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Venerdì, 29 Marzo 2024
POLITICA

La linea di Bersani: "Fiducia in aula su 8 punti. Ecco il mio piano per governare"

"Sarà un governo di cambiamento e lo guiderò io": il segretario Pd anticipa in un'intervista a La Repubblica il suo piano per governare. Renzi premier? Lui smentisce su Twitter

ROMA - Dopo la chiusura di Beppe Grillo a un governo guidato da Pier Luigi Bersani e la proposta di un esecutivo firmato Movimento 5 Stelle, prosegue il confronto fra i leader politici per uscire dall'impasse creata dal risultato elettorale che non ha assicurato una maggioranza in Senato al Partito democratico.

Avendo conquistato la maggioranza assoluta alla Camera, grazie al premio previsto dalla legge elettorale, la prima (importante) mossa spetta al Pd. Ecco perché Bersani spiega oggi in un'intervista a La Repubblica il suo piano per governare. Per quello che sarà (o, meglio, dovrebbe essere), usando le sue parole, "un governo di cambiamento che mi assumo la responsabilità di guidare, che proporrò mercoledì prossimo alla direzione del Pd e poi al Capo dello Stato con sette-otto punti qualificanti per chiedere in Parlamento la fiducia a chi ci sta".

In primis, il segretario ribadisce i suoi "no" ad ogni ipotesi di governissimo con Berlusconi ("ora basta, di occasioni per dimostrarsi responsabile ne ha avute e le ha sprecate tutte") e alle offerte delle alte cariche dello stato a Movimento 5 stelle e Pdl.

ECCO I PUNTI - Poi viene il programma, a cominciare dal primo tema, l'Europa. "Voglio che il prossimo governo ponga una questione dirimente, di cui ho parlato al telefono con Hollande: l'austerità da sola ci porta al disastro. In sede europea, tutti devono mettersi in testa che il rientro dal debito e dal deficit è un tema che va spostato nel medio periodo: ora c'è un'altra urgenza assoluta, il lavoro. Il secondo tema è quello sociale. Il disagio è troppo forte, i comuni devono poter aprire sportelli di sostegno, bisogna sbloccare subito i pagamenti della P.A. alle imprese e introdurre sistemi universalistici negli ammortizzatori sociali. Il terzo tema è la democrazia. Il nuovo governo, immediatamente, deve dimezzare il numero dei parlamentari, abbattere gli stipendi al livello di quelli dei sindaci, varare leggi che regolino la vita dei partiti e non solo per i finanziamenti. Che inaspriscano drasticamente le norme anti-corruzione e che regolino finalmente i conflitti di interessi. Ciascuno di questi punti si tradurrà in uno specifico disegno di legge. Che giorno dopo giorno - aggiunge il segretario del Pd - farò pubblicare in rete già da giovedì mattina. Questo mi offrirà la gradevole opportunità di rilanciare anche qualche vecchia idea, come la creazione di un ministero per lo Sviluppo Sostenibile, visto che l'economia verde deve essere il cuore del governo che ho in testa".

LA QUESTIONE RENZI-PREMIER - "Ciò che volevo per l'Italia l'ho detto per le primarie. Ho perso. Adesso faccio il sindaco. Non ci possiamo permettere neanche i rimpianti". Così il primo cittadino di Firenze, Matteo Renzi, su Twitter smentisce le indiscrezioni del Corriere della Sera secondo cui sarebbe eventualmente "pronto" a fare il premier se il suo nome fosse proposto al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, all'interno di una rosa di nomi, senza, cioè, un'indicazione "secca" del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "La realtà dei fatti è questa: io non mi farò mai cooptare dal partito. Manco morto! - avrebbe detto il sindaco di Firenze ai suoi secondo il Corsera - Nessuno dei vertici potrà mai dire: 'Il nostro prossimo candidato premier sarà Renzi'. Perché a quel punto io dico: no, grazie. Altra cosa è se il Partito democratico va alle consultazioni da Giorgio Napolitano con una rosa dei nomi. Cioè, senza dire che la richiesta è quella di Bersani secca".

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