Election Day il 10 marzo: Napolitano fissa le regole
Ai seggi il 10 marzo per le regionali in Lombardia, Lazio e Molise. Il Presidente della Repubblica non esclude il voto congiunto con le politiche: "Ma prima la legge elettorale"
Election Day il prossimo 10 marzo per le elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Molise? E' questa l'ipotesi che si sta facendo strada più velocemente. E il Capo dello Stato non esclude il voto congiunto con le elezioni politiche, ma solo a determinate condizioni.
AI SEGGI IL 10 MARZO - In una nota diffusa dopo l'incontro tra il presidente Napolitano, il premier Mario Monti e i presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, il Quirinale considera "auspicabile" andare ai seggi il 10 marzo per le elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Molise e arrivare a una nuova legge elettorale prima di procedere a nuove elezioni politiche. "Una costruttiva conclusione della legislatura - dettata anche dalla serietà dei problemi che il Paese ha di fronte e dall'acutezza di fenomeni di disagio sociale che si vanno manifestando - sconsiglia un affannoso succedersi di prove elettorali".
Il comunicato del Quirinale dice anche altro: "La convocazione, che comunque non spetta al presidente della Repubblica, di elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali scioltisi in Lazio e Lombardia per crisi politiche e in Molise per giudizio di illegittimità è regolata da diverse normative regionali, pur dovendosi considerare i principi generali posti dalla sentenza n. 196/2003 della Corte costituzionale e rispecchiatisi nella recente sentenza del Tar Lazio".
"E' però indubbia, per valutazioni d'interesse generale, l'esigenza di un contestuale svolgimento delle elezioni nelle tre suddette regioni. Si è a tale proposito ritenuta appropriata la data del 10 marzo 2013", si legge nella nota.
RIFORMA ELETTORALE - La nota del Colle affronta anche lo spinoso tema della riforma elettorale: "L'esigenza di regole più soddisfacenti per lo svolgimento della competizione politica e a garanzia della stabilità di governo, e le aspettative dei cittadini per un loro effettivo coinvolgimento nella scelta degli eletti in Parlamento - si legge - rendono altresì altamente auspicabile la conclusione - invano a più riprese sollecitata dal Presidente della Repubblica - del confronto in atto da molti mesi per una riforma della legge elettorale". E' questa la condizione che Napolitano ha posto per il voto congiunto regionali-politiche.
Il primo commento alle parole di Napolitano arriva dal segretario del Pdl Angelino Alfano, via Twitter: "Ok il comunicato del Quirinale. Si va verso l'election day: prevale il buonsenso, prevalgono le nostre buone ragioni". Più cauto invece il segretario del Pd Pierluigi Bersani: "Ho appena letto il comunicato del Quirinale e mi pare che la valutazione sulla data delle elezioni sia stata fatta nella sede giusta, argomenta il leader democratico: "Per quanto riguarda noi, siamo pronti a lavorare per creare i presupposti di cui parla il Presidente della Repubblica: legge di stabilità e legge elettorale. Quindi noi siamo assolutamente disponibili a dare il nostro contributo in questa direzione".
ELEZIONI POLITICHE - Chi era presente al vertice ne è uscito con la quasi certezza che le Politiche si terranno il 10 marzo, insieme con le Regionali di Lombardia, Lazio e Molise. Perché come data per l'election day si è puntato sul 10 marzo e non sul 10 febbraio, come speravano Berlusconi e Maroni? La risposta è semplice: il mese in più serve per mettere in sicurezza i conti pubblici. La legge di stabilità dev’essere ancora approvata, e sarebbe un rischio che il Paese non può correre quello di presentarsi al cospetto dei mercati se lo scioglimento delle Camere intervenisse prima dell'ok definitivo.