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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Elezioni comunali, tutti festeggiano ma alla fine nessuno ha vinto

Renzi canta vittoria, Di Maio dice che i 5 stelle continuano a crescere, la destra si gongola per i risultati dei ballottaggi, ma alla fine hanno tutti ben poco da festeggiare

Il Pd è contento perché le amministrative non erano importanti, il Movimento 5 Stelle festeggia perché, a loro dire, sono sempre in crescita, mentre il centrodestra gioisce per aver espugnato le roccaforti degli avversari, ma rimane spaccato su chi dev'essere il leader tra Salvini e Berlusconi. Ma qual è il risultato politico di queste comunali appena concluse? Al di là dei festeggiamenti e dei commenti di facciata, da queste elezioni nessuna forza è uscita veramente vincitrice. L'unico dato che lascia trasparire un significato reale è quello dell'affluenza al 46%, in calo di 12 punti rispetto al 58% registrato dal ministero dell'Interno nel primo turno. 

Un numero inequivocabile che lascia spazio ad un'unica conclusione: il cittadino è disinteressato, sfiduciato e non si sente rappresentato. Quindi non va a votare. Come avviene spesso nei casi in cui tutte le forze politiche gioiscono per una vittoria, la verità è un'altra: se tutti dicono di aver vinto, vuol dire che non ha vinto nessuno. Adesso vi spieghiamo il motivo.

LA SINISTRA “Poteva andare meglio” afferma Renzi, pubblicando anche un grafico su Twitter che mostra come il centrosinistra abbia conquistato 67 Comuni. Ma l'ex premier può pubblicare tutti i grafici che vuole: il Pd rimane il partito che ha raccolto il risultato peggiore da queste elezioni amministrative. Le vittorie a Padova, Lecce, Taranto, Lucca e Cuneo e la riconferma di Orlando a Palermo sono soltanto una magra consolazione se si pensa ai 12 Comuni che hanno cambiato sponda, tra cui due roccaforti 'rosse' come Sesto San Giovanni, conosciuta da anni come la 'Stalingrado d'Italia' e Pistoia. Un flop senza precedenti, che da qualsiasi lato venga guardato, sembra tutto tranne che una vittoria, viste anche le turbolenze all'interno del principale partito di sinistra.

MOVIMENTO 5 STELLE “Vittoria in 8 comuni su 10 ballottaggi, continua la nostra crescita inesorabile”, Di Maio è sulla stessa scia di Renzi, guarda il bicchiere mezzo pieno anche se da bere c'è rimasto poco o niente. I pentastellati hanno perso Genova, terra natìa di Grillo, venendo esclusi anche dal ballottaggio, da cui è uscito vincitore Bucci del centrodestra. Tra i Comuni passati ai 5 Stelle figurano Carrara, Guidonia e Fabriano, ma come si poteva intuire già dal primo turno, il Movimento 5 Stelle ha perso il suo appeal sull'elettorato, un flop che potrebbe nascere anche dalla gestione non proprio entusiasmante di alcuni sindaci, come la Raggi a Roma o l'Appendino a Torino. Grillo dice che “il Governo è a pochi metri”, ma guardando questi risultati, la distanza che separa i 5 Stelle da Palazzo Chigi sembra un tantino più ampia.

IL CENTRODESTRA Se c'è una fazione che potrebbe permettersi di stappare qualche bottiglia di champagne è sicuramente quella di destra, dove la coalizione tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia è riuscita a trionfare nelle città di Genova, Verona, Monza, Piacenza, La Spezia, Catanzaro, Alessandria, Pistoia, Como, Asti, L'Aquila, Rieti, Lodi, Oristano e Gorizia. Alcune prese anche con risultati schiaccianti, come Sergio Abramo a Catanzaro (64,39%) o Sboarina a Verona (58%) o Bucci a Genova (55,24%). Ma le cose non sono andate così bene ovunque, basti pensare alla città di Padova, dove il candidato del centrosinistra Giordani ha sconfitto il super favorito, lo "sceriffo" Massimo Bitonci, che era già stato sindaco nel Comune veneto.  Ma quella del centrodestra è una gioia a tempo determinato, un tempo molto breve. Dallo champagne ai coltelli il passo è breve e Salvini e Berlusconi sembrano averli già in mano. A neanche 24 ore dalla fine delle amministrative, la coalizione sembra già spaccarsi su chi dovrà essere il 'capofila'. Se l'ex Cav e il leader della Lega non dovessero mettersi d'accordo ci potremmo trovare nuovamente con un centrodestra spaccato e incapace di lottare contro forze politiche più coese come Pd o M5S.

PIZZAROTTI Un capitolo a parte merita sicuramente il risultato di Parma, dove Federico Pizzarotti è riuscito a confermarsi come primo cittadino. L'ex del Movimento 5 Stelle, ha stravinto con il 57,9% dei voti contro il 42,1% di Paolo Scarpa (centrosinistra), un risultato da non sottovalutare, se si pensa che Pizzarotti ha gareggiato praticamente da solo, appoggiandosi ad una lista civica e con il sostegno dei Radicali. Un risultato che dimostra come, un sindaco che lavora bene per i cittadini, possa trionfare anche senza l'appoggio di un partito solido alle spalle. Un caso che dovrebbe essere d'esempio, in cui i cittadini votano l'uomo e non lo stemma. Alla luce di questi risultati, forse l'unico che ha tutto il diritto di stappare qualche bottiglia è proprio il 'Pizza'. 

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