giustizia sociale da proiettare in un orizzonte più lungo".

"Servono lungimiranti e continuative scelte di governo con cui devono misurarsi le forze politiche e le assemblee parlamentari, prima di tutto il Parlamento, oggi più che mai bisognoso di nuove regole per riguadagnare il suo ruolo centrale".

Giorgio Napolitano nel messaggio di fine anno esprime davanti agli italiani la sua "preoccupazione" per "il diffondersi di tendenze distruttive nel confronto politico e nel dibattito pubblico, tendenze all'esasperazione, anche con espressioni violente, di ogni polemica e divergenza", denuncia il Presidente della Repubblica, garante dell'unità del paese secondo il dettato costituzionale, "fino a innescare un 'tutti contro tutti' che lacera il tessuto istituzionale e la coesione sociale".

 "Sarebbe dissennato disperdere i benefici del difficile cammino compiuto, nel 2013". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso di fine anno lancia un avvertimento sui "pericoli" scongiurati nel 2013 di "un vuoto di governo e di un vuoto al vertice dello Stato, pericoli che non erano immaginari - puntualizza - e che potevano tradursi in un fatale colpo per la credibilità dell'Italia e per la tenuta non solo della sua finanza pubblica ma del suo sistema democratico".

Il capo dello Stato sottolinea come "i rischi già corsi si potrebbero riprodurre nel prossimo futuro e dunque è interesse comune scongiurarli ancora", perciò "la nostra democrazia - ha detto Napolitano - che ha rischiato e può rischiare una destabilizzazione, va rinnovata e rafforzata attraverso riforme obbligate e urgenti".

 "Anche se molto è cambiato negli ultimi mesi nel campo politico e le procedure da seguire per le riforme costituzionali sono rimaste quelle originarie, queste riforme restano una priorità". Lo ha ribadito il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso di fine anno.

"Una priorità indicata dal Parlamento già dai miei predecessori e riconosciuta via via da un arco di forze politiche rappresentare in Parlamento ben più ampio di quelle che sostengono l'attuale governo - ha ricordato il capo dello Stato -. E mi riferisco a riforme che soprattutto sono i cittadini stessi a sollecitare".

Napolitano ricorda poi che alle forze parlamentari "tocca in pari tempo da soluzione, sulla base di un'intesa che anch'io auspico possa essere la più larga, al problema della riforma elettorale, divenuta più urgente e indispensabile dopo la sentenza della Consulta".

"Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto replicare nel discorso di fine anno anche alle critiche che gli sono state rivolte in questi ultimi giorni da alcune forze politiche dell'opposizione. "Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obiettiva e rispettosa circa il mio operato - ha assicurato il capo dello Stato - ma in assoluta tranquillità di coscienza dico che non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce".

"Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto replicare nel discorso di fine anno anche alle critiche che gli sono state rivolte in questi ultimi giorni da alcune forze politiche dell'opposizione. "Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obiettiva e rispettosa circa il mio operato - ha assicurato il capo dello Stato - ma in assoluta tranquillità di coscienza dico che non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce".

Napolitano ha ricordato, "anche se qualcuno fa finta di non ricordare" che la sua rielezione maturò dopo la "pressione esercitata da diverse e opposte forze politiche" e infine ha ribadito di conoscere "i limiti dei miei poteri e delle mie possibilità anche nello sviluppare un'azione di persuasione morale, al pari di tutti i miei predecessori".

"Resterò Presidente fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile e fino a quando le forze me lo consentiranno, fino ad allora e non un giorno di più, e dunque di certo solo per un tempo non lungo". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso di fine anno ha anche chiarito che il suo mandato al Colle e' limitato. Come aveva fatto nel giorno del suo insediamento davanti alle Camere e come ha fatto anche in altri momenti di questo ultimo anno il Capo dello Stato ha voluto chiarire quali furono le vicende che portarono alla sua rielezione.

LEGGI IL DISCORSO COMPLETO DI NAPOLITANO

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