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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni europee 2019

Elezioni europee, perché l'affluenza degli italiani all'estero sarà (l'ennesimo) flop

Il taglio di seggi e sezioni elettorali costringerà alcuni "volenterosi" a farsi centinaia di chilometri in auto o con i mezzi pubblici per votare

Il timore è concreto e sostanzialmente condiviso da più parti: molti italiani residenti all'estero non voteranno alle prossime europee. L'affluenza è tradizionalmente bassa, ma stavolta andrà probabilmente peggio che in passato: e il motivo appare chiaro.

"La riforma del voto all'estero, prevista nel contratto di governo, è sempre più urgente. Lo dimostreranno anche queste elezioni europee. Domani e dopodomani gli elettori italiani voteranno negli altri Paesi dell'Unione Europea. Nel 2014 l'affluenza fu inferiore al 6% (a fronte del 58% in Italia, ndr) nonostante il lavoro immane di ambasciate e consolati. Se lo Stato vuole davvero garantire il diritto di voto ai milioni di cittadini italiani all'estero, deve riflettere sul potenziale della tecnologia. Il voto elettronico, già sperimentato in altri Paesi, offre una soluzione concreta": lo sostengono gli esponenti M5S, Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, ed Elisa Siragusa, deputata eletta all'estero nella circoscrizione Europa.

Elezioni europee 2019: rischio affluenza flop per italiani all'estero

Alle europee l'affluenza degli italiani che votano all'estero è sempre stata bassa. Votò il 7% alle elezioni europee del 2009, il 10% nel 2005 e il 17% nel 1999. Un calo che appare inarrestabile. E' già stata depositata dai due deputati una risoluzione in I commissione alla Camera chiedendo al governo, in particolare a Viminale e Farnesina, di fornire "entro il 30 giugno alle commissioni competenti orientamenti e indicazioni in vista della discussione della riforma del voto all'estero".

"Ricordiamo che il sistema di voto delle europee non prevede il voto per corrispondenza (a differenza di quanto accade per le elezioni politiche, ndr). Bisogna metter mano a un sistema pensato anni fa aprendosi all'innovazione e garantendo diritti e principi previsti dalla Costituzione", aggiungono i deputati.

Il problema riguarda soprattutto gli italiani all'estero che non vivono nelle grandi capitali: come ha rivelato un'inchiesta di Euronews, il taglio di seggi e sezioni elettorali costringerà alcuni "volenterosi votanti" a farsi centinaia di chilometri in auto o con i mezzi pubblici per votare alle elezioni europee presso consolati, ambasciate o istituti di cultura: il tutto anche per "colpa" della riduzione dei fondi stabiliti dalla legge di bilancio 2019.

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Voto italiani all'estero: tagliati i seggi per le europee 2019

E' stata proprio la legge di bilancio firmata da Lega e M5s a stabilire che il numero massimo degli elettori da assegnare ad una medesima sezione all'estero passa da 1.600 a 5mila "in ragione della bassa percentuale di votanti". Così ci saranno molte meno sezioni, un calo di quasi il 70 per cento (per un risparmio di un paio di milioni di euro). La Relazione tecnica affermava che la riduzione "non produrrà effetti negativi sugli elettori, in termini di distanza e, dunque, in termini di accesso all’esercizio del diritto di voto". 

Nicoletta, 42 anni, vive in Germania da un decennio. Vive a Regensburg, non un borgo sperduto ma una città da quasi 150mila abitanti, e dovrebbe recarsi a Norimberga per votare. Sono 113 km di viaggio in auto. "Nel mio caso non voterò per altri motivi, ma qui ci sono tantissimi italiani, e i numeri sono in crescita. Credo si tratti veramente di una volontà di limitare il diritto di voto all'estero", ha raccontato lei stessa a Euronews. Lunedì si tireranno le somme: il rischio affluenza flop è elevato.

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