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Martedì, 16 Aprile 2024
Elezioni amministrative / Lecce

Comunali a Lecce: il centrodestra torna unito. Vittoria al primo turno?

Il Pdl con Perrone cerca la riconferma, l'opposizione guidata dal Pd prova a sovvertire i pronostici

Dopo due consiliature targate Adriana Poli Bortone - senatrice e già ministro con Silvio Berlusconi premier -, il sindaco uscente Paolo Perrone, del Pdl, cerca la riconferma, forte del vaglio “plebiscitario” ottenuto alle primarie. Pur di consolidare le possibilità di vittoria al primo turno, il sindaco ha però dovuto ingoiare il rospo di una riconciliazione, proprio con colei che lo ha preceduto a Palazzo Carafa, imposta dall’ex ministro Raffaele Fitto, plenipotenziario del Pdl per Lecce e provincia. Perrone, quando la lady di ferro salentina reggeva le sorti del capoluogo, è stato prima assessore e poi vicesindaco.

Le complicazioni sul piano giudiziario relative ad alcune vicende molto discusse in città – buoni ordinari del Comune, filobus, affitto di alcuni palazzi giudiziari – hanno spinto l’attuale sindaco a prendere le distanze dalla gestione precedente, tentando altresì di accreditarsi come autore di un difficile riassetto dei conti pubblici, altra questione spinosa e tema di scontro acceso.

Il mantra della discontinuità è diventato sistematico, per Perrone e i suoi, sin dal giorno dell’allontanamento dalla giunta - alla fine del secondo anno di consiliatura - di Adriana Poli Bortone e degli assessori Luciano Battista e Severo Martini. Tutti e tre esponenti del movimento Io Sud, nato su iniziativa di ex An con una vocazione spiccatamente territoriale, furono fatti fuori dal governo cittadino perché riottosi ad appoggiare una linea nazionale giudicata troppo filoleghista. L’ultimo è stato poi recuperato alla causa del Pdl e reintegrato nella delicata delega all’Urbanistica. 

Dall’altra parte c’è un centrosinistra non in forma smagliante. Dopo tre lustri all’opposizione, il Pd – i partiti della sinistra radicale nel 2007 sono rimasti addirittura fuori dall’assise cittadina - sconta davanti alla macchina da guerra della maggioranza una capacità di fascinazione tutta da verificare e una candidatura, quella della vice presidente della Regione, Loredana Capone, percepita da settori dell’opinione pubblica progressista come burocratica e di apparato.

L’esponente democratica ha prevalso alle primarie contro Carlo Salvemini, ex dirigente del partito di Bersani poi uscito per sostenere Vendola (e non Boccia) alle primarie regionali del 2010. Più di qualcuno pensa che la storia personale di Salvemini e il suo profilo di attento conoscitore delle questioni cittadine lo avrebbero messo in condizioni di essere un concorrente più temibile per Perrone, ma dalle urne della coalizione è venuto fuori un risultato notevole ma non tale da avere la meglio sulla candidata del Pd. 

Gli altri candidati in corsa per la poltrona di sindaco sono il docente universitario Luigi Melica per l’Udc, che potrebbe anche essere l’ago della bilancia. I bene informati danno per certo, in caso di ballottaggio, un dirottamento dei voti centristi sulla candidata del centrosinistra. Poi ci sono Antonio Capone, già assessore con Adriana Poli Bortone, alla testa di una civica, l’esponente del Movimento Cinque Stelle, Maurizio Buccarella – che punta ad un risultato più che simbolico – e, infine, Andrea Valerini per Alternativa Comunista, l’unico partito che presenta sulla scheda elettorale la falce e il martello.

Ma nel Salento si vota anche in altri 20 centri, di cui 5 oltre i quindicimila abitanti: Tricase, Galatone, Galatina, Gallipoli e Casarano: la proliferazione delle liste e la trasversalità delle tante civiche rendono probabile, per tutti questi comuni, il ballottaggio.

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