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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Elezioni 2013: Voterete loro ma sapete per cosa? Ecco i programmi elettorali a confronto

Tra domenica e lunedì 50 milioni di elettori sono chiamati alle urne. Ecco, messi a confronto, i punti salienti dei cinque maggiori schieramenti.

Tra domenica e lunedì l’Italia giocherà ai dadi con il proprio futuro. La partita, senza troppi giri di parole, è di quelle decisive. Gli italiani si introdurranno nella gabina elettorale in un momento storico complesso per quel che riguarda la situazione del Paese e più in generale quella dell’Europa. La crisi economica, nonostante timidi segnali di ripresa, nella sostanza continua a martellare produzione e consumi. I mercati esteri, in standby in attesa dei risultati, chiedono stabilità e riforme strutturali. Scampato il default – anche se lo spettro del baratro è ancora in vita – e con parte del sistema economico e sociale da ricostruire, la politica dovrà riprendersi il timone afferrato dai supplenti, i tecnici. Sono state le colpe della politica a mettere a far salire in carrozza i professori; ora, quella stessa politica è chiamata a fare la propria parte. Senato permettendo, chiaramente. C’è il ‘rischio’ infatti che l’ipotesi tecnocratica da precaria si strutturi nel tempo. Scenario, affidato semmai ad un Monti bis, che fa già sfregare le mani agli investitori.

In mezzo alla cagnara, o patata bollente che dir si voglia, ci sono i candidati premier, i capitani che si giocheranno il posto di Comando. Bersani, Grillo, Berlusconi, Monti e Ingroia. Da giorni, tra piazze, teatri, biblioteche, radio e soprattutto studi televisivi, stanno facendo il giro d’Italia. Ma alla fine, chi governerà la XVII legislatura? E in particolare con quali programmi o punti di forza? Si perché nel vortice da campagna elettorale il chiacchiericcio, le asprezze, gli slogan immediati per cui troppo semplici, spesso rimpiazzano la sostanza. C’è il companatico, manca il pane. Un po’ come un film fatto di soli effetti speciali ma senza storia. E allora convien farsi un giro dentro i punti chiave delle proposte che potrebbero delineare l’azione del prossimo esecutivo.

BERSANI “La nostra visione assume il lavoro come parametro di tutte le politiche”. Inizia così la parte decisiva del programma depositato dalla coalizione di centro-sinistra guidata dal segretario del Pd. Bersani da settimane lo ripete in tutte le salse: il Paese deve ripartire dal lavoro. Come? Ridisegnando un nuovo sistema fiscale che “alleggerisca il peso sul lavoro e sull’impresa”. Ma come in ogni economia finanziaria, a ogni meno deve corrispondere un più. In questo caso le risorse dell’operazione sarebbero racimolate picchiando su grandi patrimoni immobiliari e finanziarie. In poche parole una patrimoniale di settore. Il pacchetto lavoro si completa se sorretto da altri tre punti: la lotta al precariato, l’occupazione femminile e investendo sulla produzione di qualità che assicuri salari più dignitosi.

GRILLO – Il programma depositato da Giuseppe Piero Grillo parte da un assioma, un nuovo Stato da consegnare ai cittadini. In sostanza un nuova idea del sistema Italia. Per questo la ricetta del Movimento 5 Stelle va avanti per punti: abolizione delle province; abolizione dei rimborsi elettorali; accorpamento dei comuni sotto i 5mila abitanti; insegnamento della Costituzione con esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico; non più di due mandati parlamentari; eliminazione dei privilegi, come la pensione. Dalle abolizioni ai divieti. Come quello di esercitare un’altra professione durante il mandato, oppure quello che nega la possibilità di concatenare e accumulare cariche pubbliche. Inoltre spicca una novità che se dovesse trovare ristoro in Parlamento allargherebbe verso il basso le maglie del potere legislativo: si tratta dell’abolizione del quorum per i referendum sia abrogativi che propositivi. Senza quorum si aprirebbe un’autostrada per l’istituto delle leggi ad iniziativa popolare.

BERLUSCONI – La prima ‘nota’ programmatica della coalizione guidata da Silvio Berlusconi, candidato al ministero dell’Economia, è in salsa francese: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Nello scritto, depositato al ministero dell’Interno, è contemplato l’abolizione delle province così come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Che Grillo abbia fatto scuola? Può darsi. Non mancano tuttavia i vecchi cavalli di battaglia del centro – destra: ci sono i richiami alla famiglia e non manca la riforma parlamentare che dia vita ad un Senato federale. Proseguendo tra le pagine dell’elaborato si scopre come al Cavaliere piacerebbe dare un sforbiciata all’architettura istituzionale dello Stato. Il progetto infatti è quello di trasformare la geografia dello stivale attraverso l’introduzione delle macroregioni con un occhio particolare al Piano di Rilancio del Sud. Presenti i temi noti: no alla patrimoniale, l’azzeramento dell’Irap (da conseguire in 5 anni) e l’eliminazione dell’imu prima casa. Curiosità: sul programma non c’è nessun accenno alla restituzione dell’Imu.

MONTI – Il Professore spinge su equilibrio dei conti e riforme strutturali. Partendo da pensioni e lavoro. Per garantire stabilità e i giusti contrappesi sociali l’agenda del premier uscente prevede l’innalzamento dell’età pensionabile effettiva. Sul versante lavoro invece Monti ha in mente la nuova rimodulazione del contratto a tempo indeterminato. In sostanza più flessibilità e minori costi. Per far questo però sono necessari la rivisitazione del cuneo fiscale e contributivo. Il progetto si completa con l’introduzione dell’Aspi, ovvero un piano a sostegno della disoccupazione a forti tinte europee con gli assegni di disoccupazione pari al 70% dell’ultima retribuzione. Sempre in ottica lavoro, è centrale la battaglia per l’occupazione femminile. Da qui alla questione della crescita il passo è breve: per l’ex commissario europeo è decisivo raggiungere il pareggio di bilancio nel corso del 2013. Ma non basta; il cruccio di Monti è il debito pubblico. Per questo dal 2015 in poi si è posto l’obiettivo di ridurre lo stock del debito “in misura pari di un ventesimo ogni anno” fino al 60% del Pil.

INGROIA – Il magistrato di ritorno dal Guatemala si è lanciato nella contesa elettorale puntando molto, il grosso, su legalità e giustizia. Non a caso il programma di Rivoluzione Civile punta tutto sulla lotta alla corruzione e su una nuova politica antimafia che “abbia come obiettivo non solo il contenimento ma l’eliminazione della mafia”. Ed allora diventa centrale colpire la struttura finanziaria delle criminalità organizzata, stroncandone le relazioni con i poteri forti a partire dalle aree di contatto con la politica. Legalità ma non solo; Ingroia ribadisce la concezione puramente laica dello Stato e in questo sottolinea la necessità dell’autodeterminazione dell’individuo: diritti civili estesi e pieno riconoscimento delle differenze. Sul fronte lavoro il piano è chiaro: lotta senza quartiere al precariato ed il ripristino dell’articolo 18.

I RISULTATI - Today.it seguirà tutte le operazioni di voto e, a partire da lunedì pomeriggio per le politiche e da martedì pomeriggio per le regionali, darà conto di tutti i risultati in tempo reale. Ecco i link utili:

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