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Giovedì, 18 Aprile 2024
ELEZIONI REGIONALI / Palermo

Regionali, è il momento del silenzio. Sicilia tra incertezze e speranze

E' calato il sipario su una campagna elettorale caratterizzata da molte schermaglie e pochi programmi. Tra le incognite maggiori, il voto disgiunto e il rischio astensionismo. E il "pericolo" maggioranza

PALERMO - La quiete "prima" della tempesta. A mezzanotte è calato il sipario su una campagna elettorale a tratti sotto tono, con molte schermaglie e pochi programmi. Diversa dalle precedenti tornate regionali, dove quasi tutti i partiti erano raggruppati attorno a due candidati. Questa volta invece gli schieramenti sono molto frammentati, con dieci candidati in corsa per la Presidenza. Due mesi dove si è pensato prima a tenere testa ai competitors della stessa corrente, poi a tutti gli altri. Una sorta di "primarie" all'interno della corsa vera e propria per Palazzo d'Orleans.

TEST NAZIONALE. Non c'è stato un solo big di partito che non sia sceso in Sicilia per un tour elettorale. Da Alfano a Bersani, da Fini a Di Pietro, e poi ancora Vendola, Rutelli e Storace. Senza dimenticare Grillo, approdato letteralmente a nuoto e capace di infiammare le piazze dell'Isola. La Sicilia come test nazionale in vista delle politiche nazionali del prossimo anno? Possibile, ma non troppo. Bisognerà vedere quanto alcune alleanze siciliane siano vincolate soltanto ad un successo, come del resto accaduto per le scorse amministrative a Palermo.

COLPI DI SCENA. Durante questa campagna elettorale non sono certo mancati i colpi di scena. A cominciare dal "divorzio" tra Nello Musumeci e Gianfranco Miccichè, con l'ex presidente della Provincia di Catania prima lanciato e subito dopo "scaricato" dallo stesso leader di Grande Sud, che ha deciso correre autonomamente. E il caso Fava. Il primo a scendere in campo già lo scorso giugno ma che a due giorni dalla presentazione delle liste ha dovuto cedere il testimone a Giovanna Marano, a causa di un ritardo nel trasferimento della residenza in Sicilia.

ASTENSIONISMO E POST VOTO. Tra le incognite maggiori, oltre al voto disgiunto, bisognerà fare i conti soprattutto con l'astensionismo. Prima che scattasse il divieto di pubblicazione di sondaggi, tutti lo prevedevano superiore al 40 per cento. Praticamente quasi un siciliano su due potrebbe non andare a votare. Inoltre, vincere le elezioni potrebbe non essere sufficiente per governare. C'è la possibilità concreta che il futuro governatore, nonostante il bonus garantito al vincitore dal "listino" regionale, possa non avere la maggioranza all'Ars, rendendo necessari accordi con chi prima del voto era un avversario.

SILENZIO. Adesso la parola passa ai siciliani. Gli unici dati che contano sono quelli che usciranno dalle urne. Quali cambiamenti ci aspettano? Quali speranze? Da lunedì ne sapremo qualcosa di più. PalermoToday seguirà come sempre tutti gli sviluppi di questa tornata elettorale. Domenica i seggi saranno aperti dalle 8 alle 22. Lo scrutinio inizierà invece lunedì mattina a partire dalle 8. Ma adesso, in attesa della "tempesta", silenzio! (da PalermoToday)
 

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