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Venerdì, 19 Aprile 2024
ELEZIONI IN GERMANIA

Tutta colpa di quel rigore...

Sconfitta storica per Angela Merkel in Nord Reno-Westfalia: il partito della cancelliera centra il peggior risultato dal dopoguerra. Trionfa la Spd, Pirati in Parlamento. Italia, Francia, Grecia: cresce l'insofferenza degli europei verso le politiche dell'austerità

La Cdu di Angela Merkel, il partito cristiano democratico che ha la maggioranza nel Paese, ha subìto una sconfitta storica alle elezioni nel Nord Reno-Westafalia, il land più grande e popoloso della Germania. Il tracollo viene letto dai politologi anche come un messaggio forte degli elettori nei confronti della Cancelliera: ad essere punita è stata la sua ricetta tutta incentrata sul rigore. I tedeschi hanno premiato Hannelore Kraft, la candidata socialdemocratica della Spd bollata dagli avversari come la 'Regina dei debiti' per la sua poca inclinazione ai tagli. La bocciatura nei confronti delle politiche dell'austerity ha rilanciato dunque anche in chiave interna l'insofferenza verso quella strategia già respinta dal voto dei francesi e dei greci.

I RISULTATI - Ritenute 'piccole elezioni federali', le amministrative nel Land più popoloso della Germania (da oltre 13 milioni di elettori) hanno segnato il trionfo dei socialdemocratici guidati da Hannelore Kraft, quasi al 39% (nel 2010 erano al 34,5%). E la sconfitta peggiore mai registrata dalla Cdu, sotto il 26,3%, dal dopoguerra nella regione industriale della Ruhr tedesca (nel 2010 34,6%). Con l'Spd si riaffermano anche i Verdi, dati all'11,5 per cento (12,1 nel 2010). La maggioranza rosso-verde regge dunque da sola. Le elezioni segnano però anche la riscossa dei Liberali, premiando il giovane Christian Lindner, 33 anni, che ha quadruplicato i consensi, portando all'FDP l'8,4% dei voti (6,7% nel 2010), laddove i sondaggi di partenza davano il partito al 2. Non fa quasi più notizia poi l'ennesima affermazione dei Pirati, che col 7,7% dei voti (1,6% nel 2010) entrano a questo punto nel quarto Palamento regionale.

LE POSSIBILI RIPERCUSSIONI - Martedì 15 il presidente francese François Hollande, a pochissime ore dal suo insediamento all'Eliseo, volerà a Berlino per incontrare la cancelliera e dire la sua sugli strumenti anticrisi imposti all'Europa: sul fiscal compact e sulla crescita impugnata dal leader socialista. E la sua voce potrà essere ancor più forte: perché le urne in Germania si mettono in fila ai segnali che arrivano dal resto dell'Europa. Dappertutto in Europa si è affermata la linea antirigorista, che chiede fiato alle finanze statali, per non finire nella spirale recessiva sotto il diktat berlinese del risparmio.

Hollande è certamente l'osso più duro che Frau Angela si troverà di fronte, alla ricerca di un compromesso sul cui raggiungimento le diplomazie delle due cancellerie continuano a rassicurare. Ma per il quale certamente chi sembra destinato a dover concedere qualcosa di più - in termini di arretramento di posizioni - è certamente Berlino. Prima dell'appuntamento clou sulla crescita a livello europeo, il vertice straordinario a Bruxelles in agenda il 23 maggio prossimo cui seguirà quello del 29 (con un Ecofin nel frattempo), ci sarà poi l'appuntamento di Camp David: un G8 - quello in programma a fine settimana - dove la necessità di una ripresa del Vecchio Continente sarà sicuramente tra i temi cui punterà anche l'America di Barack Obama che, alle prese con le presidenziali, sembra sempre più preoccupato che i venti di crisi attraversino l'Atlantico e spirino con più forza nel nuovo continente.

MONTI E LA CRESCITA - Frau Angela, persa la partita francese e l'appoggio di Nicolas Sarkozy, troverà sul suo cammino anche Mario Monti. Il premier italiano nei giorni scorsi l'ha rassicurata: "non deve temere che le proposte italiane" vadano contro la disciplina di bilancio. Ma è determinato a portare la crescita all'attenzione dei partner (un Patto per la Crescita dopo quello di Bilancio) e convincere gli "amici" tedeschi che le soluzioni italiane sono quelle giuste. A cominciare dalla ricetta che vede il Professore intenzionato a portare a casa lo scorporo degli investimenti pubblici (e dei debiti della Pa verso le imprese) dal computo del Patto di Bilancio. Il fronte degli avversari alla 'paladina del rigore' - cui ieri si è aggiunto il land di casa - si allarga così sempre di più. E se quella di ieri per Frau Angela è stata certamente un'altra serata amara, quello che le riserva il futuro non è certo un cammino in discesa.
 

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